“Quando nel 1973 ho acquistato una macchina di nuova tecnologia che in Italia non s’era ancora mai vista, le cose non sono andate subito bene. Anzi posso dire che nei successivi due, tre anni abbiamo fatto sostanzialmente la fame prima di riuscire a decollare e iniziare così il percorso necessario per arrivare a ciò che è oggi Nuova Simplast”. Oltre cinquant’anni di storia aziendale che Vincenzo Lorenzin conosce molto bene, avendo avviato in prima persona quel progetto vincente, in partenza artigianale ma in seguito trasformatosi in solida offerta industriale, che ora viene portato avanti dai suoi figli Gioele, Marcella e Massimiliano dal quartier generale di Montà, in provincia di Cuneo.
“Tutto è cambiato nel momento in cui abbiamo cominciato a fare serbatoi in plastica per carburante. E quando i trattori prodotti in Europa e nel mondo sono passati a questa soluzione più moderna l’azienda ne ha ovviamente beneficiato – spiega Lorenzin, attuale presidente del consiglio di amministrazione di Nuova Simplast –. Risultati raggiunti con il supporto della tecnologia rotazionale di cui disponevamo e l’allargamento successivo ai settori industriali che ci chiedevano corpi cavi ha poi contribuito ad un’ulteriore crescita. Per loro realizzavamo, mantenendoci in un range medio-basso e quindi competitivo, intorno a 70mila pezzi annui, senza chiaramente poterci avvicinare anche al mondo dell’automotive a causa di numeri non sufficienti”.
Lo sviluppo della Pmi piemontese – che a partire dal prossimo primo aprile si trasformerà in S.p.A. dopo aver esteso a fine 2023 il proprio approccio al mondo finanziario tramite la partecipazione al Basket Bond “Sistema Confindustria” – è continuato nel tempo con la creazione di società collaterali fino alla decisione di varcare in confini nazionali, scelta fatta per andare incontro alle esigenze di un importante cliente. “Dopo aver analizzato il problema che ci hanno sottoposto siamo intervenuti a Delhi, in India, impegnandoci a ridisegnare il progetto stampi iniziale e a fornire loro i materiali dall’Italia per un anno. Abbiamo poi creato una nostra azienda in loco, offerta ora raddoppiata con l’apertura di un’altra sede indiana a Chennai. Il cerchio estero si è infine chiuso, almeno per adesso, con l’arrivo del marchio Nuova Simplast pure in Inghilterra, processo reso più complicato perché concretizzatosi in piena Brexit”.
Tratto profitto dai principi dettati da Industria 4.0 e preso ad investire con ancora maggiore frequenza nell’automazione – con l’idea di dotarsi a breve, dopo uno studio commissionato ad un’impresa di Padova, di robot da impiegare nei processi delle lavorazioni meccaniche –, lo scorso anno l’impresa di casa a Montà ha acquistato pure quattro nuovi macchinari per un costo complessivo di un milione e ottocentomila euro. “Tutte cose indispensabili per rispondere ai desiderata di clienti molto famosi, multinazionali tra le più conosciute – sottolinea il capostipite della famiglia Lorenzin –. Un impegno, il nostro, che si sviluppa in parecchi settori commerciali come l’agricoltura, l’arredo design, i pavimenti industriali e non solo, consentendoci di mettere a frutto a trecentosessanta gradi tutto il know how acquisito in tanti anni di presenza nei vari campi industriali in cui sono richieste le nostre competenze. L’aver costantemente diversificato, seguendo una strategia ben precisa e senza così aver mai avuto un cliente che superasse il 25% sul totale delle entrate aziendali, ci ha tra l’altro permesso di non subire troppo la grande crisi del 2008”.
Nel frattempo, dall’estero continua ad arrivare la metà del fatturato annuo di Nuova Simplast, Pmi sempre interessata a trovare ulteriori sbocchi commerciali per quanto viene prodotto nei suoi stabilimenti. “Sì, almeno il 50% dei proventi viene da oltre confine e in particolare dalle spedizioni verso Australia, Stati Uniti, Brasile, Cina ed India solo per citare alcuni paesi in cui esportiamo – chiarisce Lorenzin –. Oltre a fornire loro pure i parafanghi dei trattori, i tubi per la ventilazione dei motori dei camion, che facciamo usando una tecnologia molto avanzata, per il settore dell’arredamento, soprattutto riguardo a divani e affini, eseguiamo espressamente quello che ci domandano i designer”.
Per il futuro, invece, si pensa a raggiungere un grado ancora superiore di offerta tecnologica, progetto che passa necessariamente per un cambio di marcia indispensabile per anticipare la concorrenza. “L’obiettivo primario sarà quello di riuscire a ridurre la grandezza dei pezzi che escono dalle nostre strutture produttive, mentre il sogno è legato alla possibilità di fare testare l’esperienza maturata da Nuova Simplast anche dal mercato statunitense, presenza diretta che, in caso, speriamo possa avere gli stessi risultati positivi di quella che si è concretizzata in India, paese con il più alto Pil mondiale ed in grande sviluppo. Abbandonata, per vari motivi, l’idea di stabilirci pure in Cina, siamo tentati da Turchia e Brasile, anche se la situazione instabile in cui versa il paese sudamericano ha per adesso messo un freno ai nostri studi di fattibilità”, conclude Vincenzo Lorenzin.
(Nella foto in alto, al centro i fondatori Giuliana Menardi e Vincenzo Lorenzin insieme con i figli.
Da sinistra: Gioele, Massimiliano e Marcella)