
Con il presidente degli Stati Uniti il confronto è stato serrato. Il fatto che Biden abbia accettato l’invito dimostra che la sua Amministrazione fa sul serio sulla volontà di un fronte comune per affrontare la lotta alla pandemia, la sfida digitale, tecnologica e ambientale, così come la Cina e la Russia, mettendo su questo ultimo punto a disagio alcuni paesi, che non condividono un’escalation dei toni con Vladimir Putin e neppure con Xi Jinping. Ci sono in ballo scelte difficili, come il destino dell’accordo sugli investimenti con Pechino concluso alla fine del 2020 o la rinuncia da parte tedesca al completamento del gasdotto Nord Stream 2.
Sulla questione Covid, numerosi Stati membri si sono espressi a favore di una rapida attuazione del certificato verde digitale, sebbene altri abbiano evidenziato la necessità di acquisire maggiori informazioni sull’infettività dei vaccinati o sulla durata dell’immunizzazione, così come sulla necessità di garantire l’applicazione dei principi di non discriminazione e di rispetto dei dati personali, e di chiarimenti sugli aspetti di interoperabilità. Alcuni paesi hanno espresso perplessità sul meccanismo di autorizzazione all’esportazione, con particolare riferimento a eventuali risposte in rappresaglia da parte di Paesi terzi.
L’Austria, insieme ad altri cinque paesi, ha minacciato di bloccare lo Statement in assenza di meccanismi correttivi per la distribuzione dei vaccini. Tutti gli altri Stati membri hanno confermato la validità del meccanismo di allocazione pro-rata, ma si sono espressi a favore di soluzioni pragmatiche ed eccezionali a favore dei paesi rimasti indietro: saranno infatti gli ambasciatori a occuparsi della questione. Praticamente nessun dibattito sulla parte relativa al mercato interno, mentre sulla Turchia fino all’ultimo il testo è stato limato soprattutto per aggiungere un riferimento esplicito alla stabilità della Regione, al rispetto dello stato di diritto e dei diritti umani e alla necessità di organizzare una conferenza multilaterale sul Mediterraneo Orientale.
Covid, tra restrizioni e vaccini
I leader hanno confermato la necessità di accelerare e intensificare la produzione, la consegna e la distribuzione dei vaccini, così come l’importanza della trasparenza e dell’estensione dello schema dell’autorizzazione alle esportazioni.
Il Consiglio si è espresso a favore del mantenimento delle restrizioni, incluse quelle per gli spostamenti non essenziali, ma facendo in modo che sia garantita la libera circolazione di beni e servizi nel mercato interno, attraverso le Green Lanes. La graduale rimozione delle restrizioni dovrà essere intrapresa sulla base di un approccio comune e, in questa prospettiva, il lavoro legislativo e tecnico sui certificati digitali interoperabili sul Covid-19, basati sulla proposta della Commissione, secondo il Consiglio dovranno essere portati avanti con urgenza.
Ugualmente, anche il lavoro sulla creazione di un meccanismo di condivisione dei vaccini dovrà essere portato avanti rapidamente, in modo da integrare e supportare il ruolo guida di COVAX nel garantire l’accesso universale e la diffusione dei vaccini anche nei paesi terzi.
Il mercato unico digitale
Il Consiglio europeo ha anche affrontato il tema dell’economia digitale ponendo particolare enfasi sulla sovranità digitale dell’Europa, da perseguire con un approccio aperto verso partner extra-Ue, puntando al consolidamento dei propri punti di forza e alla riduzione delle dipendenze e debolezze strategiche.
La posizione assunta dal Consiglio si inserisce in un momento cruciale in cui le istituzioni europee si trovano a negoziare un ambizioso pacchetto di proposte legislative sulla governance dei dati, sulla responsabilità delle piattaforme online e sui rapporti B2B nell’economia digitale. La linea tracciata sembra chiaramente di sostegno alle proposte sin qui avanzate dalla Commissione europea e di invito ad accelerare nella loro adozione.
