
Si è conclusa in Slovenia, a Portoroz, la SME Assembly “Togetherness + Resilience = Recovery”, il principale evento della Commissione europea dedicato alle Pmi, che si tiene ogni anno nell’ambito nella Settimana Europea delle piccole e medie imprese. Con un programma ricco di tavole rotonde, workshop, masterclass che si è svolto dal 15 al 17 novembre, la SME Assembly 2021 ha inteso celebrare ancora una volta la resilienza delle Pmi europee.
Si è trattato, inoltre, di una delle prime grandi conferenze della Commissione europea che si sono tenute di persona, dopo lo stop imposto dall’emergenza Covid-19, pur essendo prevista comunque la possibilità di partecipare anche online.
Al centro dell’attenzione sono stati i temi cari a Piccola Industria. Tra questi, la transizione verso un’economia più verde e digitale e come sostenere le Pmi in questo processo di trasformazione, le principali sfide che stanno attualmente affrontando le Pmi e quali azioni intraprendere a supporto del loro rafforzamento, oltre a temi da lungo tempo all’attenzione delle imprese come i ritardati pagamenti da parte della Pubblica amministrazione e la cultura di impresa.
A tenere alta la bandiera di Piccola Industria è stato il vice presidente con delega all’Europa Diego Mingarelli, speaker al workshop “Environmental, Social and Governance (ESG) for SMEs: Beyond the Bottom Line” in qualità di Vice Chair dello SME Committee di BusinessEurope e come imprenditore a capo di una piccola impresa, la Diasen, che ha fatto della sostenibilità una scelta strategica.
Il workshop ha inteso fornire indicazioni su ciò che il rispetto dei criteri ESG significa per le Pmi, sia in termini di opportunità e di spinta al miglioramento continuo, sia di possibili complessità. Al contempo si è discusso delle strategie necessarie per sostenere una diffusione della sensibilità sugli ESG quanto più possibile “a misura di PMI”, contribuendo ad alzare l’attenzione della Commissione europea e dei diversi attori presenti.

UN MOMENTO DEL DIBATTITO
“Le piccole imprese sono un patrimonio unico dell’Europa e possono fare molto per la ripresa in un’ottica di transizione verde – ha spiegato Mingarelli –. L’Italia, ad esempio, proprio grazie alle Pmi è leader in Europa nell’economia circolare: abbiamo il maggior tasso di riciclo dei rifiuti, il 79%, rispetto al 56% della Francia, al 43% della Germania e ben al di sopra del 39,2% della media europea. Non avendo materie prime, ci siamo ingegnati per cercare nuove occasioni di sviluppo e grazie a costanti investimenti in innovazione e forte creatività siamo leader europei in eco-efficienza”.
Il vice presidente ha anche sottolineato che “sostenibilità ed ESG sono aspetti che cambieranno in profondità le strategie delle imprese. Su questi temi le Pmi hanno agito da precursori, investendo su una sostenibilità di prodotto capace di differenziarle sul mercato e su forme innovative di responsabilità nei confronti del territorio, delle comunità e delle persone”. “Per permettere a tutte le Pmi europee di continuare su questa strada – ha aggiunto Mingarelli – è necessario sostenerle con soluzioni finanziarie e incentivi a loro misura, con formazione per poter contare su competenze adeguate, con regole e standard uniformi per ridurre le difficoltà di accesso a nuovi mercati derivanti da vincoli nazionali”.
Questi i messaggi lanciati, con l’invito particolare di evitare di introdurre ulteriori inutili aggravi per le Pmi, prevedendo – nel definire nuove regolamentazioni come nel caso delle proposte legislative relative alla trasformazione verde – passaggi progressivi e proporzionali e provando a salvaguardare l’approccio volontario da parte delle Pmi, almeno nelle prime fasi.
(Per la foto all’interno dell’articolo, credit European Commission)