Mai come in questo momento di difficoltà – al di là delle decisioni che si prenderanno a Bruxelles a livello dell’Unione europea per fronteggiare concretamente l’emergenza economica prodotta dalla pandemia di coronavirus che ha obbligato i governi a fermare le attività produttive – gli industriali italiani e tedeschi sono stati e sono legati a filo doppio e condividono un destino comune.
Lo confermano le due lettere inviate al presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, e al direttore generale, Marcella Panucci, da parte della BDI (la Confindustria tedesca) e delle tre principali associazioni dell’industria meccanica, VDMA, che rivolgono ai vertici dell’imprenditoria italiana un appello “a riprendere gradualmente, tutelando la salute dei lavoratori e in maniera coordinata, l’attività delle imprese, per uscire dalla crisi economica generata dal blocco delle produzioni”.
L’industria tedesca e quella italiana nel tempo sono diventate sempre più un modello virtuoso di integrazione economica e i relativi sistemi di produzione sono fortemente interconnessi nelle catene globali del valore. “Le nostre manifatture sono strettamente intrecciate – scrive BDI –, dipendiamo reciprocamente da fornitori e partner dei rispettivi paesi. Possiamo ripristinare una robusta catena del valore europea solo attraverso la cooperazione e il commercio senza barriere. Per ottenere questo risultato suggeriamo di riprendere la produzione in Italia in maniera coordinata nelle settimane future”.
“All’atto pratico si tratterà di una ripresa graduale, ma che dovrà coinvolgere il maggior numero possibile di settori industriali contemporaneamente, in modo da garantire gli approvvigionamenti necessari alle persone, fermo restando che i danni economici diventeranno incalcolabili – si legge nella missiva inviata dagli industriali della meccanica, VDMA – se non si riuscirà a trovare rapidamente un buon equilibrio tra la tutela della salute e la ripresa dell’attività economica”.
In Germania ci si aspetta che, dopo Pasqua, vengano prese decisioni politiche che permetteranno la ripresa almeno graduale delle attività. Poiché “l’industria meccanica tedesca ha un rapporto molto stretto con i suoi clienti e fornitori Italiani e viceversa, sarebbe molto auspicabile che l’industria italiana potesse riprendere l’attività in tutta la sua ampiezza”, auspicano i tedeschi.
“Ci auguriamo quindi, – conclude a sua volta BDI – che l’industria italiana posso ritornare a produrre al meglio possibile, date le circostanze attuali”.