
Presidente Lalli, la maggior parte dei previsori si aspetta un ritorno ai livelli pre-Covid del 2019 solo nel 2023 o addirittura nel 2024. L’accelerazione della campagna vaccinale, l’allentamento delle restrizioni e il green pass italiano e quello europeo, che dovrebbe entrare in vigore dal primo luglio, tuttavia fanno intravedere una prima ripresa già a partire da questa estate. Quali sono le vostre previsioni?
Seppur con la consapevolezza che non sarà un anno facile, il piano vaccinale in atto unitamente al green pass ci permettono di lasciare spazio ad un certo ottimismo per quest’estate. Poco meno della metà degli italiani andrà in vacanza anche se per il momento assistiamo ancora ad una partenza delle prenotazioni concentrate prevalentemente nel mese di agosto, che vedono l’Italia come destinazione preferita.
Per l’arrivo degli stranieri dovremo attendere la seconda metà di luglio, quando ci sarà una maggiore propensione a viaggiare garantita da una ripresa della mobilità in sicurezza. Grande protagonista sarà, come l’estate scorsa, la vacanza al mare con Puglia, Sardegna e Sicilia tra le destinazioni preferite, ma si privilegeranno anche i piccoli borghi e la vacanza outdoor con una propensione ad un turismo più consapevole.
Ci sono segmenti che, a suo avviso, potranno agguantare la ripresa prima di altri?
Il turismo sta soffrendo ancora duramente, con segmenti che hanno pagato uno scotto maggiore di altri come il trasporto aereo, le strutture ricettive e l’intrattenimento, solo per citarne alcuni.
Ora la sfida principale per l’intero comparto è assicurarsi, anche grazie al green pass e alla sua implementazione, il ritorno dei turisti. Solo con il loro arrivo potrebbero essere proprio gli stessi alberghi e aeroporti tra i primi a ripartire, seppur lentamente, confidando anche sui voli Covid tested che il governo ha deciso di ampliare.
A proposito delle misure adottate dal governo, a suo avviso sono adeguate a fronteggiare le difficoltà del settore?
Decontribuzione previdenziale per le imprese del settore, aiuti su canoni di affitto, bollette elettriche e Tari, fondi perduti, un’indennità ai lavoratori stagionali in difficoltà e aumento delle garanzie sui prestiti per gli investimenti delle Pmi del settore sono alcune delle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza di cui il settore ha indubbiamente grande bisogno. Le risorse sono più consistenti di quelle del passato e concentrate nel tempo, ma quel che preoccupa è la loro destinazione e come si assicura l’efficacia della spesa.
Per promuovere bene il turismo occorre riportare a sistema un insieme di interventi distinti su diversi fronti, perché solo attraverso la loro sinergia il piano potrà avere successo in termini di sviluppo dell’economia e valorizzazione del patrimonio nazionale. Occorre una visione di lungo periodo e lavorare ora a riforme strutturali profonde che gettino le basi per un ambiente davvero più a misura di imprese e lavoratori.
Le nostre imprese hanno bisogno di sburocratizzazione e semplificazione: non possiamo in alcun modo permetterci di restare ingabbiati da una stratificazione normativa e burocratica.
Oggi quali sono le priorità di Federturismo per rilanciare il settore nel nostro Paese?
Quello che si richiede oggi al settore turistico è di ripensare l’idea stessa di viaggio: bisogno di sicurezza, paura di viaggiare e ricerca di esperienze sono alcune delle caratteristiche manifestate dalla nuova domanda turistica e alle quali bisogna trovare rapidamente risposta.
Il turismo si riprenderà, ma deve saper cogliere l’opportunità di ripartire ancora più forte in una prospettiva di sostenibilità di medio-lungo termine. Flessibilità, chiarezza, salute e sicurezza sono le parole d’ordine per il turismo di domani. L’offerta di prodotti omogenei in diversi territori, il digitale, l’attenzione a nuovi stili di vita che mettano al centro il benessere e la sicurezza della persona sono temi cruciali sui quali è diventato indispensabile investire e riprogettare.
L’industria del turismo, ora più che mai, ha un grande bisogno di visione e le sue imprese necessitano di adeguati incentivi in una logica espansiva e non solo assistenziale.
Stante lo scenario in corso, come promuovere a livello internazionale il “prodotto Italia”?
Nonostante la pandemia abbia messo in ginocchio uno dei motori più importanti dell’economia italiana, la ripartenza rappresenterà un’opportunità per spingere su quei processi di innovazione rimandati o bloccati.
Per questo è necessario quanto prima strutturare un grande lavoro di promozione integrato su turismo e cultura come fattori trainanti per la ripresa anche del made in Italy attraverso la realizzazione di una piattaforma italiana per la promozione del turismo nel mondo cercando di massimizzare gli sforzi per l’aggregazione dell’offerta.
La transizione digitale è tra le principali priorità per il rilancio del settore emerse dalla riunione ministeriale G20 dedicata al turismo, insieme con il tema della trasformazione verde per orientare l’evoluzione del turismo globale in una direzione sostenibile. Le imprese del nostro Paese sono pronte?
Se c’è un aspetto drammatico ma illuminante che la crisi sanitaria ha lasciato nell’immaginario collettivo è che dovremo ripensare il turismo del domani, un turismo nuovo che dovrà saper cogliere le opportunità connesse al digitale. Un passaggio fondamentale per gli operatori in un momento in cui il settore deve reiventarsi per riguadagnare quote di mercato.
L’innovazione digitale è diventata un fattore fondamentale per attrarre i turisti, dal momento dell’ispirazione del viaggio, all’esperienza sul posto e al post viaggio e lo sarà ancora di più quando ricominceremo a viaggiare.
La necessità di distanziamento sociale ha accelerato il già avviato processo di digitalizzazione del viaggio: oggi il 30% delle strutture ricettive adotta soluzioni di pagamento da mobile e offre la possibilità di check-in online o da mobile e cresce anche l’offerta di assistenza tramite chatbot. Già prima del Covid-19 il digitale era considerato un driver fondamentale per il turismo, tanto più oggi, il settore ha bisogno di indicatori e informazioni in tempo reale per prevedere scenari, evoluzione dei comportamenti e attuare le opportune strategie anticipando il più possibile il processo decisionale.
Le risorse digitali possono, inoltre, facilitare uno sviluppo maggiormente sostenibile delle aree turistiche, migliorando l’accessibilità dei luoghi, favorendo processi di coesione sociale, accrescendo forme di governance partecipate, elevando la qualità della vita delle comunità locali. Sarà proprio sulla velocità di reazione che si determineranno i nuovi assetti e la competitività futura dei diversi paesi e le nostre imprese si devono far trovare pronte.