È il caso delle tre proposte di Regolamento sui Servizi Digitali (DSA), sui Mercati Digitali (DMA) e sulla Governance dei Dati (DGA) che mirano a migliorare l’accesso, la condivisione e il riutilizzo dei dati e il rafforzamento del mercato unico digitale creando condizioni di parità per promuovere innovazione e competitività. Il Consiglio fa anche riferimento all’importanza di garantire portabilità dei dati e interoperabilità per una economia davvero competitiva.
Il Consiglio riconosce inoltre nella recente comunicazione della Commissione “La bussola digitale al 2030” un passo importante verso la creazione di una precisa roadmap per lo sviluppo digitale dell’Europa nel prossimo decennio. L’obiettivo del programma dovrebbe essere, ancora una volta, di identificare ulteriormente le capacità e le infrastrutture digitali strategiche a cui indirizzare un maggiore sostegno politico.
Inoltre, il Consiglio europeo ha chiesto di sfruttare meglio il potenziale dei dati e delle tecnologie digitali, compresa l’intelligenza artificiale (su cui è prevista un’iniziativa legislativa della Commissione europea nei prossimi mesi), a vantaggio della società e dell’economia. Ha inoltre riconosciuto la necessità di accelerare con la creazione dei nove spazi di dati settoriali annunciati nella strategia europea per i dati del febbraio 2020; gli spazi dati, nelle intenzioni della Commissione, dovrebbero essere strutturati secondo i principi e gli standard stabiliti da Gaia X.
Ed è sugli standard che vi è un ultimo richiamo ad un maggiore ruolo di leadership dell’Europa: il Consiglio ha infatti chiesto che gli sforzi di sensibilizzazione internazionale dell’Unione europea e degli Stati membri siano rafforzati attraverso forum e organizzazioni di standardizzazione pertinenti al fine di promuovere gli standard digitali dell’Ue nel mondo.
Il Consiglio conferma la volontà di procedere con i lavori sulla Digital Levy, nonostante i progressi a livello Osce, e che la Commissione presenterà entro giugno una proposta sul tema, in vista della sua introduzione come nuova risorsa propria al più tardi entro il 1° gennaio 2023.
Le relazioni con la Turchia
Il Consiglio ha scelto una linea distensiva, salutando con favore lo stop alle attività di trivellazione e prospezione nelle acque di Cipro e Grecia e la ripresa dei colloqui con questi Stati membri.
D’altra parte, i leader hanno dichiarato di volersi impegnare in maniera graduale e reversibile su questioni di interesse comune, come la gestione dei migranti o la lotta al terrorismo, e mettendo le questioni della stabilità regionale, del rispetto della Rule of Law e dei diritti umani al centro del confronto con questo alleato ingombrante, e chiedendo all’Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza di organizzare una conferenza multilaterale sul Mediterraneo orientale.
Rafforzare l’autonomia strategica della Ue
Durante l’Euro Summit, i leader europei hanno discusso del ruolo internazionale dell’euro, supportando il lavoro della Commissione in questo senso con l’obiettivo di rafforzare l’autonomia strategica dell’Ue in ambito economico e finanziario e aiutare le famiglie e le imprese. In questo contesto, nelle conclusioni rilasciate a margine dell’incontro, i Capi di Stato e di Governo:
- sottolineano la necessità di una ripresa inclusiva e sostenibile, come pre-condizione per un ruolo forte dell’euro a livello internazionale. Il dispositivo per la ripresa e resilienza, nell’ambito del Next Generation EU, sarà fondamentale per supportare gli investimenti e le riforme negli Stati membri;
- evidenziano l’importanza di un’architettura finanziaria solida e mercati finanziari denominati in euro ben funzionanti. A questo scopo, il completamento dell’Unione bancaria e dell’Unione dei mercati dei capitali resta essenziale;
- chiedono una finanza digitale più forte e innovativa e un sistema dei pagamenti più efficiente. In questo senso, il lavoro sulla possibile introduzione di un euro digitale dovrà essere portato avanti;
- chiedono di continuare il lavoro sulla creazione di un framework efficace per stimolare la crescita di un mercato finanziario verde dell’Ue.
Al prossimo Euro Summit di giugno i leader discuteranno delle sfide economiche dell’area euro a seguito della crisi pandemica e valuteranno i progressi nell’ambito dell’Unione bancaria e dei mercati dei capitali.