
La certificazione del lavoro di aziende virtuose è da tempo centrale nell’impegno giornaliero di Ecogruppo Italia, Pmi siciliana impegnata ad accompagnare la propria, variegata clientela verso uno sviluppo sempre più ecocompatibile. Dal 1992, l’impresa con base a San Giovanni la Punta, in provincia di Catania, si spende anche sui mercati internazionali nei settori dell’agroalimentare bio, cosmesi, detergenza, packaging e in quello legato alle strutture ricettive.

LA SEDE AZIENDALE
Ecogruppo Italia – con un fatturato 2020 pari a 3,8 milioni di euro e 15 dipendenti – ha nel tempo ampliato i propri confini commerciali, arrivando ad offrire servizi pure in altre regioni italiane. “All’inizio degli anni Duemila, per essere autorizzati ad operare, bisognava avere almeno quattro sedi regionali e noi, oltre alla casa madre catanese, eravamo così presenti anche in Calabria, Puglia, Lombardia e Piemonte –spiega l’amministratore delegato Angelo Maugeri (in foto) –. In seguito, per essere più pronti e contenere i costi si è deciso di creare macro aree sovra regionali, scelta che comunque ci consente di non fare mai mancare assistenza alla nostra clientela presente sul territorio nazionale”.
Al momento i produttori controllati dai 97 ispettori (89 operanti in Italia e 8 all’estero) raggiungono globalmente le 4.515 unità, numeri che sono stati raggiunti dopo lo sbarco di Ecogruppo Italia anche oltre confine. “In un primo tempo avevamo sedi in Moldavia e Romania, due progetti poi non proseguiti, mentre successivamente, era il 2011, abbiamo scelto di farci conoscere in Bulgaria, dove ora possiamo contare su un buon seguito – sottolinea Maugeri -. Nel 2020, inoltre, Ecogruppo Italia ha ottenuto un’importante autorizzazione da parte della Ue: da quel momento, infatti, abbiamo potuto prestare la nostra opera pure in paesi extra europei come Armenia, Azerbaijan, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Nord Macedonia Serbia, Kazakistan e Turchia. In quest’ultimo paese abbiamo iniziato a seguire grandi aziende e il lavoro procede sufficientemente spedito”.
L’Italia resta comunque il terreno d’azione preferito per la Pmi catanese, impegnata a promuovere tra i propri clienti soprattutto l’agricoltura biodinamica. “Si tratta di quel tipo di coltivazione che non fa forzature rispetto ai processi della natura. Non va, insomma, ad alterare gli equilibri nel terreno e rispetta i tempi dettati dalle stagioni, mentre, al contempo, monitoriamo pure la zootecnia – chiarisce l’ad dell’azienda siciliana -. Le nostre certificazioni in ogni caso non possono andare ad attestare le buone pratiche di tutte le imprese, ma solo di quelle che hanno i requisiti previsti da un regolamento comunitario. I concetti di chilometri zero, di circolarità, legati all’auspicabile minore produzione mondiale di anidride carbonica, sono estremamente centrali nel modus operandi di Ecogruppo Italia”.
L’idea per il futuro prossimo è poi quella di creare un nuovo schema di certificazione, l’Ecogreen, in grado di andare a documentare l’impegno sostenibile di aziende che si occupano di biomasse. “Di chi, insomma, prende prodotto di scarto dell’agricoltura e lo trasforma. Potature o frutta in genere, ma pure ortaggi. Dinamica virtuosa che permette il ritiro degli scarti togliendo di fatto il problema dello smaltimento all’agricoltore di turno. In più potrà essere prodotto biogas capace di alimentare motori particolari e questo sta a significare che, quando si trasporteranno merci, lo si potrà fare con un bollino di certificazione indicante la provenienza del biogas da aziende agricole ecosostenibili. Stiamo portando avanti questo progetto e ci auguriamo possa avere uno sviluppo in tempi contenuti”.
Tutti input dati al mondo del lavoro, non solo agricolo, che sembra proprio vengano recepiti in maniera più estesa rispetto al recente passato, sottolinea Angelo Maugeri. “Adesso l’agricoltore è più consapevole, si avvicina al biologico sapendo, tra l’altro, che è l’unico settore in positivo e non ha mai avuto crisi, neanche nel periodo pre Covid-19. Come produzione e commercializzazione cresce del 4,5-5% l’anno. Inoltre, hanno voglia di essere coinvolti in qualcosa di nuovo, più sano, in grado di contribuire a preservare l’ambiente dai pericolosi cambiamenti climatici che abbiamo ormai ciclicamente davanti agli occhi”.