
L’obiettivo si sposta su un’altra parte d’Italia, su una provincia, quella di Rieti, in cui il pianeta scuola non deve fare i conti solo con i pesanti effetti generati dal Covid-19. Questo perché sul territorio reatino restano ancora forti i segni del terremoto del 2016, mentre si continua a lavorare per cercare di rendere meno problematica possibile la vita scolastica dei ragazzi.

CLAUDIA CHIARINELLI
“Qui l’emergenza Covid-19 è stata una sorta di colpo di grazia, che ha finito per acuire i problemi strutturali che ci portiamo dietro. Il sisma che quattro anni fa colpì Amatrice ha infatti reso inagibili molte scuole ed altre, invece, sono da mettere in sicurezza. E noi non vogliamo più strutture provvisorie”, spiega Claudia Chiarinelli, delegata per l’ente Provincia di Rieti alla soprintendenza delle scuole superiori. “Credo, inoltre, ci sia bisogno di strutturare le regole sempre considerando le peculiarità ambientali, perché in territori disagiati c’è spesso necessità di elasticità”.
Una situazione complessiva non certo facile da gestire per nessuno dei suoi attori, a partire dagli alunni (e loro famiglie), spesso costretti a mettere in preventivo viaggi “biblici” per raggiungere il proprio istituto. “Anche i ragazzi subiscono la carenza di mezzi pubblici che affligge questa parte di Lazio: per arrivare, per esempio, da Leonessa a Rieti devono farsi ogni giorno il segno della croce. E non tutti possono contare su genitori in grado di fare con regolarità la spola tra casa e scuola con un mezzo proprio. Ma credo che creando dei campus, degli spazi scolastici ad hoc potremmo dare risposta pure a questo problema. Ed è un progetto a cui tengo molto”.
Per quanto riguarda invece l’adesione degli istituti superiori della provincia di Rieti al Pmi Day organizzato da Confindustria, Claudia Chiarinelli ha un’idea ben precisa sul valore di questa esperienza. “Per i ragazzi è molto importante prendere contatto con le attività industriali, soprattutto Pmi, presenti sul nostro territorio prima della fine del loro percorso scolastico. Questa giornata gli fa toccare con mano chi è riuscito nella propria impresa e capire quanto possano essere fondamentali, per esempio, le startup per un futuro nel mondo del lavoro. Perché per loro l’industria non deve significare solo quella rappresentata dai colossi dell’economia”.
ALL’ISTITUTO SUPERIORE JUCCI RESTA IL PROBLEMA DEGLI SPAZI
Un’ulteriore istantanea sullo stato dell’arte dell’universo scolastico reatino la può fornire Stefania Santarelli, dirigente all’Istituto superiore Jucci – al cui interno sono presenti i licei classico, scientifico e scientifico sportivo – di Rieti, oltre che reggente al tecnico economico Luigi di Savoia della stessa città. Struttura, quella dello Jucci, che ospita poco più di mille studenti nelle sue varie sedi.

STEFANIA SANTARELLI
“Gli alunni del liceo classico finora hanno potuto seguire le lezioni con orari normali e nel rispetto delle normative, mentre allo scientifico, dove mancano dieci aule, siamo stati forzati ad organizzare le giornate su doppi turni – conferma Santarelli, costretta a casa dalla quarantena per il Covid-19 –. Sì, il nostro problema più grande resta quello degli spazi: per trovarli abbiamo anche fatto fare lavori di edilizia leggera abbattendo un paio di tramezzi”.
Nessuna difficoltà, invece, quando si è trattato di gestire gli ingressi a scuola dei ragazzi, che tra l’altro hanno visto confermata l’ora di lezione, prossimo Dcpm permettendo, ai canonici sessanta minuti. “Abbiamo scelto di puntare su punti di ingresso diversi, non scaglionandoli per orario e finora la cosa pare funzionare. Quello che non va così bene è la nostra rete internet, una grossa limitazione soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo”, sottolinea la preside Santarelli.
PRONTI A METTERE IN PISTA LA FAD ALL’ISTITUTO TECNICO “ALDO MORO”
Al tecnico economico “Aldo Moro” di Fara Sabina, dove è dirigente scolastico Giovanni Barbonetti (titolare pure di una reggenza ai licei classico, scientifico e linguistico dell’Istituto Rocci di Passo Corese), la situazione è sotto controllo. Nonostante i 1.500 studenti complessivi, nessuna classe ha avuto bisogno della quarantena anche se ci sono stati parecchi allarmi, causati da positività nelle famiglie dei ragazzi.

