

GIOVANNI BARONI
“Un’azienda digitalizzata non è un’impresa che ha introdotto più tecnologie di un’altra, ma quella che ha saputo scegliere le soluzioni digitali più adatte per il proprio personale contesto e che è in grado di estrarre valore dalla loro sinergia. Per capire quali scegliere e come utilizzarle al meglio, servono le competenze ed è fondamentale la formazione, dentro e fuori l’impresa. La trasformazione digitale, quindi, non esclude la persona, ma anzi la conferma al centro del processo come attore in grado di guidarlo e governarlo”. Con queste parole Giovanni Baroni, presidente di Piccola Industria Confindustria, spiega il principio che ha ispirato il ciclo di incontri “Intelligenza artificiale e Pmi: esperienze da un futuro presente”, organizzato da Piccola Industria e Anitec-Assinform, in collaborazione la rete dei Digital Innovation Hub, e che oggi fa tappa nel capoluogo piemontese presso il Centro Congressi dell’Unione Industriali Torino.
Giunta al quinto incontro sul territorio, l’iniziativa mira a scattare una fotografia del grado di digitalizzazione delle Pmi italiane, con particolare attenzione all’adozione delle tecnologie afferenti all’Intelligenza artificiale.
Per quanto riguarda il Nord Ovest le imprese piemontesi con almeno un livello base di digitalizzazione costituivano nel 2022 il 74,8% del totale, circa 13 punti percentuali in più rispetto al 2021, mentre quelle valdostane nel 2022 si attestavano al 62% del totale, segnando una crescita di due punti percentuali rispetto al 60% del 2021.
In merito all’uso dell’intelligenza artificiale in questa area geografica, “la percentuale di imprese che usa almeno una delle tecnologie di Ia considerate dall’Istat si attesta al 5,78% – si legge nel comunicato stampa diffuso per l’evento – con un valore leggermente inferiore alla media italiana”.
Quest’ultima, infatti, secondo i dati Istat relativi al 2021, si attesta al 6,2% di imprese con almeno 10 dipendenti, a fronte di una media europea pari a circa l’8%. È l’industria a recuperare parzialmente visto che nel 2021 – ripota ancora il comunicato – “la percentuale di imprese più avanzate nell’uso dell’intelligenza artificiale era superiore alla media europea (1,4% contro 1,3%)”.
C’è molto lavoro da fare, dunque, e le prospettive di crescita del mercato sono ampie. Per quanto riguarda i dati regionali, nel rapporto Anitec-Assinform “Il digitale in Italia 2022”, si legge che nel 2022 il mercato dell’Intelligenza artificiale in Piemonte ha superato i 43 milioni di euro e nel prossimo biennio potrebbe toccare i 72,9 milioni di euro, mentre quello digitale nel suo complesso ha raggiunto i 5,9 miliardi di euro; nel caso della Val d’Aosta, quest’ultimo ha raggiunto i 152 milioni di euro.
“Qui in Piemonte abbiamo una solida tradizione nell’industria dell’automotive, della manifattura, dell’informatica e dell’elettronica e un ecosistema imprenditoriale dinamico – spiega Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte e di Anitec-Assinform –. E anche grazie alla presenza di un sistema universitario di altissimo livello la regione offre un ambiente favorevole per sfruttare il potenziale dell’intelligenza artificiale per promuovere la competitività e la crescita delle nostre Pmi.
Per questo motivo, prosegue Gay, “è il momento di rafforzare le collaborazioni e le sinergie, anche sfruttando al meglio le risorse del Pnrr, mettendo insieme tutti gli attori pubblici e privati nel nostro territorio e occorre guardare al digitale come un alleato prezioso e imprescindibile per la crescita del sistema industriale”.
Anche il presidente della Piccola Industria regionale Alberto Biraghi condivide questo pensiero sottolineando come l’Intelligenza artificiale possa “essere applicata in molte realtà industriali locali determinando maggiore efficienza e minori costi”.
Per Elena Vittaz, presidente della Piccola Industria di Confindustria Val d’Aosta, “il mercato del digitale in Valle d’Aosta vale oltre 150 milioni di euro, è un dato in forte crescita, anche se siamo sotto la media nazione per quanto attiene all’indice Desi (Digital Economy and Society Index)”. Ma l’accelerazione, fa notare la presidente, sarà possibile solo dalla disponibilità di un’infrastruttura adeguata: “Ad oggi – sottolinea – sono infatti appena 23 i cantieri ultimati del programma per la Banda Ultra Larga, e altri 44 sono in fase di esecuzione e collaudo”, conclude Vittaz.