Riesce a essere innovativa e originale senza perdere di vista l’attenzione per l’ambiente la Litocartotecnica Pigni di Gorla Maggiore, nel varesotto, azienda attiva nel settore dei packaging di grandi formati, con 25 addetti e un volume di affari che ruota attorno agli 8,9 milioni di euro.
Crea confezioni di carta o cartone e si ingegna affinché siano sempre ecosostenibili fino ad inventare un genere di confezione ricavato dai prodotti della tavola. Sembrerebbe possibile solo nei cartoni animati e invece è quello di cui è capace la cartotecnica varesina. Dal mais, ad esempio, solitamente si ricavano l’olio, i semi, i cereali, le farine e i pop-corn per i più golosi; oggi anche i packaging. Si tratta di un astuccio visivamente uguale ai packaging tradizionali ma totalmente compostabile, realizzato con la carta “Crush Mais” della Cartiera Favini (di Rossano Veneto, in provincia di Vicenza) per i prodotti cosmetici della Previa Haircare.
“Crush è la nuova gamma ecologica di Favini realizzata con sottoprodotti di lavorazioni agro-industriali che sostituiscono fino al 15% della cellulosa proveniente da albero – spiega la titolare Patrizia Pigni (nella foto) –. L’azienda di cosmetici Previa ha scelto la carta ricavata dalle fibre del mais, ma sono svariate le proposte della Cartiera Favini, che noi di Pigni possiamo proporre ai nostri clienti. Dalla carta di agrumi a quella di nocciole, ma anche di lavanda o, ancora, di olive. Queste sono le materie prime naturali che, salvate dalla discarica, vengono utilizzate per la produzione di carte innovative, ecosostenibili e funzionali”.
Ma non è tutto dalla cartotecnica di Gorla Maggiore; lo sapevate che si possono ottenere delle confezioni anche dall’erba? Ebbene sì, “tra il ventaglio di possibili proposte dell’azienda – continua Patrizia Pigni – ci potrebbe essere quella di packaging green realizzati dalle fibre di erba, grazie ad un fornitore di materia prima tedesco”.
Ma torniamo alle aziende di grandi marchi che si sono affidate alla creatività della Litocartotecnica. Tra queste, Melegatti 1894 Spa, che ha scelto Pigni per cambiare abito alla famosa colomba del brand dolciario: un packaging ancora più green col manico in carta che riproduce la “M” di Melegatti, in sostituzione a quello di tessuto. Recentemente ha voluto essere ancora più green anche Aromi e Profumi Srl con le nuove vaschette “ink free” della Pigni, che da luglio saranno presenti nei punti vendita Esselunga: confezioni con zero inchiostro nella stampa dei simboli certificativi.
E mentre Goglio Spa (Daverio, Varese), per conto della Riso Gallo, pensa al confezionamento sottovuoto del riso con un materiale multistrato adatto per il riciclo, Pigni si occupa, per lo stesso brand, del packaging esterno, certificato Fsc. Una certificazione internazionale di cui è in possesso l’azienda, oltre alla Pefc; le due attestazioni indicano l’appartenenza alla “catena di custodia” tramite la quale è possibile avere traccia di tutta la filiera, dal produttore dell’imballo fino all’albero che è stato tagliato.
Esempi, questi, di passi aziendali verso la sostenibilità sempre più necessari, perché, come spiega l’imprenditrice Patrizia Pigni, “il consumatore finale è sempre più cosciente ed è disposto a spendere anche qualcosa in più pur di avere un prodotto green. Sempre più clienti richiedono imballi monomateriali più adatti allo smaltimento e al riciclo”. Tutti ormai vogliono un prodotto sostenibile: “Riso Gallo così come Melegatti e Previa sono molto attenti a mettere sul mercato un packaging responsabile. Come azienda stiamo cavalcando l’onda con l’obiettivo di una produzione 100% sostenibile, a partire dalla stampa perché – spiega l’imprenditrice – spesso non è il packaging che inquina, bensì la lavorazione”.
Un prossimo progetto della Litocartotecnica è infatti volto a diminuire l’impatto dei prodotti chimici sul processo di stampa con l’esacromia: una tecnica a sei colori fissi che permette di ridurre lo smaltimento delle tinte, delle lastre, dei prodotti chimici nel lavaggio e, conseguentemente, i costi per il cliente.