
Attiva principalmente nel settore degli elettrodomestici a partire dagli anni ‘60, nel 1987, Tormatic – 16 milioni di euro di fatturato nel 2024 a fronte di 75 dipendenti – è stata acquisita da tre soci che l’hanno traghettata con grandi sacrifici, ma con anche notevole successo, verso il mondo dell’oleodinamica, in cui l’azienda di base a San Severino Marche, in provincia di Macerata, ha saputo districarsi così bene, tanto da venire dopo poco tempo contattata dal primo grosso cliente di una lunga serie. Un salto di qualità piuttosto marcato che, oltre a far sviluppare in termini di lavoro e spazi produttivi la Pmi marchigiana, l’ha pure gratificata con la certificazione ISO 9002, passo in grado di permetterle di conquistare altri spazi, soprattutto nel nord Italia, riuscendo a diversificare nei settori delle macchine agricole e da caffè, del lavaggio e del movimento terra.

CESARE PROSPERI
“Un altro momento centrale sulla strada della progressiva crescita della capacità industriale di Tormatic è stato nel corso del 2010, quando abbiamo conseguito l’ISO-TS 16949 per l’universo dell’automotive – spiega Cesare Prosperi, amministratore unico dell’azienda –. Circa dieci anni più tardi, infine, dopo l’acquisto di uno stabile che ha ospitato un magazzino e il reparto finitura, siamo riusciti a disporre di circa 6mila metri quadri coperti che adesso ospitano 70 macchine utensili: tra queste sono presenti alcune ad alta velocità e bassa complessità, come pure altre a controllo numerico per l’alta tecnologia”.
Ma quali sono i punti di forza di una Pmi che non si è mai fermata nell’opera di accrescimento del know how indispensabile per restare sempre al passo con i tempi? “Direi che si possano racchiudere in tre aspetti principali. La competenza per riuscire a lavorare praticamente tutte le materie prime, dall’acciaio all’alluminio, dall’ottone a quelle plastiche, ma anche la possibilità di produrre per i clienti pezzi molto diversi tra loro, un grado di versatilità che ci consente di creare 100 o un milione di pezzi del diametro che va da 4 a 160 millimetri. Il terzo è, infine, legato al particolare servizio clienti che possiamo mettere in campo: ha infatti una capacità logistica tanto complessa quanto puntuale nel soddisfare le richieste. Un modo di fare che ci differenzia rispetto al resto del mercato”.
Modulato sul cliente, insomma, il carico di lavoro giornaliero che Tormatic è capace di mettere a terra è basato sia sul certosino impegno della struttura organizzativa, che su ormai storici rapporti di fiducia con chi continua a fornirsi dall’impresa con quartier generale a San Severino Marche. “Se infatti scontiamo il fatto di non essere fondamentalmente specializzati in nulla, dall’altra parte il notevole livello di flessibilità che riusciamo a raggiungere ci consente di sfruttare ogni singola possibilità offerta dai vari ambiti in cui siamo presenti”. Spazi di manovra che Tormatic va a cercare non solo all’interno dei confini italiani, ma pure all’estero, dove la Pmi marchigiana ha un buon riscontro commerciale. “La nostra percentuale di export diretto si attesta intorno al 25%, con soprattutto la Germania a trainare un treno europeo che ci porta anche in Benelux, Austria, Svizzera, Francia, Svezia, Danimarca, Spagna e Regno Unito. Dal 2009 ci siamo poi affacciati, sia pur indirettamente, su altri territori mondiali attraverso le commesse di grandi gruppi di casa nostra”, chiarisce Prosperi.
Molto avanti, con uno storico di almeno 30 anni, sul piano di quella digitalizzazione dei servizi e della raccolta dati che le ha permesso di curare al meglio l’affiancamento alla clientela, l’azienda del maceratese ha intenzione di proseguire su questa linea programmatica. “L’idea che ci guida va di pari passo al progetto di proseguire ad investire sull’innovazione e sulle tecnologie ad essa collegate. Vogliamo in sostanza dare ulteriore forza a Tormatic 4.0, mentre siamo anche intenzionati ad inserire l’Intelligenza artificiale nel percorso industriale già ben avviato”.
Convinti che all’orizzonte si prospetti un prosieguo di 2025 piuttosto difficile, i vertici d’impresa di Tormatic hanno però fiducia nel futuro a più ampio termine. “Anche se credo, considerato il periodo storico che stiamo vivendo, che non si possano fare previsioni particolarmente accurate, la speranza è che comunque il prossimo anno si possano tornare a vedere numeri sulla linea di quelli messi assieme nel pre Covid-19. In questa ottica sarà pure importante provare a sciogliere il nodo della ricerca del personale e della sua fidelizzazione, obiettivo da centrare per essere più sereni nell’affrontare nuove sfide”. Tra queste il provare a produrre cose di grande livello e dall’alto valore aggiunto, come anche continuare a fornire il superiore grado di sostenibilità richiesto fortemente dai mercati. “E approcciare in maniera sempre più ficcante il tema dello sviluppo di Tormatic verso l’estero”, conclude Cesare Prosperi.

UNA PANORAMICA DEGLI STABILIMENTI DI SAN SEVERINO MARCHE