

PIETRO MULATERO
Istituzionalmente impegnati a sostenere l’accesso al credito delle pmi, i Confidi agiscono nella logica della mutualità e si riconoscono nei valori del radicamento territoriale, della prossimità e della conoscenza diretta delle imprese. Essi rappresentano uno strumento di ottimizzazione del rapporto tra risorse pubbliche ed economia reale. E’ questa la ragione storica della loro origine. E’ sempre questa la necessità della loro continuità.
Sappiamo che le pmi rappresentano la quasi totalità delle imprese italiane e occupano circa l’80% degli addetti. Per esse, la relazione con le banche rappresenta da sempre un elemento di rigidità e criticità. Il ruolo dei Confidi è quello di rendere possibile, per questa categoria di imprese, una relazione strutturata con il sistema bancario che possa ad esse consentire di disporre delle fonti di finanziamento necessarie alla continuità e allo sviluppo del proprio business.
Nella loro attività istituzionale i Confidi danno conto della propria natura associativa e si configurano come strumenti della politica industriale del paese. Essi rappresentano una preziosa risorsa del sistema della rappresentanza per supportare, in una logica mutualistica, le esigenze delle Pmi.
Federconfidi, la Federazione di rappresentanza dei Confidi del settore industriale associa 36 confidi distribuiti sull’intero territorio nazionale, ai quali aderiscono, complessivamente, oltre 90.000 piccole e medie imprese. I finanziamenti in essere ammontano a circa 9 miliardi di euro, a fronte di garanzie rilasciate pari ad oltre 3 miliardi di euro.
In questi anni di crisi i nostri Confidi hanno continuato a supportare le pmi pur pagando lo scotto non indifferente dell’aumento dei volumi delle proprie sofferenze (circa 500 milioni) con una conseguente riduzione patrimoniale.
I Confidi del comparto industriale assicurano la presenza della garanzia mutualistica sull’intero territorio nazionale, con una presenza numericamente maggiore al Sud (43,6% del totale) rispetto al Centro (20,5%) e al Nord (35,9%). In valore è invece il Nord, comprensibilmente, a garantire maggiori volumi, raggiungendo circa il 65% delle garanzie totali, contro il 35% del Sud e del Centro.
Per comprendere tuttavia il tessuto di cooperazione che il nostro sistema rappresenta non possiamo limitarci ai dati numerici territoriali. Dobbiamo sempre leggere – nonchè indirizzare – le spinte evolutive in atto.
Molti dei nostri Confidi hanno ormai attivato, infatti, soluzioni strategico-organizzative che realizzano, al di là della insistenza su uno specifico territorio, una presenza di sistema che sfrutta sinergicamente le caratteristiche dei singoli operatori, integrando le competenze tradizionali del Confidi con una prospettiva aggregata, che consente in ultima analisi di offrire alle nostre imprese, un supporto di più ampio respiro; ciò, senza perdere la prerogativa “genetica” del Confidi, vale a dire la vicinanza geografica e culturale all’impresa.
La “riorganizzazione” dei Confidi ha in realtà radici ormai profonde, se si considera che, dagli anni Novanta, il numero dei nostri Confidi si è più che dimezzato. Storicamente il fenomeno è stato determinato dalla ricerca di maggiore efficienza e da una esigenza di razionalizzazione che ha interessato tutti i comparti. Il mondo dei Confidi, infatti, generatosi spontaneamente ed in mancanza di un quadro normativo definito, è stato a lungo caratterizzato da una elevata frammentazione delle proprie strutture, molte delle quali avevano dimensioni ridotte. Il processo di aggregazione che ha caratterizzato l’intero sistema dal Duemila in poi ha da un lato ridotto il numero di operatori, dall’altro conferito al sistema stesso un maggior grado di affidabilità e razionalizzazione. A completare tale processo ha poi contribuito la trasformazione dei Confidi maggiori in intermediari vigilati, che ha indotto molti operatori alla ricerca di rappresentatività e crescita dimensionale.
Oggi sono 17 i confidi associati a Federconfidi vigilati a norma del Testo Unico Bancario (secondo la vecchia normativa): essi rappresentano circa l’86% delle pmi associate e l’88% del totale dei finanziamenti.
Senz’altro quindi il fenomeno delle fusioni tra Confidi ha scritto un capitolo importante nella storia del settore. Capitolo non chiuso, se si considera che ancora nel 2015 e nel 2016 alcuni nostri Confidi hanno realizzato significativi processi di fusione: si va dalla incorporazione di Unionfidi Calabria da parte di Unionfidi Piemonte, alla nascita di Confidi Systema! che ha accorpato tre confidi del territorio lombardo, alla incorporazione di Findimpresa Confidi Sicilia da parte di Fidimed, alla nascita di Confidi Adriatico con la incorporazione di Fidindustria Puglia in Confidi Mutualcredito.
Va inoltre ricordato che la nostra Federazione, al fine di accrescere tale spinta aggregativa, ha da tempo favorito la creazione di Reti tra Confidi, che mirano a salvaguardare l’autonomia del singolo Confidi e ad esaltarne, al contempo, le specifiche caratteristiche. In un primo momento le Reti sono sorte con una forte dimensione regionale di appartenenza; più di recente, sulla base del know-how sviluppato, si sta dando vita ad esperienze territorialmente più vaste ed evolute.
Il 2015 ha visto la creazione di ReteFidiItalia, che aggrega 10 Confidi vigilati che coprono l’intero territorio nazionale, mentre è delle scorse settimane il battesimo di Rete Fidi dei Territori, che coinvolge 12 Confidi “minori”, anch’essi con buona rappresentatività sul territorio nazionale.
Le finalità perseguite con la costituzione delle reti si fondano su obiettivi strategici che la Federazione condivide e sponsorizza fortemente, sinteticamente riconducibili all’ampliamento del numero e della qualità dei servizi svolti in favore delle imprese e l’ottimizzazione delle risorse professionali dei Confidi coinvolti; obiettivi da realizzarsi attraverso un modello di “autonomia coordinata”, fondato sulla condivisione delle conoscenze e sulla reciproca e stabile cooperazione.
La Rete consente economie di scala che rendono possibile, a tutto vantaggio delle imprese socie, l’esplorazione di soluzioni di mercato sino ad oggi non sviluppate.
Da diversi anni la Federazione fa parte di Assoconfidi, Associazione in cui convergono le Federazioni dei confidi dell’industria, artigianato, commercio, cooperazione ed agricoltura, che rappresenta la più grande associazione di rappresentanza del sistema di garanzia a livello europeo; nell’ambito di essa la nostra Federazione rappresenta oltre il 20% dei volumi di garanzie espressi (sistema Assoconfidi: circa 18 miliardi di garanzie che supportano 38 miliardi di finanziamenti in essere).
Anche per tramite di tale associazione la Federazione è impegnata sul fronte istituzionale per rappresentare nelle sedi tecniche e politiche le istanze delle pmi italiane e, mediatamente, quelle dei propri Confidi associati.
Il riferimento più significativo è al contributo, ora in atto, alla sistematizzazione attraverso la “legge delega” della operatività dei Confidi. Nelle audizioni prima alla Commissione Finanze del Senato e nei giorni scorsi alla Camera è forte il nostro indirizzo alla apertura ad un sistema di assistenza specialistica che supporti l’impresa nelle politiche di ricerca e sviluppo, nelle strategie commerciali, di sicurezza, consolidamento, trasferimento generazionale, espansione ed altro. Insomma una nuova normativa aperta all’attualizzazione – mutualistica – del sostegno alle imprese.