La fase della ripartenza si annuncia lunga e difficile e trova il sistema produttivo molto provato dagli effetti di una crisi senza precedenti che rischia di lasciare indietro molte imprese. Carlo Robiglio, presidente Piccola Industria Confindustria non nasconde il senso di precarietà e incertezza che vive come imprenditore alla guida del Gruppo Ebano, di cui è fondatore e Ceo, ma è convinto “che anche nei momenti più difficili si possa crescere e trovare nuove leve di sviluppo”.
Ricorda come già la recessione del 2008 portò alla necessità di traghettare il proprio business dall’attività editoriale tradizionale, che per effetto della crisi cominciava a segnare il passo, verso nuove opportunità, con investimenti in comunicazione e digital marketing. Fino ad arrivare, nel 2013, all’acquisizione dal Gruppo De Agostini della unit che si occupava di editoria per la formazione professionale da erogare a distanza e tramite piattaforme e-learning e alla creazione di una nuova società, CEF Publishing. “È stata una nuova sfida – spiega Robiglio – che ha consentito di sviluppare attività con grandi prospettive di crescita, che si sono negli anni consolidate, divenendo la vera strada di business. Oggi le nove società del Gruppo, dislocate nell’area novarese, a Torino e in provincia di Bari, lavorano in maniera sinergica per iniziative di editoria classica e a carattere formativo che riguardano molteplici aree, dal food all’estetica al pet care”.
Certamente l’attività ora risente di questa grave e inedita fase di difficoltà. L’emergenza, sul piano organizzativo è stata affrontata dal Gruppo Ebano con disagi tutto sommato contenuti. “Operando nell’economia digitale – racconta l’imprenditore – abbiamo già processi dematerializzati e da due anni alcuni nostri collaboratori operano in smart working, dotati di tutte le tecnologie per lavorare da remoto. Eravamo preparati come azienda e nell’arco di pochi giorni abbiamo messo in campo un piano di emergenza che ha consentito a più di 200 persone di lavorare da casa. Non è stato semplice ma ce l’abbiamo fatta e credo che questa modalità apra nuove interessanti opportunità per le imprese. La ricaduta peggiore riguarda il calo degli incassi, nell’editoria classica a causa della chiusura delle librerie e anche per quanto riguarda i corsi professionali per le ripercussioni nel mercato consumer in cui operiamo con queste attività”.
Le misure messe in campo dal governo, ad esempio, per la liquidità? “Prese in considerazione, ma non funzionano”, le procedure sono complesse e tempi di restituzione troppo brevi. “Si fa fatica a vedere tali interventi come misure di sostegno reale alle imprese. Non solo, oltre al mancato arrivo della liquidità per fronteggiare l’emergenza dovuta all’epidemia da Covid-19, le difficoltà si sono ulteriormente aggravate anche a causa della messa in discussione di operazioni e progetti di investimento in itinere con il sistema bancario finalizzate allo sviluppo dell’azienda”.
Pur di fronte a scenari incerti, guardando ai settori di attività del Gruppo Ebano, secondo Robiglio, “il futuro per l’editoria è nell’innovazione legata al digitale, alla fruibilità dei contenuti attraverso piattaforme digitali”. La gestione dati permette di clusterizzare gli interessi dei consumatori per aprire nuovi mercati. Anche i grandi appuntamenti del settore, come le fiere, che per necessità migreranno sulla Rete, potranno trovare nuova linfa da questa modalità, soprattutto in termini di ampliamento e diversificazione dei target di riferimento.
La formazione a distanza potrà avere grandi opportunità di sviluppo, “perché consente alle persone di formarsi quando vogliono, come vogliono e dove vogliono a prezzi competitivi. Un punto di forza della nostra attività è quello di aver integrato la formazione a distanza con l’esperienza sul campo, con stage attinenti al corso seguito. Questo nella logica, che come Piccola Industria sosteniamo da tempo e con grande impegno, di creare competenze realmente richieste dal mercato del lavoro, avvicinando sempre di più il mondo dell’istruzione a quello delle imprese”.
Anche in questa difficilissima congiuntura non bisogna abbandonare la tensione verso il cambiamento. La crisi ha causato difficoltà, ma ora è necessario investire in innovazione, nella formazione dei propri collaboratori. “Dobbiamo rimboccarci le maniche – conclude Robiglio –. Il portato di questa esperienza, ciò che abbiamo compreso, è che, se vogliamo rilanciare le nostre imprese, dobbiamo puntare sull’innovazione e mettere al centro le persone, investire sulla loro formazione, sui talenti e sulle competenze. Amartya Sen, economista e filosofo indiano, diceva che ‘il sapere riesce ad essere il più potente mezzo per lo sviluppo solo se assunto come il fine dello sviluppo stesso’”.