
Sono le imprese mature del sistema industriale italiano e internazionale a finanziare nel nostro Paese l’ecosistema dell’innovazione rappresentato da Startup e Pmi innovative. È quanto emerge dal rapporto diffuso dal Quinto Osservatorio sull’Open Innovation e il Corporate Venture Capital Italiano, promosso da Assolombarda, Italia Startup, Smau e la Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi, con la partnership scientifica di InfoCamere e degli Osservatori del Politecnico di Milano e con il supporto di Confindustria e Piccola Industria Confindustria.
I risultati sono stati presentati il 21 ottobre in occasione della seconda giornata di Smau Milano 2020, l’appuntamento di riferimento per le imprese interessate a sviluppare innovazioni di prodotto e di processo e portarle sul mercato.
In particolare, si legge nel comunicato stampa, “il numero delle quote dei soci Corporate che hanno investito in startup innovative è aumentato dell’83,7% tra settembre 2018 e settembre 2020, da 7.653 a 14.055 unità. Se si considerano le sole partecipazioni dirette, il numero di quote si attesta a 6.018, per un incremento del 62,3% negli scorsi due anni”. Per quanto riguarda invece gli investimenti in Pmi innovative, che l’Osservatorio ha mappato quest’anno per la prima volta, le quote dei soci Corporate sono 5.900, di cui 1.941 sono partecipazioni dirette. “Dalla fondazione del registro dedicato delle startup e Pmi innovative – si legge ancora – sia gli operatori Corporate con 1,77 miliardi di euro che quelli Family&Friends (costituiti da persone fisiche e ditte individuali) con 1,28 miliardi di euro contribuiscono a oltre il doppio degli investimenti provenienti dagli investitori specializzati (1,05 miliardi di euro), ovvero i fondi di venture capital in primis.
Un dato questo particolarmente interessante perché contribuisce a sfatare il luogo comune che vorrebbe le imprese italiane poco propense ad investire in progetti innovativi.
Inoltre, gli investitori specializzati in innovazione sono nel capitale di 610 startup e Pmi innovative iscritte alla sezione speciale Registro, mentre i soli Corporate Venture Capital sono nel capitale di 3.923 startup e Pmi innovative; gli operatori Family&Friends, infine, sono nel capitale di 9.168 startup e Pmi innovative.
Considerando i dati parziali dei bilanci di esercizio 2019, depositati al momento di redazione dell’Osservatorio, il fatturato generato nel 2019 è pari a 2,5 miliardi di euro e il 57% di questi ricavi, pari a 1,46 miliardi di euro, è prodotto da startup e Pmi innovative nel portafoglio di Corporate Venture Capital.
Per Angelo Coletta, presidente di Italia Startup, i dati dell’Osservatorio dimostrano che anche in Italia le imprese di ogni dimensione “credono sempre più nel valore aggiunto dato dalla collaborazione quotidiana con le giovani realtà innovative”. Sommando infatti le cifre dei soli investimenti diretti, si raggiungono circa 8mila partecipazioni Corporate in questo ecosistema.
Alvise Biffi, componente della Giunta della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi, nonché vice presidente di Piccola Industria per Cyber Security e Startup, si sofferma sul dato degli investimenti: “Oltre un miliardo e 700 milioni di investimenti da parte delle corporate in startup e Pmi innovative da quando, nel 2012, è stato introdotto lo Startup Act italiano è un dato positivamente sorprendente” e per questo Biffi invita a mettere a punto misure adeguate per “incentivare gli investimenti da parte delle aziende, considerato che, oggi, tali misure sono concentrate prevalentemente sulle persone fisiche e sugli investitori istituzionali”.
Dall’analisi del rapporto si evince anche un altro elemento e cioè che, nonostante la maggior parte dei soci Corporate di startup e Pmi innovative abbia sede al Nord, il flusso di investimenti interessa tutto il Paese. Una contaminazione, dunque, di cui beneficiano tutti e ribadita dallo stesso presidente di Piccola Industria Carlo Robiglio: “Da una parte lo sviluppo delle startup ad alto potenziale in un contesto solido e collaudato come quello d’azienda, dall’altra un’accelerazione dell’innovazione all’interno delle Pmi”. E aggiunge: “L’innovazione non si può fermare. Soprattutto grazie alla contaminazione tra imprese e startup”.