La ripresa economica, o quantomeno la certezza che anche il nostro Paese riuscirà a riacquistare la capacità di fare fronte agli impegni economici e finanziari che sta assumendo nei confronti dell’Unione europea, passa attraverso il successo della campagna vaccinale.
Se questo è ormai chiaro a tutti, anche a chi era distratto nei giorni in cui il Presidente della Repubblica Mattarella ne fece un obiettivo primario del governo Draghi che si andava formando, non altrettanto scontato può essere considerato il successo del piano vaccinale affidato e messo a punto dal Generale Francesco Paolo Figliuolo, in qualità di nuovo Commissario straordinario all’emergenza Covid-19.
Se da una parte, infatti, è giusto essere fiduciosi nelle capacità e nelle ben collaudate attitudini alla gestione delle emergenze di un militare dal curriculum di tutto rispetto, dall’altra il combinato disposto tra le quantità di dosi realmente disponibili in proporzione all’effettivo bisogno, la distribuzione dei vaccini nel tempo, le mutazioni del virus e i comportamenti delle persone, lascia margini di incertezza e di rischio molto ampi. E forse sono troppo ampi per ignorare il timore crescente che la fiducia e il cambio di passo attuato, per quanto apprezzabile, possano bastare.
In tutto questo le nostre imprese scalpitano e nella massima sicurezza vogliono ripartire; anche per questo motivo hanno risposto immediatamente all’appello del presidente Carlo Bonomi per una mappatura delle “fabbriche di comunità”: più di 7mila realtà, in soli nove giorni, hanno messo a disposizione in tutto il Paese i propri siti produttivi per le vaccinazioni di dipendenti, collaboratori, familiari e cittadini. E le segnalazioni continuano ad arrivare.
Ancora una volta con immediatezza e spontaneità, emerge il ruolo sociale del nostro sistema industriale. Una vocazione naturale che tutti i giorni, e non solo in quelli critici, fiorisce e cresce perché costituisce quella straordinaria cultura d’impresa che è un valore portante e un elemento identitario al tempo stesso.
È importante rilevarlo in ogni utile circostanza, ma ci sembra doveroso farlo ancor più in questo 2021 che coincide con la celebrazione dei XX anni della Settimana della cultura d’impresa e di Museimpresa, promossi dal nostro sistema confederale.
(Articolo pubblicato sul numero di aprile dell’Imprenditore)