
È un quadro d’insieme fisiologicamente in chiaro scuro quello che prova a delineare il presidente Gianni Quartiroli (nella foto in alto), chiamato a guidare la Piccola Industria di Assolombarda nei complicati tempi dettati dal Covid-19. I segnali positivi non mancano di certo, ma l’imprevedibile fluidità di questo periodo inedito per l’economia mondiale continua a non dare certezze a chi, invece, vorrebbe investire. Come nei settori ad alta tecnologia che devono farlo senza soluzione di continuità e sono invece tra i più frenati da questa contingenza.
“Per la maggior parte delle Pmi lombarde c’è stata una sensibile ripresa a partire dalla riapertura dopo le ferie estive, numeri in crescita che hanno riguardato in un po’ tutti i comparti ad eccezione di quello della meccanica pesante che soffre ancora la mancanza di commesse – chiarisce Quartiroli –. Per quanto riguarda invece elettronica, grandi impianti, macchine per la produzione la situazione è decisamente più rosea. Solo che adesso siamo ripiombati in un clima di incertezza che rallenterà la ripresina in atto, considerato inoltre che storicamente nell’ultimo trimestre dell’anno non si è mai riusciti a produrre il fatturato dei tre precedenti”.
Poca propensione all’investimento che dipende anche da fattori extra Covid-19, come spiega il presidente Quartiroli. “Succede perché mancano gli incentivi, visto che il 4.0 è finito e assieme a lui se n’è andata quella detraibilità capace di dare una bella mano alle aziende. Non possiamo perciò vedere granché bene la fine del 2020, periodo in cui la scarsa crescita del mercato farà sì che la competizione per avere un maggiore fatturato si sposti sul prezzo. E così, fatalmente il margine è destinato a diminuire”.
Tutto questo accade nonostante la riconosciuta resilienza delle Pmi lombarde, sempre in grado di rimettersi in marcia anche dopo periodi pesantissimi per l’economia. “È vero. Hanno sempre incassato meglio di altri determinati colpi, ma attenzione a sopravvalutarle. Perché se scossoni di tale forza dovessero proseguire magari per i prossimi due anni, beh, la situazione diventerebbe drammatica soprattutto per le piccole aziende. Quando c’è da contenere i costi, reagire velocemente alla ripartenza del mercato hanno ormai maturato uno spirito invidiabile. Il problema è che questo livello di reattività non è sostenibile nel lungo periodo essendo la maggior parte di loro scarsamente capitalizzate. E se gli ordini non arrivano, resistere diventa assai complicato”.
Una presidenza, quella Quartiroli, che tra l’altro si è trovata a gestire il successo del progetto Podcast “Piccola Industria, grande storia”, racconto in nove puntate che ripercorre la trasformazione del nostro Paese attraverso gli occhi della piccola industria lombarda (per ascoltare i podcast cliccare qui). Idea così ben illustrata dagli audio originali dell’Istituto Luce che associazioni della Piccola Industria di altre regioni paiono essersi convinte a replicarla. “Devo dire che sentire un’azienda raccontata alla radio lascia un persistente sapore di storia. E stiamo lavorando per fare sì che questa esperienza possa avere un proseguimento in altri territori d’Italia, altrettanto ricchi di storie da portare a conoscenza di più persone possibili”.

ANTONIO CALABRÒ
Primo attore nel progetto Podcast è stato Antonio Calabrò, vice presidente di Assolombarda con delega ad Affari istituzionali, Organizzazione, Cultura e Legalità, autore delle interviste che arricchiscono le nove puntate del racconto audio che va dal dopoguerra ai nostri giorni. “Il progetto ripercorre settant’anni di storia economica d’Italia attraverso la voce dei suoi protagonisti: gli imprenditori della piccola industria, cuore pulsante del tessuto produttivo nazionale e lombardo. Le piccole imprese lavorano ogni giorno con coraggio e dedizione, contribuiscono alla crescita sociale e culturale del territorio e rappresentano uno straordinario esempio di innovazione e saper fare”, spiega Calabrò.
Pmi che storicamente hanno un ruolo centrale in questa importante regione italiana. “In Lombardia sono il 99% del totale delle aziende e occupano il 66% degli addetti. A questa spina dorsale dell’industria, appunto, abbiamo voluto rendere omaggio, valorizzando storie e persone che testimoniano quei valori e quell’identità fondanti dell’essere imprenditori – sottolinea Calabrò –. Una passione e un orgoglio radicati nel tempo e capaci di rinnovarsi nei cambiamenti: fondamentali sia nel dopoguerra per la ricostruzione, sia oggi per rilanciare la ripresa economica e sociale del Paese”.

ALESSANDRO ENGINOLI
Al progetto Podcast ha dato il proprio contributo anche il past president di Piccola Industria Assolombarda Alessandro Enginoli, tra i primi a comprendere le potenzialità dell’idea. “Tutto è partito in modo abbastanza casuale. Un paio d’anni fa, scartabellando all’interno dell’archivio di Assolombarda abbiamo trovato foto, verbali degli anni ‘50 e ‘60 e ci siamo subito impegnati per provare a farne una storia – chiarisce Enginoli –. Da quei documenti soprattutto radiofonici, ci siamo detti che stava arrivando un messaggio molto attuale, che avrebbe aiutato a far capire il futuro attraverso testimonianze passate. Un ottimo e appassionante modo per comunicare, crediamo”.
Interviste e aneddoti “regalati” agli archivi di Assolombarda dagli audio originali dell’Istituto Luce, porzioni di storia italiana in cui si riconoscono, tra le altre, le voci di Giovanni Falck, Lodovico Targetti, Franco Nodari, Giovanni Battista Pirelli. Ma anche quelle di Amilcare Pizzi, Luigi Lucchini, Emanuele Dubini, Luigi Einaudi, Paolo Cassina, Michele Perini e Guido Carli. “Personaggi straordinari passati da Assolombarda e dei quali si era persa in qualche modo la memoria. Quando è partito il progetto non avevamo un’idea precisa di come sarebbe arrivato in porto, ma ora debbo dire di essere molto contento del prodotto finale. Per noi era giusto portarlo a termine, per poi poterlo fare arrivare anche nelle scuole, magari arricchendolo di qualche video. Il Covid-19 ha però finito per complicare questo ulteriore passaggio”, conclude Enginoli.