“Le imprese familiari sono presenti in tutti i paesi del mondo e rappresentano tra il 65% e il 90% del totale delle aziende. L’Italia si colloca tra quelli in cui il legame tra impresa e famiglia è più intenso: l’85% delle aziende italiane, infatti, può essere ritenuto family business”. Gianni Tardini, presidente Piccola Industria Confindustria Marche parte dalle cifre per mostrare l’importanza che le aziende familiari rivestono nel nostro Paese. Le Marche non sfuggono a questa caratteristica e il 71,1% delle imprese con oltre tre addetti – pari a oltre 23.300 aziende – è controllata da una persona fisica o da una famiglia.
Da qui l’idea di affrontare le nuove sfide per questo modello imprenditoriale nel convegno organizzato da Piccola Industria Confindustria Marche, Piccola Industria Ancona e Aidaf il 20 giugno a Portonovo, presso il Seebay Hotel.
“A Portonovo celebriamo le imprese familiari e il talento, inteso come patrimonio strategico di risorse e conoscenze, che ha permesso la costruzione di un’azienda, partendo da un’idea – sottolinea ancora Tardini –. In un periodo in cui sono venuti meno paradigmi, processi e modelli aziendali, il talento da abilità naturale, diviene strumento eccellente di crescita e risorsa da scoprire e valorizzare”.
A queste considerazioni si unisce Diego Mingarelli, presidente Piccola Industria Confindustria Ancona, che spiega le peculiarità del modello culturale e organizzativo: “Attraverso le imprese familiari si è affermato un modus operandi fondato sulla sostenibilità dei rapporti umani e delle forme organizzative, su un rapporto speciale tra creatività e innovazione e su un’idea di profitto come ricompensa etica del fare. Oggi – prosegue – il sistema delle imprese familiari attraversa una fase complessa che ne mette in discussione orientamenti e identità. Ed è per questo che abbiamo pensato a un momento di confronto sull’originalità delle imprese familiari, sui modelli di leadership che si profilano al di là della dimensione d’impresa, su come la questione demografica condiziona la continuità d’impresa, le strategie di successione e l’acquisizione di professionalità innovative. Ragionare su questi temi scottanti è un primo passo per ripensare in modo forte e dinamico il ruolo delle imprese familiari in Italia e in Europa”.