“A rendere green l’economia possono essere solo le imprese con i propri investimenti”. A sostenere questa solida convinzione Giampiero Perego, presidente della MPG di Gallarate, azienda specializzata nel settore del packaging alimentare. Dalla coppetta del gelato al contenitore per il formaggio, molti prodotti che passano abitualmente dalle nostre tavole, sono protetti o custoditi da un imballo prodotto nella sua azienda, che nel 1977 è stata la prima società in Italia a presentarsi sul mercato con contenitori termoformati in PP.
Una realtà che negli anni, proprio grazie ai continui investimenti nella ricerca e nella tecnologia, ha potuto rafforzare la propria posizione sui mercati mondiali e persino finanziari. Ed è degli ultimi anni, poi, l’impegno specifico che ha portato MPG a concentrarsi sulla ricerca di prodotti ecosostenibili e che, proprio quest’anno, in piena emergenza da Coronavirus ha permesso all’azienda di raggiungere un risultato importante per tutto il settore del packaging alimentare: è di MPG, infatti, il primo imballaggio in plastica rigida sostenibile certificato ISCC Plus (International Sustainability & Carbon Certification).
Unico caso, al momento, nell’industria italiana di un’azienda certificata nella produzione di manufatti rigidi per alimenti associati a materiali rinnovabili a base vegetale. “Finalmente la plastica sostenibile esiste e nel settore del packaging alimentare si fa strada grazie alle piccole e medie imprese del made in Italy che investono in nuove materie prime. Da tempo il nostro obiettivo è realizzare imballaggi sostenibili per un comparto, quello alimentare, con stringenti normative grazie allo sviluppo di nuove strutture e nuovi modelli organizzativi”, spiega orgoglioso Perego.
Ma come si raggiunge un simile risultato? Operativamente, in cosa si concentra l’innovazione? Nella fattispecie, la MPG ha investito nella ricerca di nuove materie prime, polimeri non derivanti dal petrolio, mantenendo intatta la linea produttiva. Il processo, infatti, non cambia con un diverso materiale. Ma, soprattutto, l’azienda ha investito in tracciabilità. In poche parole, l’impegno è stato garantire in ogni aspetto della filiera, dalla fornitura del materiale passando per il trasporto e la logistica fino alla vendita, la piena qualità della ecosostenibilità del prodotto. “Per quanto riguarda il packaging alimentare – spiega Perego – è la stessa normativa che impone, per motivi igienico-sanitari, stringenti regole che limitano l’utilizzo della plastica riciclata. Questo, però, non impedisce alla MPG di proporre alle persone un consumo responsabile optando per prodotti confezionati con imballi rigidi derivanti da materia prima con ridotto impatto ambientale, traducibile in un risparmio fino a 2,5 Kg di CO2 per kg di polimero prodotto rispetto alla produzione di polimeri tradizionali”.
L’industria alimentare, che dunque d’ora in avanti vorrà utilizzare questo nuovo prodotto MPG, potrà richiedere l’autorizzazione a riportare sugli imballi il logo che attesta che il materiale sostenibile è stato certificato secondo i requisiti ISCC. “La sostenibilità – continua il presidente della MPG – non è quasi più una scelta, ma è una strada obbligata per avere un plus sul mercato. A questo nuovo nostro imballaggio sostenibile è già interessata una importante multinazionale dell’alimentare, abbiamo davanti ampie prospettive”.
Gli imballi flessibili certificati come sostenibili a livello internazionale esistevano già in Italia. La MPG è, però, la prima società italiana ad arrivare sul mercato con un imballo rigido per contatto alimentare in plastica sostenibile, con certificato internazionale di sostenibilità ISCC che attesta l’uso di materie prime rinnovabili impiegando risorse prodotte in modo sostenibile a livello sociale e ambientale; entrando dunque in una sorta di club di cui fanno di solito parte grandi multinazionali dai nomi altisonanti. Segno che le cosiddette multinazionali tascabili italiane possono fare la differenza e lottare alla pari dei grandi non solo sul lato della competitività, ma anche dello sviluppo di un’economia green e circolare.