Cosa caratterizza il Polo Aerospaziale dell’Umbria? Come si inserisce nel panorama dell’industria aerospaziale italiana ed europea?
Si tratta di una realtà che sempre più si caratterizza per la tensione all’eccellenza, una realtà composta da 29 aziende, principalmente Pmi, visto che solo tre di esse sono ascrivibili alla categoria della imprese di grandi dimensioni, in cui tutti hanno pari peso a livello decisionale. A differenza degli altri poli dell’aerospazio presenti sul territorio nazionale, con cui collaboriamo costantemente, il nostro non conta su nessuno stabilimento legato a Finmeccanica, che comunque è un cliente molto importante per le nostre aziende. Se questo da una parte è sembrato uno svantaggio, in realtà è stato un ulteriore stimolo per affrontare sin dall’inizio la competitività di un mercato internazionale aperto e ci ha motivati ancora di più nella ricerca dell’affermazione come gruppo. Le nostre specializzazioni sono in grado di rispondere alle esigenze di un settore per sua natura molto specifico, con competenze di altissimo livello che vanno dalla progettazione alla realizzazione di componenti e di sistemi, attrezzature, equipaggiamenti e servizi.
Quale evoluzione ha avuto in questi anni?
Senz’altro positiva, con risultati di cui siamo molto orgogliosi. Innanzitutto sul fronte della coesione interna è cresciuta la nostra capacità di essere uniti nel raggiungimento di obiettivi comuni. Ciò non significa che non vi siano elementi di concorrenza anche fra le nostre imprese, ma lo spirito collaborativo si è senz’altro rafforzato e di questo ne beneficia anche il rapporto con i nostri clienti che apprezzano molto questo atteggiamento. L’evoluzione c’è stata anche attraverso una crescita in termini di autorevolezza e di sinergia con il territorio. Complessivamente impieghiamo oggi circa 1.900 addetti e nel 2015 prevediamo circa 290 milioni di euro di fatturato. Questi numeri per la nostra regione significano molto e devo dire che il supporto che ci garantiscono Confindustria Umbria e le amministrazioni regionali rappresenta per noi un importante valore aggiunto, sia in termini di presenza alle nostre attività sia in termini di accompagnamento all’utilizzo dei fondi disponibili.
Internazionalizzazione e innovazione sono per voi parole chiave.
Sono piuttosto parole d’ordine. L’Italia copre circa il 56% del nostro mercato di riferimento, e il resto è ripartito fra Europa, Nord America e Asia. Ad oggi abbiamo complessivamente 114 brevetti e quasi 200 addetti per i reparti di ricerca e sviluppo. Le nostre aziende sono collegate ai principali centri di ricerca presenti sia a livello nazionale sia internazionale. A breve firmeremo anche una convenzione con l’Università degli Studi di Perugia per le facoltà affini alle nostre specializzazioni, con l’obiettivo di accrescere ulteriormente le sinergie sul territorio e le competenze che si sviluppano in Umbria. Nei nostri team abbiamo ad oggi 220 laureati, di cui 186 ingegneri; puntiamo attraverso la preparazione dei nostri collaboratori all’eccellenza in tutti i segmenti delle nostre attività. Sin dal 2009 partecipiamo come Polo alle due maggiori manifestazioni fieristiche del settore a livello europeo, a Parigi e a Farnborough, e negli anni abbiamo avuto riscontri estremamente positivi.
Quali sono i vostri prossimi obiettivi?
Innanzitutto crescere nei nostri progetti comuni, riuscendo ad offrire ai nostri clienti soluzioni sempre più integrate. Un obiettivo cui stiamo lavorando con grande attenzione è lo sviluppo di programmi in ricerca e innovazione con disegno comune, anche al fine di utilizzare a pieno le risorse che vengono messe a disposizione attraverso i bandi.
Al nostro interno puntiamo inoltre ad una crescita culturale e di competenze, anche mettendo a fattor comune le best practice di prodotto e di processo delle nostre aziende. Guardando insieme ad orizzonti ancora più ampi.