Azienda storicamente radicata nel territorio udinese, la Grafiche Filacorda è riuscita a navigare al meglio negli anni tra tradizione e processi innovativi, allargando progressivamente il proprio raggio d’azione commerciale. Nata nel 1954 dalle idee del pioniere Enzo, che decise di investire nell’acquisto di una piccola macchina da stampa a pedale le 100mila lire arrivate da una precedente liquidazione, la Grafiche Filacorda – 18 dipendenti e fatturato 2020 di 2,2 milioni di euro – si è imposta in modo sempre più marcato all’attenzione del mercato a partire dagli anni ‘80.
“È stato il periodo in cui abbiamo fatto il definitivo salto di qualità, con il passaggio dell’azienda nello stabilimento di viale Palmanova a Udine che è tuttora la nostra sede – spiega Anna Filacorda, contitolare assieme al padre Enzo della Pmi friulana –. Per mantenerla all’avanguardia nel settore tipografico, nel tempo abbiamo fatto diversi investimenti, che ci hanno portato a diventare nel 2017 i primi nella regione ad usare la tecnologia H-Uv e quella Led, permettendoci di stampare su carte naturali e avere una qualità decisamente superiore alla media”.
Continui aggiornamenti, ma anche adeguamenti ai nuovi servizi, che hanno arricchito l’offerta in un campo grafico in cui la stampa offset, quella tradizionale, ha dovuto fisiologicamente lasciare il passo alla digitale. Fino ad arrivare, poi, alla situazione attuale. “Diminuite pure le tirature della stampa, negli anni precedenti alla comparsa del Covid-19 ci siamo già trovati a fronteggiare più di un problema gestionale. Nulla rispetto al periodo della pandemia, con un 2020 che è senza dubbio stato il peggior anno in assoluto della Grafiche Filacorda – sottolinea la contitolare dell’impresa udinese –. Eppure era iniziato con i fuochi d’artificio, tanto che ci eravamo piacevolmente sorpresi del fatturato di gennaio e febbraio, numeri mai visti nella nostra azienda. Poi purtroppo è successo quello che sappiamo e parecchi clienti dell’azienda facevano parte dei settori maggiormente toccati dagli effetti del Covid-19. Chiuse queste attività, abbiamo di riflesso vissuto momenti molto complicati, con strascichi pure nei primi mesi del 2021”.
Un periodo, quello pandemico, caratterizzato dalla chiusura di tante attività, ma anche dalla sospensione delle fiere, sulle quali aziende come la Grafiche Filacorda puntano per fare conoscere le proprie capacità al pubblico. “Adesso, per fortuna, ci troviamo nella situazione opposta: dalla scorsa primavera siamo infatti pieni di lavoro e senza un attimo per respirare – chiarisce Anna Filacorda –. L’unica cosa che ci rallenta un po’ è il non riuscire a reperire con costanza le materie prime. I depositi della carta stanno esaurendo le scorte ed è complesso trovare anche l’alluminio che serve per le nostre matrici di stampa. Ne consegue che i tempi di consegna alla clientela si sono inevitabilmente allungati”.
E quindi l’azienda di Udine sta facendo i salti mortali per non deludere chi chiede abitualmente i suoi servizi. “Sono principalmente imprese del settore del mobile, di quello farmaceutico e della ristorazione di Friuli, Veneto e Lombardia, a cui offriamo qualità oltre alla velocità nella consegna degli stampati. Cose che ci vengono riconosciute visto che non abbiamo mai mandato un cliente in fiera senza il catalogo promesso. A costo di farglielo avere tra le mani un minuto prima dell’apertura del loro stand. Un impegno non da poco, insomma, ma che serve a fidelizzare ancora di più la nostra clientela in un momento in cui molte aziende del territorio sono invece state costrette a chiudere i battenti”.
Nel frattempo, con grande orgoglio, i vertici della Grafiche Filacorda continuano a portare avanti il progetto del calendario aziendale, idea che ha ormai dodici anni di vita. “Con i giovani talenti del design che studiano all’Istituto superiore per le industrie artistiche di Pordenone ho stabilito da tempo un rapporto per me veramente appagante – commenta Anna Filacorda –. Da qualche anno do loro il tema, che per il 2022 sarà l’ecosostenibilità, e le menti fresche e curiose dei ragazzi fanno il resto”.