No, Giulio Bertola, il presidente di Confindustra Romania, quando ha lavorato al progetto sulla manodopera non pensava di sicuro ai braccianti romeni di cui le campagne italiane hanno un disperato bisogno in queste settimane per iniziare la raccolta dei prodotti di stagione, di frutta e verdura. Piuttosto, il suo pacchetto di assistenza sanitaria a tutto tondo “Impresa Famiglia” l’aveva messo a punto per preparare una delle ricette indirizzate a supportare la ripartenza dell’industria, sia in Italia che in Romania. Nello stesso tempo era stato pensato come strumento decisamente attrattivo per richiamare alcune professionalità di lavoratori dall’estero in Romania, garantendo loro un’assistenza sanitaria ai massimi livelli.
“È recente l’incontro della ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, con l’ambasciatore romeno in Italia George Bologan, ma non abbiamo avuto ancora notizie di sblocchi o accordi. Confindustria Romania chiede alle istituzioni romene e italiane una rapida soluzione. Bisogna accelerare per trovare un punto di incontro tra i due paesi, per garantire l’arrivo di questi lavoratori stagionali. L’Italia impiega decine e decine di migliaia di braccianti romeni in agricoltura, oltre a quelli di cui ha bisogno per il settore turistico, per alberghi e ristoranti, che però al momento sono fermi”.
“Nell’ambito dell’emergenza coronavirus – continua il presidente di Confindustria Romania – ci sono molti fattori che pongono delle limitazioni, tra questi: i governi in maniera autonoma hanno applicato misure di contenimento e quindi hanno imposto lo stop alla movimentazione delle persone sia all’intero sia al di fuori dei confini, anche su indicazione dell’Organizzazione mondiale della sanità. Ogni Stato ha affrontato l’emergenza in tempi diversi, con limitazioni in progress: la Romania di oggi, per numero di contagi e diffusione della malattia, è l’Italia di metà febbraio. La movimentazione dei lavoratori tra Stati potrebbe avvenire, ma se avesse un impatto quasi zero sul sistema Paese che riceve e impiega”.
Da un lato, in Italia, si potrà essere anche giustamente preoccupati che l’arrivo in massa di migliaia di lavoratori rischi di aggiungere uno stress ulteriore sul sistema sanitario pubblico, già in forte difficoltà a dover fronteggiare l’impatto del coronavirus sui suoi cittadini, dall’altro forse sono gli stessi romeni a temere che, venendo in Italia, potrebbero non trovare un’assistenza adeguata in caso di necessità e quindi non tutti sono così disponibili a partire. Sembra che, fino ad oggi, non ci sia nessuna procedura che tranquillizzi entrambe le parti.
“Confindustria Romania continua ad essere propositiva, sia verso l’industria che verso le istituzioni. Sul tema lavoro e manodopera stiamo presentando alle imprese e anche al governo di Bucarest un nuovo progetto che si chiama ‘Fabbriche in sicurezza’ – spiega ancora Bertola –, nato per fare sì che la movimentazione di lavoratori tra Stati e la ripresa dell’attività produttiva possano avvenire in sicurezza grazie al rispetto di tutti i protocolli previsti, ma anche in virtù del rafforzamento delle tutele sanitarie. Nulla vieta, quindi, di poterlo applicare, da subito, anche in agricoltura”.
La proposta di assistenza e tutela sanitaria, che Confindustria Romania ha studiato con Mutua MBA (Mutua Basis Assistance), la più grande mutua italiana privata del terzo settore per numero di associati, può contare sul convenzionamento con migliaia di centri e di strutture ospedaliere di eccellenza, in Italia e in Romania, garantendo ai lavoratori, quindi anche stranieri, un’importante copertura sanitaria.
Il pacchetto di tutela sanitaria indirizzato al welfare sanitario “Impresa Famiglia” è stato ulteriormente implementato diventando “Impresa Famiglia & Oltre” estendendo quindi il supporto finanziario anche in caso di contagio da coronavirus, sia nei casi di ricoveri ospedalieri ordinari e/o in terapia intensiva che per il periodo di convalescenza. Vicini alla famiglia del lavoratore anche nei casi terminali, quindi non solo assistenza privata per le malattie tradizionali, che non sono certo scomparse e che il settore pubblico ha difficoltà a gestire per sovraccarico di pazienti a causa della pandemia.
“Se consideriamo il caso dei lavoratori romeni nel settore agricolo – continua il presidente – con questa modalità non si correrebbe il rischio di aumentare il carico di lavoro sulla sanità pubblica. I braccianti potrebbero arrivare con aerei charter dedicati, recarsi direttamente nelle masserie e nei casali agricoli dove sarebbero impiegati e dove potrebbero rispettare il periodo di quarantena, sapendo che terminato il lavoro stagionale, al loro ritorno in Romania, questa copertura sanitaria sarebbe ancora valida per alcuni mesi, rassicurando anche la sanità pubblica romena”.
Il costo di questo pacchetto salute, concordato con Mutua MBA (Mutua Basis Assistance), è decisamente accessibile e totalmente deducibile dalle imprese. “Abbiamo voluto dare, insieme ai vertici di Mutua MBA, un contributo straordinario ai lavoratori, includendo anche la copertura coronavirus, senza costi aggiuntivi. Confindustria Romania ha chiesto aiuto al Terzo settore italiano no profit e la risposta di Mutua MBA, attiva anche in Romania da due anni, è arrivata puntuale e senza esitazioni, pur trovandoci ormai in piena pandemia. Per questo, ben conoscendo l’unicità di questa proposta, l’abbiamo voluta rendere disponibile a tutti gli imprenditori responsabili e sensibili che vorranno utilizzarlo per i loro dipendenti – conclude il presidente – a prescindere dal settore produttivo di appartenenza”.
Intanto giovedì dalla Romania sono partiti ben 13 aerei di lavoratori in agricoltura, ma alla volta della Germania.