Nel mercato della fornitura di materiali consumabili per compositi e nella produzione di manufatti in vetroresina da poco meno di dieci anni, Ge.Fim – 5,5 milioni di euro di fatturato nel 2022 a fronte di 34 dipendenti – sta continuando ad allargare i propri orizzonti imprenditoriali partendo da quel settore nautico che rappresenta da sempre il core business aziendale. Un impegno commerciale che ha poi trovato ulteriori strade di crescita, con l’ingresso anche in ambienti come l’eolico e l’automotive, per la Pmi con quartier generale a Vallefoglia, in provincia di Pesaro e Urbino.
“Principalmente siamo attivi nel campo della produzione di manufatti per imbarcazioni da diporto e lavoriamo per grossi cantieri italiani – spiega Vanessa Mancini (nella foto del team aziendale, la seconda da sinistra), che nell’impresa di famiglia si occupa di innovazione, ricerca e sviluppo oltre che dei rapporti con la Pubblica amministrazione e altre istituzioni –. Da noi vengono realizzati i gusci delle barche, in seguito consegnati al committente per realizzare l’allestimento richiesto dal cliente finale. Complessivamente questa branca aziendale genera circa il 90% del nostro fatturato, assorbendo pure quanto viene prodotto in termini di materiali compositi sempre per il settore nautico, comprese le forniture destinate a cantieri concorrenti che fanno il nostro stesso lavoro”.
Processi tecnologici che poggiano su una tecnica, usata peraltro da oltre vent’anni, che garantisce ottimi risultati pure nell’ottica di una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale. “Pur non essendo un qualcosa di nuova concezione, l’infusione sotto vuoto è molto meno inquinante di altri modi di costruire con la vetroresina. Una volta questa si spennellava, spalmava sullo stampo, mentre da qualche tempo viene utilizzata una procedura in grado di trattenere tutte le particelle nocive e in questa maniera si riesce, tra l’altro, a limitare le emissioni”.
Oltre alle due divisioni dedicate ai materiali compositi e a modelli e stampi, l’impresa guidata dalla famiglia Mancini ne ha creata al proprio interno pure una terza che si occupa del servizio kitting, fondamentale per curare al meglio alcuni passaggi industriali richiesti dalla clientela del territorio. “In questa specifica divisione siamo concentrati sul tagliare lastre composte da materiali diversi come il poliuretano, l’Mdf e altri. Una produzione conto terzi che ci sta dando anch’essa buone soddisfazioni”, commenta Mancini.
Resa operativa a partire da gennaio 2023 la nuova sede produttiva di Tre Castelli, in provincia di Ancona, Ge.Fim ha conseguentemente assunto altri trenta dipendenti dopo una ricerca non certo semplice da portare a termine. “È sempre più difficile trovare personale specializzato e non – sottolinea Mancini –. Tra novembre 2022 e febbraio scorso abbiamo fatto come minimo 150 colloqui, riuscendo ad individuare solo la metà delle persone che eravamo intenzionate ad assumere. E questo nonostante avessimo da proporgli un ottimo welfare assieme ad un orario di lavoro dalle 8 alle 17 che offre ai dipendenti un interessante spazio di manovra anche per necessità familiari. In ogni caso proseguiamo a fare molta formazione interna e devo dire che chi collabora con noi si è parecchio fidelizzato nel tempo”.
Per quanto riguarda invece l’esportazione, Ge.Fim si trova a gestire mercati profondamente diversi, con richieste che impongono scelte di campo piuttosto nette. “Nella produzione di gusci nautici l’export è praticamente nullo, considerato il fatto che la nostra clientela è esclusivamente locale visto che non possiamo sostenere gli altissimi costi che bisogna mettere in preventivo, per esempio, per portarne uno di venti metri di lunghezza in Francia – chiarisce la responsabile di innovazione, ricerca e sviluppo della Pmi marchigiana –. Al contrario siamo arrivati a toccare il 60% con i compositi, materiali che facciamo arrivare in quasi tutto il mondo e che hanno una richiesta maggiore soprattutto da Canada, Francia, Inghilterra, Paesi Bassi, Polonia, Croazia, Turchia e Israele”.
In ottica futura, Ge.Fim sta pensando di concentrare i propri sforzi in particolare su progetti che dovrebbero permettere all’azienda marchigiana di compiere un ulteriore scatto in avanti verso la messa a punto di una gestione complessiva ancora più al passo con i tempi. “Al momento stiamo valutando attentamente alcuni aspetti legati alla ricerca e sviluppo, mentre, parallelamente, ci proponiamo di dare il via a corsi di formazione per i dipendenti che dovrebbero preludere alla creazione di un’academy interna. Inoltre, in considerazione del fatto che il numero delle commesse sta aumentando con una certa regolarità, vorremmo trovare nuove sedi in grado di garantire gli spazi necessari per assecondare questo nostro trend di crescita”, conclude Vanessa Mancini.