
Con la presentazione dello scorso 21 maggio del quarto pacchetto Omnibus, la Commissione europea ha proposto una nuova definizione di Small Mid Cap, le cosiddette aziende a piccola e media capitalizzazione. L’intenzione è quella di estendere, attraverso una serie di proposte di modifica mirate a direttive e regolamenti Ue attualmente in vigore, alcune disposizioni di cui attualmente beneficiano le Pmi, per ridurre gli oneri amministrativi e gli obblighi di compliance derivanti dalla legislazione europea e di prevedere la proporzionalità del diritto dell’Ue anche per queste realtà.
Secondo la Commissione, infatti, essendo ancora in fase di crescita, le Small Mid Cap devono affrontare sfide simili a quelle delle Pmi e devono pertanto poter beneficiare della proporzionalità della regolamentazione, piuttosto che essere soggette alle stesse regole delle grandi imprese, che sono meglio attrezzate e con maggiori risorse per affrontarle.
L’obiettivo, dunque, è sostenere questa tipologia di aziende nel loro percorso di crescita e scale up, partendo dall’assunto che, quando le Pmi superano i 249 dipendenti e diventano “grandi imprese”, si trovano a dover rispettare molti più obblighi, raggiungendo il cosiddetto cliff edge (letteralmente il “bordo della scogliera”), ossia quel punto critico nel quale l’aumento degli oneri può portare a scoraggiare la crescita e limitare la competitività.
Secondo la Commissione sarebbero circa 38mila le Small Mid Cap nell’Ue, le quali spesso rappresentano contributori chiave per la vitalità economica e l’innovazione del continente.
Secondo la definizione della Commissione, la Small Mid Cap è un’impresa:
- che non rientra nella definizione di PMI ai sensi della Raccomandazione 2003/361/CE;
- che impiega meno di 750 persone;
- che ha un fatturato annuo non superiore a 150 milioni di euro oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 129 milioni di euro;
- che si presenta come autonoma e quindi non classificabile come partner o come collegata ad altre imprese.
LE OPPORTUNITÀ E I RISCHI
In generale, la proposta di introdurre una nuova definizione di Small Mid Cap è positiva ed è sostenuta da Confindustria. Riconoscere che, in quanto ancora in fase di crescita, le Small Mid Cap devono affrontare sfide simili a quelle delle Pmi, accoglie molte delle richieste provenienti da larga parte del mondo imprenditoriale.
Per quanto riguarda il reperimento di fonti finanziarie, le Small Mid Cap, pur essendo più strutturate delle Pmi, non hanno ancora acquisito le competenze, la struttura organizzativa e la capacità negoziale delle imprese più grandi, sono ancora fortemente dipendenti dal credito bancario e presentano esigenze finanziarie simili a quelle delle medie imprese. È quindi importante sostenerle perché sono spesso al centro di filiere strategiche e garantiscono il benessere delle economie locali.
Per questa ragione, l’introduzione di una nuova definizione di Small Mid Cap dovrebbe essere funzionale non solo all’obiettivo di ridurre gli oneri amministrativi e gli obblighi di compliance derivanti dalla legislazione Ue, ma anche alla previsione di alcune agevolazioni e misure di sostegno ad esse dedicate.
Allo stesso tempo, Confindustria sostiene che una nuova definizione di Small Mid Cap non dovrebbe avere conseguenze indesiderate per le Pmi e che il sostegno dell’Ue alle piccole e medie aziende non dovrebbe essere compromesso, un principio che verrà ribadito nel corso di tutta la procedura legislativa.