Venticinque ettari di strutture turistiche per 6mila persone ospitate: un campeggio, un villaggio con ristoranti e stabilimenti balneari. Questo è Glamping Cesenatico, un’azienda capace di coniugare la classica ospitalità romagnola con tutti i servizi di moderna concezione. Una realtà che occupa 40 dipendenti e ha un fatturato di otto milioni di euro e che è stata fortunatamente risparmiata dall’alluvione che ha stravolto l’Emilia Romagna. L’amministratore Terzo Martinetti (nella foto in alto) ci ha raccontato la sua storia e come, grazie a nuovi investimenti in personale e strutture, hanno resistito durante la pandemia e sono riusciti a ripartire con grinta e come intendono sostenere l’economia del territorio profondamente fiaccata dall’alluvione.
Di cosa si occupa la Glamping Cesenatico e come è nata?
La nostra azienda offre servizi turistici attraverso la gestione di un campeggio, un villaggio, tre ristoranti, due stabilimenti balneari, due i parchi acquatici e i molti negozi connessi a queste attività.
Abbiamo iniziato 12 anni fa rilevando un campeggio con 60 anni di storia e lo abbiamo trasformato in una struttura integrata capace di ospitare nel complesso 6mila persone al giorno, costruendo e installando 450 tra bungalow e case mobili. Siamo un’impresa familiare che occupa 40 dipendenti, 20 stagionali e 20 fissi, con otto milioni di euro di fatturato l’anno. Le nostre strutture si estendono su circa 25 ettari di terreno, sono affacciate sul mare e a dieci minuti a piedi dal centro di Cesenatico.
Il nostro core business è il turismo balneare italiano, con una stagione che va da maggio a settembre, sebbene rimaniamo comunque aperti per dieci mesi l’anno. I clienti esteri pesano il 20% del totale e sono principalmente di lingua tedesca: da Austria, Svizzera, Germania, Olanda. Negli ultimi anni sono aumentati anche quelli provenienti da Repubblica Ceca e Polonia.
Cosa ha significato lavorare nel settore turistico durante la pandemia?
È stata un’esperienza scioccante. Eravamo pronti per aprire la stagione del 2020 e tutto è stato stravolto, ci siamo ritrovati disorientati e incerti. Per resistere e ripartire è stato fondamentale il supporto dell’associazione di categoria, del Comune, della Regione e il sostegno e la fiducia dei nostri clienti. Non siamo rimasti fermi, forti del fatto di essere una struttura turistica open air, in cui ognuno dei nostri 6mila ospiti ha a disposizione circa 40 metri quadri di spazio.
Che impatto ha avuto l’alluvione che nei giorni scorsi ha sconvolto il territorio romagnolo sulla vostra struttura?
Per fortuna non abbiamo avuto nessun danno materiale e la situazione per noi è tranquilla. Abbiamo riscontrato, tuttavia, un freno sulle prenotazioni per l’estate. Purtroppo la narrazione mediatica sui danni dell’alluvione non distingue tra la situazione dell’entroterra particolarmente problematica e quella della costa balneare perfettamente sicura e in ordine.
È importante capovolgere questa narrazione per consentire alle realtà produttive che non sono state coinvolte dai danni di lavorare a pieno regime, generando occupazione e benessere. Permettere loro di contribuire alla ripartenza economica del territorio affinché la ripresa possa arrivare più velocemente possibile.
Su quali leve strategiche avete puntato per ripartire?
Durante la pandemia abbiamo fatto due grandi scommesse che si sono rivelate vincenti: abbiamo confermato tutti i nostri dipendenti stagionali, facendo anche nuove assunzioni, e abbiamo messo in campo un importante investimento per la realizzazione di cento nuove case mobili di moderna concezione destinate ai clienti di fascia alta. Questi due interventi ci hanno permesso di chiudere bene il 2020 e di farci trovare pronti per agganciare a pieno ritmo la ripresa del 2021 e del 2022.
Com’è oggi la situazione?
Dopo il Covid abbiamo dovuto affrontare anche la crisi energetica, che per noi ha significato un aumento delle bollette del 50%. Siamo passati da 500mila a un milione di euro tra il 2021 e il 2022. Fortunatamente l’andamento dell’attività è rimasto costante e positivo e ci ha permesso di sostenere questi costi. Quest’anno siamo riusciti a recuperare e superare i livelli di mercato del 2019.
Qual è il vostro valore aggiunto e quali i vostri punti di forza?
Senza dubbio la nostra anima green fatta di 3mila alberi ad alto fusto e 25 ettari di verde affacciati su una delle coste più attrezzate al mondo. Offriamo un’ospitalità nella tranquillità della natura, ma a due passi dal divertimento di locali, parchi acquatici e bellezze culturali che tutti i paesi ci invidiano.