Per aiutare gli imprenditori a gestire questa fase contraddistinta dalla pandemia, desideriamo innalzare lo sguardo alla ricerca di quei fattori, come cambiamento e innovazione, senza i quali ogni miglioramento diventa più difficile. Per questo torniamo a ribadire alcuni concetti. Del resto, repetita iuvant.
Concentrando l’attenzione sulla fase economica, il tema fondamentale per tutti ed in particolare per le micro e Pmi, si esprime nella necessità della liquidità o nella gestione del piano monetario. Questa esigenza, che è sempre stata la più sofferta, valuta la “capacità in tempo reale” della sopravvivenza o dell’insuccesso dell’organizzazione. L’intervento deve avvenire in tempi brevi perché possa sviluppare continuità, legandosi al fattore tempo secondo l’equazione S=Cv (il successo è proporzionale alla velocità del cambiamento). Infatti, la necessità del denaro è immediata e perde importanza con l’allungarsi del periodo. Della gestione del piano monetario avevamo parlato a luglio e ancora prima avevamo proposto una metodologia di analisi e di strategia manageriale per valutare i rischi delle Micro e Pmi.
SCENARIO MACROECONOMICO E PREVISIONI
Il 22 luglio Confindustria e Cerved hanno diffuso un documento che analizza 156mila imprese tra i 10 e i 249 addetti, che rientrano nella definizione europea di piccola e media impresa. Il rapporto indica una frenata delle Pmi ancora prima del Covid-19: i dati di consuntivo mostrano infatti che già nel 2018 la ripresa aveva perso slancio in tutto il Paese. Le aziende che hanno superato la caduta della crisi finanziaria precedente non sono però sufficientemente forti per resistere all’impatto della situazione odierna. Poi ci sono alcune punte virtuose, come valori significativi in ambito territoriale e settoriale; questa è l’eccezione che conferma la regola.
Sulla base del modello predittivo di Cerved, si calcola che le Pmi italiane nel 2020 contrarranno il fatturato del 12,8%, con un rimbalzo nel 2021 dell’11,2%. Nel complesso questo si tradurrà in una perdita di 227 miliardi di fatturato nel biennio 2020-2021. In caso di nuove ondate di Covid il calo dei ricavi è stimato a -18,1% per l’anno in corso e +16,5% nel 2021. Per quanto riguarda la redditività si ipotizza che i margini lordi nel 2020 diminuiranno mediamente del 40%. I dati pubblicati a fine agosto continuano a evidenziare un trend di difficoltà e le previsioni non fanno ben sperare. L’esperienza vissuta negli anni passati indicava sempre l’autunno come la stagione critica per la vita delle imprese.
LE CRITICITÀ DENTRO LE IMPRESE
Quando l’economia si muove in logiche di successo e di espansione, tutte le imprese vivono lo scenario positivo che premia le vincenti e promuove le incerte: il mercato esterno è particolarmente trainante. Quando invece l’economia non si muove con questi parametri, si verifica un dualismo che si ripete con frequenza: alcuni settori migliorano o stanno in conserva e altri invece si indirizzano verso il peggioramento: crollano i fatturati, continuano i costi, si modifica la struttura patrimoniale e quella finanziaria. L’aspetto fondamentale si concentra sulla gestione monetaria che inaridisce il cash flow, diventando così uno dei principali problemi, se non il principale atteggiamento del successo o insuccesso aziendale. Scarseggiando la liquidità gli imprenditori si devono indebitare, mancando loro la linfa della sopravvivenza; si cerca di colmare lo svantaggio consumando riserve o cercando denaro in strutture esterne. Confindustria si è mossa tempestivamente promuovendo proposte e indicando strategie a sostegno di tutto il comparto industriale. Indicazioni e suggerimenti sono apparsi sui principali mass media nazionali e locali permettendo una lettura completa della situazione.
ALCUNE PROPOSTE PER LE PMI
Se sul piano dell’emergenza sanitaria si stanno predisponendo misure di sicurezza che, in attesa del vaccino, puntino al contenimento della pandemia, sul piano economico si presentano soluzioni che intervengono nel breve periodo, ma non forniscono soluzioni nel medio e lungo.
Gli interventi di sostegno sono auspicabili se servono a tamponare una situazione impellente e immediata ma diventano ancora più necessari, nella forma di investimenti, per la gestione futura delle nostre imprese. Particolare attenzione dovrà quindi essere rivolta alla continuità aziendale delle micro e Pmi che rappresentano la spina dorsale della nostra economica. La lettura e un nuovo atteggiamento manageriale dovranno essere impostati: nuove strategie dovranno essere adattate agli attuali scenari e al nuovo modo di operare che impone mentalità e approcci diversi.
La cultura aziendale diventa così un must che non è possibile eludere. Oltre ai cambiamenti già impostati quali Industria 4.0, smart working, accelerazione digitale, nuovi stili organizzativi, si dovranno affrontare nuove realtà con innovativi approcci. Qualche esempio: lavorare sulla curva di Pareto, tenere presente di operare sulla definizione dell’eccellenza come prodotto dell’efficienza e dell’efficacia, cominciare a dividere i costi, oltre che tra fissi e variabili, anche dal punto di vista di quelli comprimibili e non comprimibili, creare semplici programmazioni, studiare nuovi posizionamenti aziendali e così via.
IL CONTRIBUTO DEI MANAGER
Senza entrare in merito ad un’analisi approfondita quanti-qualitativa degli scenari macroeconomici, si evince che è assolutamente necessaria una decisa svolta di policy. Gli argomenti nazionali possono essere analizzati anche a livello singolo e locale, vivendo le aziende in un contesto di vasi comunicanti.
Auguriamoci che ci sia una vera ripartenza che coinvolga gli investimenti capaci di affrontare i nodi e le criticità in una logica di breve-medio periodo, dove la cultura aziendale diventi la leva fondamentale per una ricostruzione del tessuto imprenditoriale. Perché non riuscire a costruire un Tavolo comune consultivo manageriale dove tutte le forze economiche possano partecipare apportando il loro punto sull’obiettivo comune della continuità aziendale? Non c’è molto tempo: anche in questo caso l’equazione S=Cv (il successo è proporzionale alla velocità del cambiamento) diventa il must fondamentale.
L’autore è componente del Comitato Scientifico Consultivo di Piccola Industria