
“È partito tutto negli anni ’80, quando mio padre Terzo ha cominciato a mettere in pratica le idee che, da quel momento in poi, si sono tradotte nei punti di forza dell’attuale Iplex”. Una transizione di successo che per Francesca Ippoliti (nella foto in alto), nata all’interno di questo progetto familiare e ora socio dell’azienda di base a Recanati, in provincia di Macerata, ha significato interessarsi a tutte le possibili applicazioni del plexiglass, derivato del silicio e non del petrolio, quindi totalmente riciclabile. Prodotto che ha permesso alla Pmi marchigiana – fatturato 2021 intorno ai 3 milioni di euro e 25 dipendenti – di veder esposte le proprie creazioni anche in importanti musei.
“Siamo addirittura arrivati ad esporre i nostri prodotti al Moma di New York. E, in quel caso, l’approccio dei curatori della mostra fu molto diretto: avevano visto una poltrona nello showroom di un nostro cliente a Miami e ci contattarono con una semplice mail per poter avere qualcosa di Iplex da loro. Così adesso possono mostrare al pubblico di tutto il mondo i divani dal bordo luminoso che abbiamo pensato per l’azienda Driade”, spiega Ippoliti, ovviamente orgogliosa di aver dato al suo plexiglass pure una dimensione artistica e internazionale.
Traguardo raggiunto riuscendo ad integrare nel corso del lavoro giornaliero l’innovazione tecnologica e la giusta percentuale di artigianalità, che non manca mai nei prodotti marchiati Iplex. “No, non è per niente facile armonizzare questi due aspetti – sottolinea Ippoliti –. Ma siamo fortunati perché il 70% dei nostri dipendenti lavora in azienda da almeno dieci anni e alcuni di loro da più di venticinque, perciò sanno sempre cosa fare. Sono veri artisti soprattutto della termoformatura, fase molto delicata che ci permette di dare vita a pezzi unici sfruttando ancora lo speciale forno ideato da mio padre. È un impegno in cui mettiamo qualità e precisione estrema, quasi maniacale per soddisfare le necessità dei più grandi marchi di design, automobilistici, oltre che di quelli del biomedicale. Per questi ultimi, nel periodo più complesso generato dagli effetti del Covid-19, abbiamo realizzato i carter dei respiratori polmonari degli ospedali di Milano e Civitanova Marche e i parafiato in plexiglass per grandi centri commerciali, uffici postali e ambienti pubblici e privati”.
Per fare tutto questo c’è bisogno di un approccio 4.0, di macchinari ad alta tecnologia costantemente al passo con i tempi e di plexiglass 100% da polimero vergine. “In questo modo quando viene tagliata una lastra, il bordo resta molto luminoso. Un effetto bellissimo e parecchio apprezzato”.
L’azienda di Recanati è riuscita poi a metabolizzare senza eccessivi problemi la crescita esponenziale dei costi delle materie prime, mentre, soprattutto l’ultima bolletta relativa all’energia non ha certo lasciato insensibili i vertici della Pmi marchigiana. “Sono trasecolata quando ho visto la cifra che ci si chiedeva di pagare. Inoltre, come molte altre imprese, abbiamo potuto verificare sulla nostra pelle l’impennata dei prezzi dei trasporti e l’incertezza dei tempi di consegna – chiarisce Ippoliti –. Per il resto siamo stati capaci di gestire i conti riguardo alle materie prime, principalmente perché Iplex le acquista tutte all’interno dei confini nazionali. Per noi il made in Italy ha ancora un grande valore”.
Una proprietà in grado di ragionare assieme ai propri dipendenti sui problemi che nascono, il tutto nell’ottica di provare a migliorare ulteriormente un rapporto che poggia su basi solide. “Abbiamo fatto una proposta ai ragazzi sull’orario di lavoro, questo perché organizzarlo su un unico turno ci consentirebbe di non lasciare accessi i macchinari nelle due ore della pausa pranzo. È comunque una cosa che valuteremo insieme: qui alla Iplex, in questo senso, incarniamo ancora un vecchio modello di azienda. Il dialogo, insomma, non è mai mancato e credo sia uno dei motivi per cui c’è la fila per poter venire a lavorare da noi”.
Nel prossimo futuro, nella sede di Recanati partiranno alcuni progetti capaci di dare nuova energia alle idee di casa Ippoliti. “Per prima cosa siamo in procinto di dare il via al processo che ci aiuterà a realizzare i tanti prodotti pensati negli ultimi tempi. Inoltre, attraverso le piattaforme online, pensiamo di spingerci oltre l’Europa, esportando le nostre creazioni soprattutto negli Stati Uniti. Vorremo così replicare i buoni risultati avuti in Francia, il primo mercato per Iplex, Germania, Polonia, Spagna, Finlandia, Slovenia e Croazia. E nel frattempo stiamo aprendo la partita iva inglese per farci trovare preparati nel post Brexit”, conclude Ippoliti.