“La cosa che più mi rende orgoglioso è guardarmi indietro e pensare a tutto quello che abbiamo fatto. Vedo un gruppo valido e affiatato e, quando le persone condividono la politica dell’azienda e cercano di crescere insieme, tutto è più semplice”. A parlare è Emanuele Palmarini (in alto a sinistra con il fratello Cesare), ceo di Indemac, azienda di Ascoli Piceno specializzata nella progettazione e costruzione di macchinari per lavanderie industriali.
Quando nel 2010 ha deciso di tentare la strada imprenditoriale – “volevo fare qualcosa di mio, la definizione di imprenditore era troppo grande a quel tempo” – Palmarini ha scelto di partire proprio dalle persone, nello specifico dal gruppo con cui aveva lavorato in precedenza per un’azienda di Teramo attiva nello stesso settore. Qui, entrato nel 2001 come apprendista, aveva dimostrato le proprie capacità, diventando prima responsabile del reparto elettrico, poi responsabile di produzione e infine responsabile di stabilimento. Un cammino che viene interrotto dalla multinazionale che nel frattempo ha acquisito l’impresa abruzzese. Sono gli anni della crisi economico-finanziaria e la casa madre decide di chiudere lo stabilimento italiano.
Proprio allora, nel 2010, nasce la Indemac, questa volta con sede nella zona industriale di Ascoli Piceno. “Insieme con mio fratello Cesare, che lavorava pure nella precedente azienda, abbiamo ricomposto un gruppo affidabile ed efficiente – racconta Palmarini –. Inizialmente ci occupavamo solo di gestire ricambi, poi su richiesta della multinazionale, che intanto aveva riportato la produzione in Spagna, abbiamo cominciato una collaborazione lato produzione”.
Il motivo è presto detto. Alcune lavorazioni risultano abbastanza artigianali e l’azienda madre non dispone delle competenze sufficienti, racconta l’imprenditore. Ed è proprio puntando su questo bagaglio di know how che la Indemac avvia nel 2011 anche una produzione a marchio proprio, con la quale si afferma gradualmente sul mercato sino a diventare uno dei principali player nel panorama internazionale. “Oggi abbiamo una gamma prodotti molto ampia – spiega il ceo dell’azienda –. Quello più completo si chiama ILC ed è un macchinario compatto che gestisce le fasi di asciugatura, stiratura, piegatura e accatastamento dei capi di biancheria piana, ovvero lenzuola e tovagliato. Nel mondo siamo soltanto in tre a produrlo, insieme con un’azienda di Taiwan e una spagnola. Ci sarebbe anche un quarto produttore americano, ma in generale noi ci distinguiamo, oltre che per la varietà di modelli e dimensioni, anche per la capacità di realizzare un prodotto su misura. Cosa che le grandi aziende cercano di evitare”.
Naturalmente non sempre la progettazione avviene ex novo, ma quello che Palmarini tiene a sottolineare è l’attenzione, quasi ossessiva, per l’efficienza. Acquistare un macchinario che fa risparmiare sulla bolletta elettrica, per esempio, oggi è una delle richieste più frequenti da parte della clientela, che nel caso della Indemac è composta prevalentemente da piccole e medie lavanderie, strutture ricettive e case di riposo. “La sostenibilità ha contraddistinto fin dall’inizio la nostra politica aziendale – spiega – ma oggi è un fattore ancora più importante, visti gli incrementi pazzeschi che ha subito il prezzo dell’energia elettrica”.
Come sta andando in generale il 2022? “Stiamo gestendo un picco di lavoro che ha fisiologicamente allungato i tempi di consegna – racconta Palmerini – e che si somma alla difficoltà nel reperire i materiali necessari. Nel nostro caso si tratta di lamiere, che tagliamo a laser e lavoriamo internamente, tubolari e tubi metallici, componentistica per la parte meccanica e per quella digitale. Escludendo la fase di progettazione, prima riuscivamo a consegnare in sei-otto settimane, oggi ci occorre più tempo. D’altra parte, dalla fine del 2021 ad oggi il nostro portafoglio ordini è praticamente raddoppiato”.
L’impennata di richieste proviene soprattutto da due paesi, Italia e Spagna. “Nel primo caso – chiarisce l’imprenditore – il boom deriva dalla possibilità di usufruire del credito d’imposta per macchinari Industria 4.0, nel caso della Spagna il merito è di un distributore che sta lavorando in maniera importante”. Il rapporto con i mercati esteri avviene, infatti, attraverso i distributori. Indemac vende in diversi paesi europei – Francia, Spagna, Portogallo, Svizzera, Lituania – in Israele, Turchia, Arabia Saudita e Australia.
Oggi l’azienda fattura circa due milioni di euro, ma per il 2022 prevede di raggiungere i tre milioni e mezzo. Dodici le persone impiegate, cui potrebbe aggiungersi nuovo personale. Come altri colleghi, però, Palmarini incontra difficoltà nel trovare i profili giusti. “Le dirò di più: oggi non si fa fatica a trovare il professionista, ma la persona – sottolinea –. Il primo è quello che sa fare il suo mestiere, la seconda è quella che condivide la politica aziendale in modo sano e riesce a inserirsi bene nel gruppo. A volte preferiamo prendere una figura con poca esperienza ma con le caratteristiche personali giuste piuttosto che un professionista”.
Per quanto riguarda gli investimenti, l’azienda ha acquistato un nuovo capannone nel 2020 estendendo la sede produttiva su oltre 4.000 metri quadri. A fine ottobre, invece, parteciperà a Milano alla fiera Expodetergo. “Stiamo investendo in uno spazio espositivo più ampio per aumentare il numero di macchine esposte”, chiarisce.
Ma per fare leva sul cliente la squadra guidata da Emanuele e Cesare Palmarini gioca anche un’altra carta, quella del territorio. “Descrivere le nostre origini e fare capire ai clienti dove siamo per noi è molto importante. Quando riusciamo a invitarli in azienda, a far visitare loro la città di Ascoli Piceno, osserviamo che si trovano bene. E in qualche caso riusciamo anche a chiudere più contratti”, conclude Palmarini.