È noto come il Lean Management sia un approccio sistemico all’organizzazione e gestione delle imprese, molto efficace nel generare competitività e crescita sostenibili. Il “deployment” delle strategie, cioè la loro declinazione a tutti i livelli dell’organizzazione, dal top management agli operatori di produzione, è certamente uno dei fattori determinanti del crescente successo del lean a livello globale.
Oggi, con l’avvento di un gran numero di tecnologie “disruptive”, “declinazione delle strategie” significa sempre di più anche “declinazione delle tecnologie” in nuove organizzazioni, sistemi, processi, modelli di business.
Il Lean Management ha la potenzialità di guidare l’impresa nella scelta delle tecnologie coerenti con i propri (unici) obiettivi strategici e con le proprie peculiarità e di permetterne l’introduzione in un contesto di “consenso sociale” e di miglioramento continuo, indispensabile per assicurare il successo e la sostenibilità dell’innovazione tecnologica.
Mai come oggi l’industria ha a disposizione un set di innovazioni tecnologiche di tipo “breakthrough”, capaci cioè di scardinare gli equilibri competitivi, creando minacce, certo, ma anche enormi opportunità. A quasi dieci anni dai primi esperimenti del “MIT Distributed Robotics Garden”, l’internet delle cose (Internet of Things – IoT) applicato ai processi produttivi ha fatto enormi passi avanti. I sistemi produttivi oggi noti come “Cyber physical production systems” stanno diventando realtà e consentiranno processi produttivi più flessibili, veloci, customizzati e sostenibili.
Pensiamo al progetto tedesco “Industrie 4.0” in cui produttori come Bosch e Siemens integrano (nell’ottica del cosiddetto “smart manufacturing”) analisi della domanda, progettazione, gestione della supply chain, produzione, logistica e distribuzione.
In Italia le esperienze non sono molte, limitate per lo più alle grandi imprese. Ma i nostri imprenditori, soprattutto in alcuni cluster territoriali in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, e più di recente nel cluster nazionale Fabbrica Intelligente, stanno iniziando a cogliere le opportunità connesse alla manifattura di prossima generazione.
Prendiamo, solo come esempio, l’IoT e i “wearable”, tecnologie “portabili” durante l’attività lavorativa che da un lato supportano i lavoratori nello svolgimento delle loro mansioni (ad esempio fornendo informazioni e istruzioni >
attraverso “smart glasses” e realtà aumentata) e dall’altro ne misurano alcuni aspetti comporta mentali, emotivi e biologici (ad esempio attraverso tecnologie biometriche, sociometriche e di “eyetracking”).
In attesa di capire quale sarà il loro effetto occupazionale netto, queste tecnologie promettono meraviglie in termini di aumento della produttività, ma al tempo stesso non c’è dubbio che la loro applicazione pervasiva avrà effetti significativi sul lavoro: capire come declinare queste tecnologie sarà una vera sfida per imprenditori, manager, lavoratori e sindacati.
C’è il rischio che, come accadde in passato con le tecnologie dell’automazione flessibile, le promesse non siano pienamente mantenute: bisognerà risolvere problemi che ancora non immaginiamo e che il management dovrà affrontare attraverso sperimentazioni “locali” e lo sviluppo di capacità specifiche.
Le tecnologie emergenti non risolveranno i problemi di competitività e di sviluppo, da sole, né in Germania, né in Italia. Il capitale umano e il comportamento delle persone rimarranno fondamentali e quindi sarà necessario governare le implicazioni sociali dell’introduzione delle tecnologie sulla motivazione delle persone, la loro identificazione e lealtà organizzativa. Un esempio su tutti: una delle conseguenze dell’utilizzo diffuso di IoT e wearable nell’attività lavorativa sarà l’enorme disponibilità di big data sul comportamento organizzativo delle persone da utilizzare per essere correlati con big data provenienti dal mercato, dai clienti e dagli altri processi e tecnologie aziendali.
Un’opportunità enorme, ancora sottovalutata, per la gestione dei processi, ma con delicatissime conseguenze in termini di gestione della privacy. Si corre il rischio che le fabbriche intelligenti vengano percepite come una minaccia, un cambiamento “contro” le persone, non a loro favore, con le conseguenti resistenze, anche decisive. Il Lean Management, con i suoi metodi di miglioramento continuo dei processi, fondati su partecipazione, coinvolgimento e motivazione, sarà un “alleato” potente della rivoluzione tecnologica: insieme saranno in grado di produrre enormi risultati economici socialmente sostenibili.