Cosme è un’impresa in continua evoluzione. Va oltre l’idea tradizionale di impresa edile e ne incarna una versione 4.0, con lo sguardo rivolto al futuro, verso il digitale e la sostenibilità. Specializzata nella fornitura di servizi di ripristino/riparazione sulle reti di acqua, gas e fognature fino alla realizzazione di grandi opere, nella sede principale di Genova ospita un polo dedicato alla formazione, una palestra di addestramento per il personale, in uno stabilimento totalmente a zero emissioni. L’apporto dei due figli nella gestione aziendale è la chiave di lettura della svolta “verde”, quella che Simone Zaffiri – che abbiamo intervistato, amministratore di Cosme insieme al padre Giorgio e al fratello Daniele – chiama green attitude (nella foto, da sinistra Simone, Giorgio e Daniele).
Cosme è una media impresa con un forte legame con il territorio.
Dal 1964 siamo una media impresa familiare. Dopo la scomparsa del fondatore, il nonno Primo Zaffiri, è stato mio padre Giorgio dopo pochi anni dall’avvio dell’impresa a doverne prendere le redini. Negli anni è riuscito a far crescere l’azienda e il numero dei collaboratori, ampliando le commesse e garantendo l’alto livello di qualità del servizio offerto e arrivando a numeri importanti per la città di Genova e la Liguria.
Da tempo – più di vent’anni – lo affianchiamo anche noi figli (Daniele e Simone Zaffiri, ndr). Dal confronto generazionale sono nate idee innovative che ci differenziano dalla concorrenza. Il nostro coinvolgimento ha permesso di vedere alcune cose con lo sguardo rivolto al futuro e a temi di fondamentale importanza.
Noi crediamo nella sostenibilità a 360 gradi, non solo ambientale ma anche sociale: la nostra azienda ha una ricaduta occupazionale ed economica sul territorio vicina al cento per cento. Teniamo molto e cerchiamo di collaborare con continuità con le associazioni benefiche organizzando eventi perché è un dovere e un piacere dare il nostro contributo alla comunità.
Sostenibilità sociale ed ambientale, cos’è la green attitude?
Cosme ha dato vita ad un “disciplinare di sostenibilità”, un modello di economia circolare innovativo nell’edilizia basato sui principi del Global Compact. Con questo strumento, Cosme condivide e fa propri i principi delle committenti, gruppo Iren in particolare, e li trasferisce ai propri fornitori attivando quella che si può definire una vera e propria filiera sostenibile.
Negli ultimi anni la crescita dell’azienda è stata soprattutto di mentalità e di idee oltre che da un punto di vista territoriale, allargando il raggio di azione dal ponente genovese fino al levante ligure ai confini della Toscana.
Nel nostro processo di crescita c’è un forte impegno sulla sostenibilità ambientale che ci ha spinti a realizzare una nuova sede, una struttura a zero emissioni. Abbiamo fatto un censimento delle emissioni di Co2 in atmosfera di tutte le nostre attrezzature, riuscendo a portare il bilancio a emissioni zero. Abbiamo investito nell’elettrico, auto e colonnine, e installato pannelli solari. E laddove non si poteva sostituire con una versione elettrica delle attrezzature – come gli escavatori e i camion –, abbiamo attuato progetti di compensazione come la piantumazione e forestazione di nuove aree o investimenti nell’eolico. Con orgoglio posso dire che il nostro polo e la nostra formazione sono completamente sostenibili, a emissioni zero.
Come nasce il polo della formazione?
Si tratta innanzi tutto di un centro di avanguardia che nasce, su idea di mio fratello Daniele, dall’esigenza interna di formare personale non solo attraverso corsi base, ma anche con corsi più approfonditi e specifici. Avendo quasi 200 collaboratori, ai quali abbiamo voluto garantire un’alta formazione che può arrivare fino a 10 attestati a persona, abbiamo pensato ad una struttura interna ma che fosse accessibile anche agli enti formativi.
Il polo è una palestra di addestramento di 5.500 mq, teorica e pratica, pronta ad ospitare qualsiasi tipo di formazione richiesta, dove eroghiamo una formazione base gratuita ai lavoratori disoccupati al fine di agevolare il loro ingresso nel mondo del lavoro.
Che effetti ha avuto la pandemia nell’attività?
Sicuramente il contraccolpo dei primi mesi c’è stato, le opere e alcuni cantieri si sono fermati. Abbiamo sospeso le lavorazioni nei cantieri con minore urgenza e proseguito quelle a rischio, occupandoci di manutenzione e pronto intervento, attività ricomprese tra quelle considerate essenziali. Dopo un paio di mesi di cassa integrazione abbiamo ripreso a pieno regime, anche in tempi abbastanza brevi rispetto ad altre categorie. Le misure anti-Covid hanno influito sulle prestazioni e sulla produttività dell’impresa ma tuttora le rispettiamo con rigore, attraverso un comitato anti-Covid interno.
Cosa si aspetta da questo nuovo governo guidato da Draghi?
Da imprenditore guardo con grande fiducia a questo governo, è un cambio importante e mi auguro che attraverso una figura di alto profilo il Paese possa superare questa difficile crisi sanitaria ed economica e possa sfruttare al meglio i fondi che arriveranno dall’Europa. Gli imprenditori si aspettano una vera ripartenza e, in particolare nel nostro settore, il riavvio delle grandi medie e piccole opere. Siamo stati troppi anni fermi. Poi penso alle priorità di sempre come lo snellimento della burocrazia e una riforma per un fisco più equo e giusto e che ci consenta di reinvestire nell’impresa e continuare a crescere.