L’innovazione rappresenta una delle chiavi di volta per il successo di un’azienda e anche il driver su cui puntare per rilanciare la crescita del Paese. Imprenditori e manager sono i principali responsabili nella trasformazione dall’analogico al digitale, gli attori ai quali il piano governativo affida un ruolo fondamentale.
Come ci ricorda la “New Skills Agenda” della Commissione europea, il nostro Paese sconta un deficit marcato rispetto al resto d’Europa in termini di digital readiness.
Il Piano nazionale Industria 4.0 intende far fronte ai gap, oltre che con investimenti in fattori “hard”, con il supporto alle infrastrutture immateriali sul fronte delle competenze.
Fondirigenti ha visto incrementare in modo significativo e costante il numero di imprese e dirigenti, confermandosi al primo posto tra i fondi per la formazione manageriale d’Italia, con una larghissima maggioranza di Pmi che rappresentano quasi il 90% delle imprese aderenti.
Le competenze per Industry 4.0 rappresentano un focus su cui puntare, come dimostrano i dati del primo Impact Report. Le risorse dedicate da Fondirigenti all’asset digitalizzazione, nel solo biennio 2016-17, ammontano a ben 16 milioni di euro, con oltre 1.100 piani formativi approvati, 180mila ore di formazione e più di 2.400 partecipanti. Le risorse complessive stanziate per la formazione dei dirigenti risultano, nello stesso biennio, oltre 54 milioni di euro, con più di cinquemila aziende e 23mila dirigenti coinvolti.
I dati confermano l’interesse delle imprese a puntare sulla formazione, considerata un elemento importante, in termini di vantaggio competitivo. Relativamente al valore aggiunto, il Report ha rilevato che, a fronte di ogni euro finanziato da Fondirigenti, le imprese sono disposte a investire in media 1,8 euro (con un moltiplicatore degli investimenti pari al 180%).
“Nell’ultimo biennio abbiamo scelto di focalizzarci su Industria 4.0, per diffondere una maggiore consapevolezza dell’impatto che avrà sul sistema produttivo. – spiega il presidente Carlo Poledrini – Oltre ai piani formativi, abbiamo stanziato 2,7 milioni di euro per iniziative strategiche da realizzare in collaborazione con le associazioni, per sviluppare un maggiore awareness fra dirigenti e imprese, e raccogliere informazioni per la messa a punto delle future attività, moltiplicando le occasioni di ascolto sui territori”.
L’obiettivo di Fondirigenti è quello di continuare a coinvolgere in modo significativo non solo le grandi imprese, ma soprattutto le Pmi, che rappresentano la maggioranza nel tessuto industriale del nostro Paese. L’elevato tasso di partecipazione alle iniziative del fondo (58%) dimostra il forte interesse delle imprese su questi temi.
Le tematiche più rilevanti riguardano i piani di trasformazione digitale, con un’enfasi particolare sulle competenze trasversali, necessarie a gestire il cambiamento, seguiti da e-reputation, innovazione dei processi e dei big data. Con riferimento all’innovazione, emerge l’esigenza di sviluppare competenze gestionali sull’impiego di tecnologie legate all’automazione, all’intelligenza artificiale e conseguenti ricadute sui processi e nuove modalità di lavoro, compreso lo smart working, e valorizzare il rapporto con il sistema creditizio a supporto dell’innovazione.
“Da questa prima istantanea è possibile rilevare i contorni di un sistema vitale. – spiega Costanza Patti, direttore generale di Fondirigenti – A fronte delle molteplici sfide della complessità e dell’innovazione, Fondirigenti ha migliorato la propria capacità di fornire strumenti rapidi e efficaci. I manager e le imprese, dal canto loro, hanno colto le nuove opportunità con decisione, come dimostra il gran numero di richieste di finanziamento per interventi legati a Industria 4.0”.
L’Impact Report consente di confermare, inoltre, gli studi della Berkeley University, su dati Fondirigenti, che evidenziano un aumento del 12% di produttività aziendale al raddoppio degli investimenti in formazione. Fondirigenti si pone pertanto come attore significativo della Job Coalition della Ue nella promozione della formazione manageriale in Europa. “Siamo sulla strada giusta – conclude Patti – ma occorre aumentare sensibilmente la quantità e la velocità di trasferimento delle risorse alle aziende. Per fare ciò è indispensabile aprire un confronto con gli attori istituzionali al fine di diminuire il peso della burocrazia”.