È possibile, è necessario. Possibile perché non mancano la volontà, la visione, le competenze e la determinazione, ma anche perché le condizioni oggi come non mai, ci sono. Necessario perché il rilancio e la crescita sono divenute essenziali per il nostro presente e prossimo futuro.
Dal palco dell’assemblea pubblica il presidente Bonomi ci ha rassicurati che la ripresa è in atto: i risultati sono superiori alle previsioni della primavera e si stima che Pil e occupazione tornino ai livelli pre-crisi già nel secondo trimestre del 2022. Passano poche ore e il presidente dell’Istat Blangiardo conferma ed evidenzia un quadro programmatico ove il perseguimento della fase espansiva corrisponderebbe al superamento del trend pre-crisi nel 2023. Bonomi lancia la proposta di un Patto per l’Italia invocato anche dal presidente Draghi, raccolto e rilanciato dagli stessi sindacati; gli imprenditori applaudono. Dunque, la scelta di cambiare appare convintamente condivisa, largamente condivisa.
A crederci non siamo soli: l’autorevole Financial Times sottolinea che, come rilevato da Consensus Economics, “la crescita economica dell’Italia ha avuto il più grande rialzo di qualsiasi altro paese del G7 negli ultimi cinque mesi”. Il banco di prova saranno le tante e tanto attese riforme, soprattutto quelle strutturali: dalla concorrenza al fisco, dalla previdenza al mercato del lavoro.
In un clima così favorevole il percorso parrebbe in discesa. Tuttavia, in politica necessità e possibilità potrebbero non bastare per cambiare: occorre scegliere di cambiare. Occorre farlo tutti insieme, il prima possibile.
Se Nouriel Roubini già parla di una nuova “stagflazione” (stagnazione economica e crescita dell’inflazione), c’è da drizzare le orecchie e soprattutto da non perdere tempo: l’interruzione della fornitura di alcune materie prime ma anche di semilavorati strategici – la nostra rivista sta dedicando ampio spazio al tema –, le difficoltà di approvvigionamento energetico e l’incremento del suo costo, l’assorbimento del debito pubblico accumulato e cresciuto esponenzialmente per fronteggiare il Covid-19, la stretta creditizia, l’escalation dei prezzi al consumo, sono nubi che non si addensano solo sul cielo italiano e possono condizionare le ripresa. Non solo la nostra.
In campo c’è ben altro. Ci sono le azioni concrete sulle sfide globali individuate nelle raccomandazioni delle 9 Task Force B20 consegnate da Emma Marcegaglia al presidente Draghi, non dimenticando di sottolineare che “è necessaria una cooperazione economica più coesa e una governance multilaterale al passo con i tempi, perseguendo politiche di bilancio ambiziose e coordinate, che fungano da corollario alle politiche monetarie nel sostenere la fiducia e gli investimenti. Constatiamo segnali incoraggianti: la cooperazione e la collaborazione vengono considerate adesso chiaramente come l’unico modo per contrastare e affrontare le minacce comuni”. Ancora una volta, scegliamo di cambiare. Subito e tutti insieme.
(Articolo pubblicato sul numero di ottobre dell’Imprenditore)