Lo strumento ha analizzato la performance digitale dell’Europa nel suo complesso e dei singoli stati membri nel corso del 2015 sulla base di cinque indicatori: connettività; capitale umano; uso di Internet; integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali. A livello complessivo, rispetto allo scorso anno miglioramenti si sono registrati negli indicatori “connettività” e “integrazione delle tecnologie digitali”.
Gli Stati membri sono stati suddivisi in quattro gruppi in base al punteggio ottenuto nel Desi 2016 e alla crescita registrata tra il 2015 e il 2016. L’Italia si trova nel terzo gruppo (Catching up countries), ovvero i paesi il cui punteggio è inferiore alla media europea ma è cresciuto più rapidamente di quello Ue nell’ultimo anno. Con un punteggio complessivo pari a 0,4, l’Italia è al 25° posto nella classifica dei 28 Stati membri, avendo registrato nell’ultimo anno pochi progressi nella maggior parte degli indicatori. Fa eccezione per l’appunto il ruolo giocato dal commercio elettronico nel fatturato delle PMI (8,2% del totale). Emerge, in ogni caso, come l’industria italiana potrebbe trarre maggiori vantaggi da un uso più diffuso delle soluzioni di e-business.
Dello stesso gruppo dei “Catching up countries” fanno parte anche Spagna, Croazia, Lettonia, Romania e Slovenia.
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