
C’è una sorta di approccio filosofico, oltre che commerciale, dietro i successi ottenuti da Eurofork, azienda con quartier generale a Roletto, in provincia di Torino, che da oltre vent’anni si occupa di forcole elettroniche telescopiche – parte meccanica che si allunga e preleva il pezzo a destra o sinistra – ed altri prodotti per l’automazione della gestione delle merci all’interno dei magazzini.

FORCOLE TELESCOPICHE
Sotto la guida dell’amministratore delegato Maurizio Traversa (nella foto in alto), la Pmi piemontese – 29,5 milioni di euro di fatturato nel 2021 e 90 dipendenti – è riuscita ad affinare ancor più la propria proposta industriale nel settore dell’handling devices, seguendo un modus operandi tanto tecnologico quanto pratico. “Io credo che l’innovazione conti il giusto nei processi produttivi di un’azienda e rispetto ad altre realtà industriali italiane, in certi momenti ci troviamo concettualmente agli antipodi – spiega Traversa –. Questo perché, per quanto debba essere considerato fondamentale l’aspetto innovativo, credo che la prima cosa da curare per bene siano le basi di un’impresa, per fare sì che la struttura sia estremamente solida. L’opera degli addetti alla produzione, alla movimentazione delle merci, per esempio, deve essere centrale nel giornaliero di un’azienda che vuole crescere nella giusta maniera. Non ci interessa, insomma, l’innovazione fine a sé stessa, ma quella, magari legata alla digitalizzazione, che contribuisca ad aumentare il valore aggiunto mentre continua a garantire altissime performance”.
Questo non significa, però, che l’azienda di Roletto trascuri gli indubbi benefici che possono venire dalla tecnologia. Anzi. “Per arrivare dove siamo, Eurofork è partita da un software che oggi è integrato anche con l’intelligenza artificiale. Macchine capaci di aiutare a risolvere i problemi che si creano in corso d’opera o addirittura auto-risolverli a distanza, come successo quando, durante la pandemia, abbiamo dovuto necessariamente operare da remoto verso Cina, India e Vietnam. E ciò ci consente pure di rimanere vicino ai clienti, mantenendo, in ogni situazione, standard adeguati”.

DETTAGLIO DELL’ESMARTSHUTTLE
Detto questo va sottolineato come Eurofork, sempre nell’ottica di migliorare la propria offerta nel campo della logistica, abbia messo sul mercato globale anche un avanzato sistema a navetta, l’Esmartshuttle, progettato per lo stoccaggio ad alta intensità e multi-referenza nei magazzini automatici e nei buffer di produzione. Uno dei prodotti pensati per coprire gli spazi commerciali in cui non riuscivano ad arrivare le forcole. “Esmatshuttle è un macchinario multiprofondità che inizialmente ci ha messo un po’ ad essere accettato, ma che ora vendiamo praticamente in tutto il mondo a grandi integratori multinazionali, come Toyota e Linde Material Handling, dando loro i mezzi per creare o sviluppare nuovi tipi di magazzini. Una crescita costante che ci ha così permesso di essere presenti in 93 paesi, tra cui Stati Uniti, India e Giappone, per un export complessivo attestatosi sull’84%”, chiarisce l’amministratore delegato della Pmi piemontese.
Non tutto è andato per il verso giusto, però, soprattutto durante il 2021 per Eurofork, costretta a dover gestire nel modo meno doloroso possibile l’impennata dei prezzi dei materiali. “Con il ferro ci abbiamo rimesso tantissimo, ma il problema più grosso è stata la difficoltà di reperimento dei componenti elettronici, quei chip che faticano terribilmente ad arrivare dalla Germania. Quest’anno pensavamo di poter fare un ulteriore salto in avanti del 15-20% e invece saremo costretti a replicare gli stessi numeri del 2021”. Cospicui rallentamenti che impediscono un flusso costante dei container dal Far East, in particolare da Corea e Cina. “E poi la guerra in Ucraina ha di fatto spaccato il mondo in due, costringendo molti a rivedere le proprie strategie di crescita. Non ci sono bacchette magiche per evitare di subire eccessivamente i cambiamenti in atto: bisognerà essere più indipendenti possibile e poter contare, come già facciamo noi, su una supply chain corta. È questo il modo di fare che, posso garantire, ci ha salvato durante la pandemia da Covid-19”.
E mentre in parecchi sono costretti a navigare a vista considerato il complesso momento storico che stiamo vivendo, Maurizio Traversa e il suo team dimostrano di avere idee diverse. “Nel tempo ho imparato che quando tutti aspettano, l’unica soluzione è osservare bene i grandi trend dei mercati ed agire. A mio avviso bisogna ragionare in un altro modo, non rifacendosi al concetto di industria 4.0, con la produzione al centro, ma a quella 5.0, che ha l’uomo come punto cardine. Inoltre, vogliamo essere ancora più flessibili per poter intercettare velocemente le domande del mercato”.