
Acquistata nel 1989 dalla famiglia Riccardi, la Lameter – 7 milioni di euro di fatturato nel 2021 e 25 dipendenti –, da quel momento in poi è cresciuta in modo progressivo occupandosi di progettazione e produzione di benne ed attrezzature in acciaio speciale per macchine operanti nel settore della carpenteria pesante. Un impegno industriale che riesce a variare a seconda delle richieste di una qualificata clientela attiva nel campo del movimento terra, il tutto attraverso la creazione di parti di ogni dimensione e caratteristica in grado di svolgere il proprio compito in miniere, cave ed altri contesti come le discariche.

DA SINISTRA, GIULIO RICCARDI CON I FRATELLI ANNA E GIOVANNI
Da sempre di base a Genova, Lameter ha progressivamente virato verso questo tipo di produzione quando ha iniziato fornire attrezzature specifiche per le macchine impegnate all’interno delle cave di marmo di Carrara. “Tutto è partito da lì, dal momento in cui l’azienda ha deciso di creare l’attacco rapido e le forche necessarie per velocizzare e mettere in sicurezza quei processi estrattivi – spiega l’amministratore delegato della Lameter, Giulio Riccardi, che guida l’azienda assieme ai fratelli Anna e Giovanni –. Siamo stati i primi ad introdurre sul mercato un prodotto che ha permesso di fare un notevole passo avanti: se in precedenza, infatti, ci volevano quarantacinque minuti per montare una benna ad attacco diretto, con il nostro attacco rapido ne servono solo tre per cambiare attrezzatura e poter spostare il blocco di marmo senza rovinarlo. Una specializzazione che ci ha fatto conoscere su più larga scala ed ha contribuito fortemente a fare iniziare la collaborazione con le principali case costruttrici”.
Cambiamento di prospettive industriali a cui ha poi fatto seguito la scelta di aprirsi sempre più al commercio con l’estero, offrendo un servizio puntuale e in continua evoluzione tecnologica in questo settore di grande prospettiva. “Siamo una sorta di piccola multinazionale. Produciamo pochi pezzi, ma arriviamo dappertutto riuscendo a personalizzare l’attrezzatura della clientela che si rivolge a Lameter. Tra loro ci sono alcune miniere in Siberia ed Africa, quel genere di mercati ad alto valore aggiunto che riusciamo a raggiungere con i nostri prodotti. Nell’89, all’arrivo di noi Riccardi in azienda, il fatturato veniva interamente da entro i confini nazionali, mentre adesso siamo sempre più lanciati verso l’estero, considerato che più della metà delle commesse sono di provenienza internazionale. Nello specifico, attraverso i dealer delle case costruttrici che ci contattano, siamo sbarcati anche in Centro America, Stati Uniti, Canada, Australia, Egitto, Burkina Faso e Ghana”, chiarisce l’ad di Lameter.
Clienti che hanno compreso quanto possano essere aiutati nel giornaliero da quanto esce dagli stabilimenti della Pmi genovese. “Chi si rivolge a noi è intenzionato a restare competitivo e all’avanguardia, avendo capito, tra l’altro, che con macchine e tecnologia innovative si può agevolmente aumentare la produttività. Per fare un esempio, una società del Suriname ci ha ringraziato per averle fornito una benna capace di estrarre il 20% di materiale in più rispetto all’anno precedente. Numeri non certo banali, direi”.
Proprio la competenza acquisita nel tempo nella produzione di benne extralarge ha contribuito a rendere ancor più popolare nel mondo l’impresa ligure, pronta, nel breve periodo, a fare un ulteriore passo di crescita. “Fino ad ora la benna più grande costruita alla Lameter pesava 37 tonnellate, ma entro i prossimi tre anni ci siamo posti l’obiettivo di arrivare a pezzi da 50 – sottolinea Riccardi –. Ne produciamo tra le 400 e le 450 unità annue, con una media di peso intorno alle otto tonnellate. Nei casi in cui non sono sufficienti quelle standard e magari c’è bisogno di farle su misura, in molti si rivolgono a noi per cercare di risolvere il problema”.
Non essendo una realtà industriale energivora, la Pmi genovese è riuscita a gestire senza eccessivi problemi la crescita esponenziale dei prezzi dell’energia, non venendo colpita eccessivamente nemmeno dall’impennata di quelli dei materiali. “Per quanto siamo andati incontro anche noi a bollette elettriche più salate del normale, il fatto che, per esempio, il costo dell’acciaio speciale sia aumentato in modo minore rispetto a quello comune ci ha confortato. Lameter ha la fortuna di lavorare esclusivamente su commessa e inoltre non abbiamo, come altri, listini a cui fare riferimento. Devo aggiungere anche che nel 2022 i prezzi dei nostri prodotti finiti sono andati su di oltre il 20% e in una contingenza del genere sta comprando solo chi ne ha assolutamente bisogno”.
Intanto i vertici dell’impresa genovese stanno pianificando alcuni investimenti per dare ancora maggiore respiro ai propri progetti di sviluppo. “Grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza abbiamo fatto domanda per ottenere un milione e 300mila euro che investiremo in un nuovo macchinario e un ulteriore capannone, quest’ultimo necessario, come dicevo in precedenza, per poter andare a lavorare su benne ancora più imponenti ora che abbiamo un know how adeguato a queste sfide. Un impegno che ci sentiamo di sostenere per riuscire ad infilarci sempre più in quella nicchia di mercato riservata a pochi nel mondo”, conclude Riccardi.