
L’essere responsabili nel rispettare l’ecosistema è il modus operandi che ha finito per indirizzare alcune fondamentali scelte industriali della Mac Autoadesivi – 31 milioni di euro di fatturato nel 2021 e 45 dipendenti –, azienda toscana che dal 1994 si occupa della produzione e commercializzazione di nastri autoadesivi per casa, scuola e ufficio. Nel quartier generale di Capraia e Limite, in provincia di Firenze, proprio nei mesi di avvio di questa avventura commerciale si decise infatti di provare ad investire in una tecnologia, quella acrilica a base d’acqua, che avrebbe dovuto andare a fare concorrenza alle due ampiamente sperimentate tecniche (Hot Melt e Gomma Naturale – Solvente) che dominavano da tempo nel settore.

LO STABILIMENTO DELLA MAC AUTOADESIVI – INTERNO
Un rischio, preso anche per gli indubbi minori costi necessari per l’istallazione degli impianti produttivi, che ha finito per pagare ottimi dividendi, come spiega l’amministratore di Mac Autoadesivi, Antonella Capaccioli (nella foto in alto). “Siamo stati i primi in Italia ad adottare questa tecnologia innovativa e inizialmente non è stato certo facile farne comprendere i vantaggi alla nostra clientela. Mi dicevano che non avrebbe migliorato le cose e che, considerato il prezzo superiore rispetto alle altre soluzioni, non volevano assolutamente sentir parlare dei nuovi prodotti. Una chiusura durata solo il tempo di far capire loro i reali vantaggi della procedura, in grado di generare nastri adesivi tanto ben performanti quanto meno dannosi per l’ambiente in confronto alle altre proposte presenti sul mercato”.
Di lì in avanti la Pmi toscana ha preso progressivamente sempre più campo, espandendo così la propria zona d’influenza a tutta Europa, da dove viene adesso il 90% degli ordini. “È stata la Germania il primo paese a darci fiducia ed essere lo zoccolo duro che ha garantito sostanza ai nostri sforzi da quel momento in poi. Un terzo delle commesse ricevute viene ancora da loro, anche se in questo periodo storico sembrano avere più di un problema. Va meglio sicuramente in Irlanda e soprattutto in Inghilterra, mentre abbiamo anche rapporti commerciali più saltuari con Australia e Nord Africa. Più difficile arrivare stabilmente in Medio Oriente e nei paesi arabi, di fatto invasi dalle merci cinesi”, chiarisce Capaccioli.
Mac Autoadesivi – ne va giustamente molto fiera l’amministratrice dell’azienda di Capraia e Limite – è anche l’unica realtà europea del settore ad avere la certificazione Emas, riconoscimento arrivato qualche anno fa e difficilissimo da ottenere. “Nel tempo, oltre ad automatizzare gli impianti, arrivare a tre linee di spalmatura e a curare il welfare d’impresa, ci siamo concentrati pure sul capitale umano che condivide assieme a noi questo progetto – sottolinea Capaccioli –. Continuiamo ad investire tanto nella ricerca e sviluppo e, contemporaneamente, ci impegniamo a seguire con la massima attenzione i dettami della transizione ecologica: così purifichiamo per poi utilizzarli di nuovo gli scarti degli adesivi, mentre quelli della pellicola vengono venduti ad un’impresa che produce oggetti in plastica. Pure il cartone viene riciclato e in questo modo, in buona sostanza, cerchiamo di pesare il meno possibile sul ciclo dei rifiuti”.

UNA FASE DEL PROCESSO PRODUTTIVO DEI NASTRI AUTOADESIVI
Processi che devono comunque fare i conti con l’uragano industriale provocato dalla crescita esponenziale dei costi di energia e materie prime. Aspetti centrali nella gestione d’impresa pure della Pmi di casa a Capraia e Limite. “Non siamo energivori e questi numeri incidono solo per il 10% sul costo finale. Nonostante ciò, le nostre bollette sono moltiplicate per sei, impennata delle uscite che solo in alcuni casi riusciamo a metabolizzare con la comprensione del cliente – chiarisce l’amministratrice di Mac Autoadesivi –. Problematiche talvolta insormontabili che hanno costretto aziende qui intorno a noi a fermarsi visto che per alcune, per esempio, la bolletta di luglio era stata uguale al fatturato. Per fortuna facciamo solo contratti a breve scadenza e con prezziari validi al massimo per un paio di mesi. Inoltre, per tutto il 2021 abbiamo dovuto fronteggiare un sensibile shortage per quanto riguarda microprocessori, alternatori e altri pezzi di ricambio fondamentalmente introvabili e che, anche nel migliore dei casi, sono arrivati in azienda non prima di quattro, cinque mesi”.
Ripartita a buoni ritmi dopo il periodo più pesante generato dal Covid-19, l’impresa toscana ha imboccato sempre più convintamente la strada della piena sostenibilità ambientale, obiettivo non certo agevole da raggiungere e che mette ogni giorno alla prova non solo i vertici aziendali. “Siamo quasi pronti a portare sul mercato una carta adesiva riciclabile, oltre ad un adesivo acqueo non tossico. Questo nel solco programmatico di riuscire a replicare i nostri prodotti in una modalità ecologica che possa contribuire a far respirare un po’ di più il pianeta in cui viviamo”, conclude Antonella Capaccioli.