Crisi e incertezza come opportunità per crescere. Questa la strategia su cui ha puntato Luigi Salvadori, imprenditore toscano, quando all’inizio degli anni ’90 la sua storica azienda di famiglia, produttrice di articoli sanitari e fornitrice dell’80 per cento degli ospedali italiani, ha subìto da un lato i colpi della concorrenza sempre più incalzante dei produttori non qualificati dall’Estremo Oriente e dall’altro un clima di sospetto e di scandalo legato alla sanità pubblica, coinvolgendo in maniera indiretta anche i fornitori.
“La nostra azienda, fondata da mio nonno nel 1907 e dagli anni ’60 con sede a Scandicci, si è sempre distinta nella sua storia per una tensione all’innovazione sia dal punto di vista dei prodotti sia nella formulazione di strategie aziendali mirate allo sviluppo e alla crescita.
Il mercato dei prodotti per la medicazione, molto particolare, richiede inoltre una continua ricerca dell’eccellenza e una capacità di affrontare la concorrenza puntando alla qualità.
Proprio quando negli anni ’90 è iniziato il boom delle importazioni a basso costo, gli operatori del nostro settore – in particolare per quei beni ad ampio uso – hanno dovuto dimostrare il valore aggiunto e la differenza dei propri articoli rispetto a quelli che arrivavano da noi da paesi come la Cina. E ci siamo trovati a farlo in un momento storico in cui il nostro maggiore cliente, la sanità pubblica, viveva evidenti criticità. Il rischio, per una piccola impresa come la nostra, era quello di non reggere a questa forte incertezza. Abbiamo dunque deciso di reagire subito ripensando la strategia aziendale e puntando in avanti, cercando di capire come ampliare il mercato e come re-impostare la nostra attività”. La leva di trasformazione per questa azienda è stata l’internazionalizzazione, anche attraverso l’insediamento di uno stabilimento a Sandanski, in Bulgaria, non lontano dal confine con la Grecia.
“Non abbiamo mai pensato di abbandonare l’Italia e ovviamente la nostra scelta non aveva questo obiettivo. Tuttavia dovevamo trovare un modo per salvare la nostra impresa e in Bulgaria abbiamo trovato delle condizioni favorevoli che ci hanno consentito di pensarla più in grande. Abbiamo cominciato per tappe: prima abbiamo trovato una persona di fiducia, poi abbiamo avviato una startup sperimentale per la durata di quattro anni, poi lentamente abbiamo sviluppato l’attuale azienda Salvamed AD. Oggi siamo fieri di poterci definire una multinazionale tascabile, un gruppo che ha nell’azienda di Scandicci la sua testa. Abbiamo rapporti con circa quaranta paesi nel mondo, siamo cresciuti sia in Italia sia in Bulgaria e possiamo dire di essere più forti. In Italia siamo fra le prime tre aziende che forniscono materiale sterile e personalizzato agli ospedali, con una rete di agenti che copre tutto il paese. La Bulgaria per noi ha un mercato più ridotto, e qui forniamo principalmente privati, ma dal punto di vista logistico è una sede strategica per raggiungere più facilmente gli altri paesi, in particolare quelli europei e arabi” Luigi Salvadori ha fatto dell’internazionalizzazione una logica non solo imprenditoriale ma anche associazionistica, così ha un ruolo di rappresentanza in Confindustria Firenze ma è anche presidente di Confindustria Balcani e Vice Presidente di Confindustria Bulgaria, convinto dell’importanza di riuscire a fare Sistema in Italia come all’estero. Un impegno che gli consente di avere una visuale ampia su punti di forza e di debolezza delle imprese nei due paesi e di essere portavoce della cultura imprenditoriale italiana nelle due realtà socio-economiche.
Guardando all’Italia, la sua idea è che “dobbiamo fare uno sforzo collettivo per compiere un rinnovamento generale, superando la logica della protesta fine a se stessa e puntando su una maggiore trasparenza e una maggiore sinergia nei rapporti fra Stato e impresa, come nei rapporti fra imprese. Sappiamo di avere un potenziale altissimo, ma dobbiamo aggiornare i nostri parametri e saper fare concretamente un gioco di squadra, credere nell’internazionalizzazione, nel miglioramento tecnologico, nell’innovazione”. Alla Bulgaria riconosce una grande volontà di attrarre investimenti e di costruire un futuro migliore, ritrovando per molti aspetti nelle persone quel valore aggiunto che sono “i valori e l’ambizione dell’Italia di un tempo”, anche se ancora ha grandi lacune da colmare.
Se chiediamo a Luigi Salvadori come immagina il futuro della sua azienda, lui non ha dubbi: ”Siamo pronti a crescere per aggregazione con altri gruppi in Europa e nel mondo e per questo abbiamo trovato un grande gruppo internazionale, STS, guidato da un manager di alto livello come Augusto Orsini, con cui percorrere un nuovo affascinante cammino: diventare più forti in un mondo globalizzato”.