In grado di produrre, oltre che progettare software ed hardware destinato al settore dell’Internet of Things, la Sensor ID è un’azienda che ha mosso i primi passi nel 2010 dopo che i suoi fondatori avevano vissuto un’esperienza di studio e lavoro all’interno dei laboratori del polo tecnologico dell’Università di Pisa. Sviluppata una serie di sistemi nel campo della Radio Frequency Identification (RFID), si è poi deciso di spostare parte di questa attività in Molise, regione in cui sono nati i soci della Sensor ID, che occupa otto dipendenti e nel 2021 ha raggiunto 1,3 milioni di euro di fatturato.
Nel corso degli anni l’impresa si è evoluta ulteriormente e ha potuto iniziare a produrre anche dispositivi elettronici mentre si dedicava allo sviluppo di software con l’obiettivo di fornire soluzioni integrate. “Abbiamo inoltre visto crescere nostri prodotti proprietari, sbarcati sul mercato soprattutto nel settore delle smart cities – spiega Alfredo Salvatore (nella foto in alto), amministratore delegato dell’azienda con base operativa a Campochiaro, in provincia di Campobasso –. In questo campo siamo operativi in tutto il territorio italiano, ma anche in Germania, Inghilterra, Repubblica Ceca, Croazia e Singapore, mentre nell’hinterland di Barcellona e a Grenoble abbiamo seguito progetti centrati sulla raccolta rifiuti”.
Parallelamente Sensor ID è impegnata in un’opera di consulenza per tre grandi clienti, per i quali il provider molisano (ma con un ufficio anche a Lainate, in provincia di Milano) studia soluzioni personalizzate. “Per loro lavoriamo su tre settori in particolare: medicina e wellness, controllo processi industriali e retail, cercando di fornire a questi grossi player sempre un qualcosa ad hoc che vada incontro alle loro esigenze”.
Toccata poco o niente dall’aumento dei costi dell’energia, considerata la bassissima quota necessaria per generare i propri prodotti, pure Sensor ID ha invece subito un forte contraccolpo economico dal punto di vista degli approvvigionamenti. “La carenza di alcuni componenti elettronici di cui non possiamo fare a meno ha provocato situazioni che definirei drammatiche – sottolinea Salvatore –. Comprate sui canali ufficiali, quelli da cui ci serviamo abitualmente, queste parti vengono consegnate anche con un mese e mezzo di ritardo. E così, non potendo perdere tempo in attesa di riceverle, siamo costretti a bussare alla porta dei broker con costi diventati assurdi. Per un cliente importante, faccio un esempio, abbiamo dovuto ridisegnare completamente la scheda di un loro prodotto nell’ottica di poter così utilizzare un componente alternativo e non dover bloccare la linea di produzione”. Progettazioni supplementari che oltretutto appesantiscono i bilanci.
Impegnata a fornire i propri servizi fondamentalmente a due tipologie di clientela, la Sensor ID ha affinato il lavoro giornaliero per essere pronta a sdoppiarsi sulla strada del massimo supporto ai diversi desiderata dei committenti. “Il primo genere di cliente che abbiamo è il cosiddetto system integrator – chiarisce l’ad della Pmi molisana –, un’azienda che fornisce a terzi soluzioni tecnologiche complete di cui noi sviluppiamo una componente, mentre l’altro è costituito da realtà con una struttura di Information Technology molto più articolata e con loro ragioniamo ovviamente ad un livello diverso”.
Un viaggio nell’IoT e in altri mondi tecnologici che Sensor ID vuole proseguire con grande attenzione anche nei prossimi anni, continuando a mettere l’esperienza sin qui acquisita in nuovi progetti. “Uno di questi lo abbiamo già sviluppato a livello di prototipo nel solco di un bando dell’Agenzia Spaziale Europea. Si tratta di un dispositivo che, soprattutto in questo periodo caratterizzato dal Covid-19, è in grado di misurare i parametri vitali delle persone, potendo pure essere utilizzato per inviare comunicazioni di allarme o emergenza. Utile, insomma, per chi vive da solo o per lavoratori che agiscono in solitaria. In più, nel settore delle smart cities, stiamo studiando sistemi capaci di controllare cosa viene gettato nei cassonetti dell’immondizia”, conclude Salvatore.