Quella che nei decenni passati è stata, sotto la guida del capostipite Costantino Milia, un’apprezzata famiglia sarda di macellai e ancor più di allevatori, ora sta provando a crescere anche in altri settori, sempre pronta a innovare sotto la guida delle nuove generazioni. Si tratta dei figli di Costantino, che hanno pensato e creato Profenda – 15 milioni di euro di fatturato nel 2019 e 30 dipendenti –, azienda con quartier generale a Macomer, in provincia di Nuoro, nata dopo anni di gavetta nel campo dei mangimi, ramo imprenditoriale che in poco tempo ha visto decuplicare il proprio fatturato.
Un successo economico che ha quasi “costretto” i Milia a costruire un nuovo stabilimento per dedicarsi con ancora maggiore attenzione ai vari tipi di mangimi. “Profenda, termine che indica la razione di biada giornaliera per i cavalli, è arrivata sul mercato sardo nel 2004 e da quel momento in poi abbiamo continuato a crescere in modo costante. Soprattutto nel settore dei mangimi per ovini, che al momento rappresentano circa l’80% del nostro volume d’affari – spiega Pierpaolo Milia, amministratore dell’azienda assieme ai fratelli Gianfranco ed Antonello –. Siamo sempre stati attenti a migliorare la pulizia e la qualità dei cereali, riuscendo a vendere mangimi in tutta la Sardegna. Risultati che ormai ci rendono azienda leader nel mercato regionale”.
Da qualche anno è poi arrivata una svolta nella programmazione di Profenda. I Milia si sono infatti convinti delle potenzialità del settore degli animali di compagnia e hanno iniziato ad investire in quella direzione. “Due settimane fa abbiamo collaudato un impianto ex novo per la produzione di crocchette per cani e gatti. Tecnologicamente molto avanzato e completamente computerizzato, ci permette di mettere in commercio qualcosa di veramente innovativo a km 0, riuscendo ad utilizzare, per alcune linee di prodotto, materie prime esclusivamente sarde – sottolinea Milia –. Rimodernamento progressivo dei nostri impianti che ci consente di produrre mangimi di grande qualità a prezzi abbastanza contenuti”.
Entrato a tempo pieno in azienda già nel pomeriggio del giorno in cui sostenne l’esame di maturità, Pierpaolo viene immediatamente indirizzato dal padre verso il mangimistico, settore in cui opera con successo da quasi trent’anni. “Il passaggio dall’impianto madre di Bortigali, zona da dove è partita la storia di famiglia, agli attuali, è stato forzato dal fatto che quello vecchio era ormai troppo piccolo e tecnologicamente obsoleto per poter soddisfare le richieste sempre crescenti che ci arrivavano. In più, noi fratelli aspiravamo ad avere un’attività tutta nostra che ci potesse regalare soddisfazioni diverse da quelle del passato e, partito il progetto Profenda, abbiamo costruito ulteriori capannoni e migliorato l’automazione fino a raggiungere questi ottimi risultati”.
Dalla zona industriale di Tossilo, nei pressi di Macomer, ora la famiglia Milia ha intenzione di provare a fare un grande salto che in precedenza le era stato negato da costi antieconomici. “Finora siamo rimasti sul mercato isolano solo perché, trattando prodotti molto poveri, esportare anche entro il territorio italiano risultava troppo oneroso – chiarisce l’amministratore di Profenda –. Adesso, però, siamo pronti a vendere il nostro pet food, per la maggior parte destinato a cani e gatti, pure oltre mare. Un prodotto altamente appetibile e molto digeribile che vorremmo diventasse 100% sardo. In passato siamo sempre stati costretti ad importare questo tipo di mangimi, mentre ora, con l’accordo fatto con alcune aziende del settore carni isolane, si è riusciti ad abbassare i costi e a prefigurare una prossima presenza sui mercati nazionale ed estero”.
Obiettivo in precedenza apparentemente fuori portata e che invece ora è dietro l’angolo, anche per merito della collaborazione con l’università di Sassari e del lavoro del responsabile commerciale di Profenda, che, dall’alto dei suoi trenta anni di esperienza nel campo, sta facendo di tutto per promuovere soprattutto entro i confini d’Europa i nuovi prodotti dell’azienda di Macomer.