
Venerdì 9 e sabato 10 maggio saremo a Firenze per il Forum di Piccola Industria, ospitato quest’anno in una sede davvero prestigiosa: Palazzo Vecchio. Come sempre l’evento si presenta come un momento di riflessione, confronto e incontro per la nostra comunità. Il filo conduttore delle due giornate sarà la sicurezza, declinata in quattro aree tematiche quali sicurezza digitale, energetica, militare e climatica.
Circa il primo aspetto, da queste pagine abbiamo più volte abbiamo richiamato la necessità per l’Italia, e l’Europa, di affrancarsi da paesi politicamente non sicuri e che usano l’energia come strumento di condizionamento. Per garantire la sicurezza energetica per le nostre aziende è necessario perseguire un ventaglio ampio di politiche a breve e a lungo termine, dal disaccoppiamento del prezzo dell’elettricità da quello del gas all’ulteriore spinta delle fonti rinnovabili, dalla costruzione di un mercato unico dell’energia a livello europeo allo sviluppo del nucleare di nuova generazione. Proveremo a ribadire l’urgenza di procedere in queste direzioni.
Quella della sicurezza digitale, invece, è un’opportunità da cogliere in modo proattivo. Oggi costruire un modello per la sicurezza informatica delle nostre attività ha costi certamente meno impegnativi rispetto a qualche anno fa ed è importante che sempre più le piccole e medie aziende comprendano di non dover trascurare questo aspetto decisivo di competitività, soprattutto alla luce dei dati che vedono l’Italia e le sue imprese particolarmente esposte. Muoversi per tempo, prima che subentrino eventuali vincoli legati alla filiera in cui si opera, ci consentirà di essere più competitivi.
Il tema della difesa non è riducibile soltanto a quanti punti di Pil ciascun paese europeo deciderà di investire. Riguarda innanzitutto una riflessione seria sul rapido cambiamento degli equilibri geopolitici, sui rischi che comporta, su come costruire anche in questo campo una maggiore collaborazione a livello europeo e sul ruolo che l’industria e le Pmi possono avere.
A proposito di sicurezza ambientale, i cambiamenti climatici andranno affrontati da parte di cittadini e imprese investendo in prevenzione. Da molti anni nel nostro Paese questo aspetto è stato trascurato, sia per un problema di ingente spesa pubblica, sia per una rinuncia, se così possiamo dire, al ruolo istituzionale: un esempio per tutti sono i consorzi di bonifica, spesso divenuti meri dispensatori di gettoni di presenza.
Infine, non posso concludere questo editoriale senza una riflessione sulla questione dei dazi americani – congelati per 90 giorni, nel momento in cui scriviamo – e sulla tempesta che ha colpito le Borse mondiali proprio a causa delle scelte dell’amministrazione Trump. Solo il futuro ci dirà il vero impatto di questa rivoluzione, ma è già chiaro a tutti che gli equilibri politici costruiti dal dopoguerra ad oggi stiano subendo una trasformazione velocissima, che ci obbligherà a ripensare a mercati e alleanze economiche differenti da quelli che abbiamo conosciuto da 80 anni a questa parte.
(Editoriale pubblicato sul numero di aprile)