GIOVANNI BARBONETTI
“Per ora siamo stati bravi e fortunati. Forse è anche frutto di quanto fatto tra luglio e agosto quando, tra studi sul distanziamento, lavori di edilizia leggera e lotte con gli enti locali per avere quello che ci serviva, di giorni di vacanza ne abbiamo goduti veramente pochissimi – commenta Barbonetti –. Da settembre riusciamo a fare, con qualche accorgimento, tutte le lezioni in presenza, ma siamo pure pronti per altre eventualità. Abbiamo infatti sistemato le piattaforme, le telecamere per la Fad (Formazione a distanza), sperando, scaramanticamente, di non doverle usare”, dice il preside.
Nel frattempo, anche in questo contesto restano all’ordine del giorno le problematiche legate al trasporto pubblico, vera nota dolente e in grado di smontare i piani della dirigenza scolastica. “Avevamo pensato ad uno scaglionamento degli ingressi, all’entrata in classe alle 8.30 e alle 9.30 per poi far uscire i ragazzi alle 14.30 e alle 15.30, ma abbiamo dovuto rinunciare visto che Cotral non ha potuto raddoppiare le corse dei suoi pullman”.
A proposito del Pmi Day, poi, Barbonetti conferma quanto possa essere importante per gli studenti un appuntamento che consente di aprire per tempo una finestra sul mondo del lavoro. “Il Pmi Day è vitale, in particolare considerato che una buona parte di loro non farà l’università”.
ISTITUTO ALBERGHIERO DI AMATRICE, AI GIOVANI IN CONVITTO RICHIESTA MASSIMA PRUDENZA
“Da queste parti siamo ormai abituati a dover ripartire, a reinventarci il futuro”, sottolinea Anna Fratini, dirigente scolastico dell’Istituto alberghiero di Amatrice, con una sede anche a Rieti. “Non abbiamo avuto comunque troppi problemi nelle strutture prefabbricate in legno di cui disponiamo ad Amatrice, dove siamo riusciti a tornare dall’anno scorso con l’aiuto del comune per dare quel segnale di rinascita che la gente ci chiedeva. Per quanto riguarda la riorganizzazione e razionalizzazione degli spazi siamo stati avvantaggiati dal fatto che lo avevamo già messo in pratica dopo il terremoto del 2016. Ci siamo dotati in più solo dei banchi singoli”.

ANNA FRATINI
Dai laboratori, visto l’indirizzo di sala bar e cucina dell’istituto che conta 110 studenti (80% dei quali convittuali), viene l’unica piccola deroga alla normativa della distanza di sicurezza tra gli studenti, complessa da mantenere applicata in ogni frangente della giornata. “Scelta obbligata ma coraggiosa è poi quella di continuare a mantenere 80 ragazzi in convitto per cinque giorni su sette – continua Fratini – Abbiamo messo in campo tutti i dispositivi di sicurezza e nelle ore che passano nelle loro camere gli chiediamo responsabilità e prudenza. Quando scendono invece stanno in stanze comuni e perciò diventa tutto ancora più complicato da gestire. Ma per adesso sembra che ci stiamo riuscendo”.
(Le interviste sono state realizzate prima del Dpcm del 25 ottobre)