È un viaggio industriale nella sicurezza responsabile lungo quarantacinque anni quello che ha permesso a Lanzi Group – 14,3 milioni di euro di fatturato nel 2022 a fronte di 55 dipendenti – di ritagliarsi una fetta importante nel campo della produzione di guanti per la protezione ed il benessere dei lavoratori, tutt’ora core business aziendale. Traiettoria commerciale resa ancor più di successo negli ultimi anni dalla nascita di un’ulteriore branca d’impresa, quella dedicata ai sistemi di distribuzione automatica, in grado di far compiere un grosso salto in avanti alla Pmi con quartier generale a Torino.
“Il nostro impegno è declinato in cinque divisioni aziendali che si occupano di altrettanti settori – spiega Luigi Lanzi (nella foto in alto), presidente del consiglio di amministrazione di Lanzi Group –. I guanti, suddivisi in 120 tipologie, sicuri e dal design accattivante oltre che adatti ad ogni impiego in quanto easy to fit, sono ancora centrali nel nostro giornaliero. Andiamo dai clienti e li aiutiamo a risolvere i problemi che si sono presentati in azienda, magari proponendo loro specifici guanti anticalore o, come capitato in una trasferta francese, altri capaci di essere efficaci pure nella lavorazione del vetro”.
Parallelamente, la dinamica azienda piemontese tiene in grande considerazione anche i restanti rami industriali legati alla sicurezza, argomento che sta diventando sempre più prioritario nel mondo del lavoro. “Il problema inizialmente è stato di tipo culturale, ma adesso l’attenzione su questo tema è di certo in netta crescita. Lo vediamo dalle spese della nostra clientela: prima, soprattutto quella italiana, voleva merce a poco prezzo e quindi di qualità necessariamente limitata, mentre ora la richiesta di protezioni di sicurezza è forte e riguarda anche strumenti sofisticati e perciò costosi. Per esempio, recentemente abbiamo iniziato a distribuire gilet derivati dalle corse motociclistiche che si gonfiano, in maniera automatica ed in pochi millesimi di secondo, nel caso il lavoratore cada per esempio da una scala, salvandogli la schiena”.
Nel frattempo Lanzi Group, come detto, ha deciso di allargare il proprio perimetro di azione dedicandosi alla progettazione e produzione di sistemi di distribuzione automatica di oggetti vari da lavoro. Della creazione di quelle macchine funzionali a rendere più agevoli e coordinate le ore vissute dai dipendenti all’interno della propria azienda e non solo. “Per qualche tempo il mercato era stato sonnecchiante rispetto a questi macchinari di terza generazione per la distribuzione e la gestione dei materiali, nate nel solco di Industria 4.0 e della Smart Factory di IoT. Poi dal 2015 abbiamo iniziato a vedere che si stava muovendo qualcosa con le grosse industrie, Fiat compresa, intenzionate a dotarsi di questi sistemi e conseguentemente abbiamo deciso di aprire una divisione interna dedicata, la Safety Systems Industrial Vending. E così, a partire dall’anno successivo abbiamo fatto la prima consegna, a cui ne sono seguite altre 950 di queste macchine distributrici automatiche di prodotti vari come i Dpi, dispositivi di protezione individuale, i piccoli ricambi richiesti nel lavoro su linee e, tra le altre cose, i sistemi di distribuzione delle chiavi che abbiamo sviluppato con un gigante del settore ferroviario”, chiarisce Lanzi, facendo capire come l’attività di sviluppo – che, seguendo il business plan aziendale, porterà a qualche acquisizione in zone ancora non coperte entro l’anno in corso – dovrebbe pure garantire, a partire dal 2026, una crescita sostanziale per Lanzi Group.
“Il più grande obiettivo, ripeto, è quello di andare a stabilirci in parti d’Italia per noi ancora inesplorate e perciò estremamente interessanti da un punto di vista commerciale – conferma Lanzi -. Per adesso pensiamo di guardare soprattutto verso Lombardia, Triveneto ed Emilia Romagna per riuscire a portare a termine il tutto nel giro di un triennio. Questo perché, per poter mettere a terra progetti temporalmente di più lunga durata, in particolare in questo frangente storico, credo servirebbe la palla di vetro”.
Piani tanto ambiziosi quanto ben ponderati che potranno essere portati a termine puntando sul rapporto di fiducia, sulla serenità del lavoro di gruppo da sempre marchio di fabbrica della Pmi torinese. “Da noi l’errore non genera mai quella sorta di terrorismo psicologico che crea distanze con i dipendenti. Siamo costantemente presenti in azienda anche per far sì che le decisioni siano comunque condivise, perché sappiamo molto bene che se no non si va da nessuna parte”.
Il know how accumulato nel tempo è stato inoltre messo a disposizione degli studenti del territorio, attraverso una serie di incontri promossa da Piccola Industria. “Ultimamente siamo andati all’Istituto Tecnico Aeronautico ‘Grassi’ qui a Torino, dove abbiamo spiegato a 70 studenti, coinvolgendoli nei discorsi, in quali settori industriali è impegnata la nostra azienda”, conclude Luigi Lanzi.