
Papa Francesco è stato senza dubbio un grande innovatore. Con la sua Chiesa “in uscita” ha cambiato il volto di un’istituzione millenaria, dando voce alle “periferie” e sostanza vera al significato di Chiesa universale. Molti lo ricorderanno per la sua umiltà – lui che ha deciso di risiedere a Casa Santa Marta anziché nel Palazzo Apostolico – e per il suo sguardo privilegiato ai poveri e agli ultimi. Altri per il suo impegno pastorale, per la sua preghiera solitaria in piazza San Pietro nel pieno della pandemia, o per gli insistenti richiami alla pace e al dialogo di fronte ai numerosi conflitti in corso nel mondo.
Dell’impresa e dell’imprenditore l’autore della “Laudato Si’” aveva una visione alta. L’impresa deve essere al servizio del bene comune e deve perseguire uno sviluppo integrale, che tenga in considerazione non solo gli aspetti economici, ma anche quelli sociali, ambientali e culturali. Nel suo incontro con l’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (Ucid) del 31 ottobre 2015, aveva sottolineato che “l’imprenditore è chiamato a servire veramente il bene comune, con il suo sforzo di moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i beni di questo mondo”.
Ma Francesco è stato un profondo innovatore anche in casa propria. Proseguendo nel lavoro iniziato da Benedetto XVI, che nel 2010 aveva istituito l’Autorità di Informazione Finanziaria (Aif) della Santa Sede, l’agenzia che si sarebbe occupata del contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, Francesco ha sin dall’inizio del suo pontificato introdotto importanti riforme in materia di trasparenza finanziaria, allineando il sistema Vaticano ai più alti standard internazionali.
Dopo aver affidato all’Aif anche la supervisione sull’Istituto per le Opere di Religione (Ior)[1] – l’ente spesso noto come la ‘banca vaticana’ – ha istituito vari organismi di controllo sui Dicasteri della Curia romana, al fine di garantire una sana e prudente gestione delle risorse della Santa Sede. Risorse che provengono sia dal patrimonio proprio sia dalle offerte dei fedeli – come, ad esempio, l’Obolo di San Pietro – e che a loro volta servono alla missione del Pontefice, al sostentamento della Curia, nonché alle opere di carità laddove nel mondo ce n’è bisogno.
Nel 2014, in particolare, sono nati il Consiglio per l’Economia – organismo composto per metà da Cardinali e per metà da tecnici di altissimo profilo espressione del mondo dell’economia e della finanza internazionale – e la Segreteria per l’Economia. Questi due organismi nel corso degli anni hanno assunto sempre maggiore centralità, portando razionalità nella contabilità dei Dicasteri, nella gestione delle risorse finanziarie e di quelle umane, e nell’indirizzare gli investimenti del patrimonio della Santa Sede secondo criteri coerenti con la dottrina sociale della Chiesa.
Sempre nel 2014 è stato istituito l’Ufficio del Revisore Generale, l’organismo che provvede alla revisione contabile dei vari Dicasteri e di tutte le entità vaticane. Negli anni successivi il percorso di riforma è continuato con numerosi altri interventi mirati alla trasparenza, alla tutela e alla sostenibilità delle risorse disponibili.[2] E così da alcuni anni viene pubblicato anche un bilancio ‘consolidato’ della Santa Sede, e sono disponibili informazioni sulle proprietà immobiliari del Vaticano, patrimonio che è gestito in modo sapiente dall’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa). Inoltre, nel 2020 è stata varata per la prima volta una disciplina sulla contrattazione pubblica (Codice degli Appalti).
Si è trattato dunque di un percorso molto articolato, che ha modificato nel profondo sia l’ordinamento giuridico vaticano – che ora, ad esempio, contempla tutte le tipologie di reati economico-finanziari – sia l’architettura istituzionale della Curia. Un percorso che si è dimostrato efficace anche grazie al reclutamento di tecnici competenti ai vertici di alcuni Dicasteri – tra questi diverse donne appartenenti al clero e laiche – scelti per la loro professionalità ed esperienza nei rispettivi campi.
Per quanto riguarda lo Ior, già nel 2015 erano stati chiusi tutti i conti e i rapporti che non avevano attinenza col Vaticano e la Chiesa cattolica in generale. Oggi lo Ior è un’entità ampiamente patrimonializzata e liquida, pienamente integrata nel circuito della finanza globale. Dal 2019 fa parte dell’Area Unica dei Pagamenti in euro (Single Euro Payments Area, SEPA) e, dal giugno 2021, nell’ambito dell’accordo FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act) con gli Stati Uniti d’America, ha lo status di ‘Qualified Intermediary’.
Un importante riconoscimento di questi risultati da parte della comunità internazionale è avvenuto da parte di MONEYVAL, il Comitato di esperti per la valutazione delle misure di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo con sede a Strasburgo, presso il Consiglio d’Europa.
I processi di valutazione del Comitato sono estremamente rigorosi e complessi, poiché prevedono un esame approfondito sia dell’adeguatezza dell’impianto giuridico di una giurisdizione sia dell’effettiva implementazione delle norme e delle procedure. Nel caso del Vaticano, la valutazione da parte di MONEYVAL è avvenuta nel 2020-21 ed è stata superata con ottimi risultati, ulteriormente migliorati nel 2024 (per approfondire si vedano i Rapporti Annuali dell’Asif per il 2020, il 2021 e il 2024 – www.asif.va).
[1] Successivamente l’Aif cambierà denominazione in Asif (Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria) proprio per dare evidenza ai molteplici compiti che le sono stati assegnati.
[2] Per una trattazione completa si veda il saggio di C. Barbagallo e G. Schlitzer, “Antiriciclaggio e riforma del sistema finanziario vaticano”, Bancaria n. 11, nov. 2023, https://bancaria.it/livello-2/archivio-sommari/gli-ultimi-sommari-di-bancaria/bancaria-novembre-2023/antiriciclaggio-e-riforma-del-sistema-finanziario-vaticano/
Nota sull’autore

GIUSEPPE SCHLITZER
Giuseppe Schlitzer è economista e manager. Formatosi presso il Servizio Studi della Banca d’Italia e il Fondo monetario internazionale (Washington DC), ha avuto una lunga militanza nel Sistema Confindustria, prima come direttore per l’Economia e la Finanza del Centro Studi di Viale dell’Astronomia, poi come consigliere delegato di Aitec, l’associazione di Confindustria rappresentativa delle aziende produttrici di cemento.
Dall’aprile 2020 al marzo 2025, durante il pontificato di Papa Francesco, è stato Direttore dell’Asif, l’autorità di supervisione finanziaria e antiriciclaggio della Santa Sede. Attualmente insegna “Globalizzazione Finanziaria” presso l’Università Europea di Roma (Uer) e collabora con varie organizzazioni private ed enti no-profit.