Con la nuova governance l’orologio delle politiche associative imprenditoriali va indietro di 25 anni e contemporaneamente sposta le lancette in avanti, archiviando il fallimento delle politiche comunitarie euromediterranee e consacrando il mondo delle imprese come attore politico-industriale.
Businessmed è l’organizzazione di rappresentanza del settore privato di 22 paesi del Mediterraneo, di cui supporta anche lo sviluppo nell’area. Nata su iniziativa degli imprenditori per analogia al processo comunitario che avrebbe dovuto far aprire nel 2010 la Zona di Libero scambio nell’area euromediterranea, Businessmed ha sempre svolto il duplice ruolo di attore di netwowking e di catalizzatore dei processi di internazionalizzazione associativa e delle imprese.
Facciamo un passo indietro: in parallelo ai vertici governativi e ministeriali euromediterranei, gli imprenditori della sponda Nord e Sud organizzarono, su prima iniziativa di Confindustria e della consorella maltese i propri summit imprenditoriali euromediterranei. A loro volta questi incontri diedero origine a Unimed, il programma comunitario di messa in rete delle associazioni imprenditoriali mediterranee che affidò, di nuovo, il ruolo di incubatore proprio a Confindustria.
Lo Spazio euromediterraneo non è mai davvero decollato, pur essendo un’architettura di grande visione. Ma Unimed resta uno dei suoi successi perché nel 2002 nella Sala Pininfarina della sede di Confindustria e poi ad Istanbul venne lanciata l’Umce, dal 2007 denominata Businessmed per simmetria alla trasformazione della consorella europea Unice in BUSINESSEUROPE. E nuovamente sempre Confindustria fu la prima organizzazione della sponda Nord ad entrare in Businessmed, fino ad allora composta soltanto da confederazioni imprenditoriali della sponda Sud, aprendo la strada all’ingresso di altre “Confindustrie” europee che oggi ne fanno parte, con la stessa capacità di visione e progettuale già dimostrata nel creare negli anni precedenti all’interno del suo Sistema, una associazione specifica per Africa, Mediterraneo e Medio Oriente, cioè Assafrica. Un patrimonio di autorevolezza che ha dato i suoi frutti.
Arriviamo ai nostri giorni: la stampa italiana e internazionale ha rilanciato a più riprese i nomi dei componenti del nuovo vertice, composto da Barbara Beltrame e dai vice presidenti Tarek Tawfik e Bedii Can Yücaoğlu. In realtà l’assemblea generale di Businessmed non designa le persone ma le organizzazioni nazionali che compongono il nuovo board. Spetta poi ai membri nazionali designati (in questo caso Confindustria-Italia, FEI-Egitto e TUSIAD/TISK-Turchia) indicare a loro volta il nominativo di chi ricoprirà l’incarico.
Il punto: con la nomina di Barbara Beltrame-Confindustria per la prima volta in assoluto una confederazione imprenditoriale del Nord assume la presidenza dell’organizzazione di rappresentanza imprenditoriale mediterranea. E questa svolta avviene proprio nell’anno in cui ricorrono i 25 anni dalla Conferenza di Barcellona, fondante dello Spazio euromediterraneo.
È dunque un ritorno alle origini e al tempo stesso una conferma della visione strategica di lungo periodo di Confindustria sul piano dell’internazionalizzazione, che apre la strada a nuove forme di dialogo all’interno e all’esterno di Businessmed e accende i riflettori sul blocco regionale Europa-Africa.
Le prime dichiarazione di Barbara Beltrame indicano infatti un percorso preciso, che tiene bene conto anche della presenza della Cina, nuovo competitor nel Mediterraneo. “Occorre ripensare i modelli di sviluppo socioeconomico della regione e il ruolo fondamentale delle ‘Confindustrie’ delle imprese europee, africane e mediterranee. La nuova visione di Businessmed mira al ridisegno dei modelli organizzativi ma anche allo sviluppo di un nuovo approccio che permetta alle Confederazioni imprenditoriali di ‘orientare’ le imprese, attraverso una maggiore attenzione alle soft skills, per essere pronti a rifocalizzare le strategie di business ed iniziare a immaginare imprese versatili e reattive”, ha infatti dichiarato durante l’assemblea in cui è stata nominata, con un occhio rivolto all’Africa, che ad oggi sembra uscire “graziata” dal Covid-19 e lanciata verso la Free Zone di tutto il continente a partire dal 1° gennaio 2021.
Una nomina quindi che non riposiziona l’Italia al centro del Mediterraneo bensì il Mediterraneo al centro delle strategie imprenditoriali per la ripresa post pandemia. Una storia tutta ancora da scrivere.