È un’azienda eclettica, sempre pronta ad aggiustare la rotta per intercettare i desiderata del mercato internazionale la Somain Italia di Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo. Storia di un’impresa che, partita da un negozio di ferramenta a fine anni ’90, si è costantemente arricchita di nuovi obiettivi fino ad arrivare a occuparsi della cura della cupola di San Pietro e degli esterni della Cappella Sistina.
Attraverso il lavoro qualificato di 58 dipendenti e generando nel 2020 un fatturato pari a 8,8 milioni di euro, la Somain Italia negli anni si è specializzata nel mettere in permanente sicurezza il lavoro in quota. Si tratta di accorgimenti progettati e realizzati, in altre parole, per fare sì che chi sale su tetti e altre superfici a grandi altezze possa sempre lavorare senza rischi.
“L’idea di non limitare la nostra zona d’influenza e andare alla ricerca di qualcosa di ancora più specifico nel campo della sicurezza è stata per noi trainante – spiega il presidente Simone Cornali –. Nel 2003, dopo l’incontro con una azienda francese del ramo abbiamo iniziato a muovere i primi passi, ma il momento che ci ha fatto cambiare definitivamente marcia è capitato tre anni più avanti, quando diventò obbligatorio per le imprese dover poter contare su un sistema anti caduta”.
Uscita nel 2012 dalla fase legata al settore della sicurezza nell’edilizia civile, la Somain ha poi virato con decisione verso altri lidi specializzandosi in quella industriale per poi stringere accordi commerciali con Brembo per lavori in Messico e in Cina. “Le grandi società, in genere, preferiscono affidarsi ad un solo partner, in grado di occuparsi di tutta la materia – sottolinea Cornali –. Per questo motivo abbiamo dovuto evolverci ulteriormente, ottenendo successivamente commesse da player importanti come Bayer, Metro e Barilla”.
In crescita costante nel fatturato prima dell’uragano Covid-19, l’impresa bergamasca, pur perdendo lo scorso anno tre enormi commesse, è riuscita a mantenere le proprie quote di mercato in un mondo ultra specializzato ed altrettanto competitivo. “Pandemia permettendo, contiamo di poter migliorare ulteriormente i nostri numeri, anche con l’aiuto dei 40 partner che abbiamo in tutta Europa. La scelta di stringere accordi sul campo invece che aprire filiali ha infatti pagato: gli trasmettiamo il know how e vendiamo loro i prodotti. Tutto qui”.
Lavoro che regala grandi soddisfazioni, in termini non solo economici, seguendo spesso procedure innovative che in questo particolare campo hanno consentito all’Italia di salire in vetta alle classifiche europee. “Noi ci occupiamo di sicurezza su dighe, tralicci, pale eoliche e altro, ma devo dire che i momenti più emozionanti li abbiamo vissuti sui cornicioni esterni del Duomo di Pavia, come anche in una miniera in provincia di Pordenone. Per noi ogni giorno è diverso dall’altro: pieno di sfide non comuni con l’obiettivo di dare certezze a chi deve lavorare anche in condizioni estreme. Questo perché dal primo passo che fai sei ancorato e se hai un problema noi veniamo subito a recuperarti”.
Un universo poco conosciuto ma di grande prospettiva, quello della sicurezza a grandi altezze, che la Somain Italia ha abbandonato per un piccolo periodo per dedicarsi alla produzione di mascherine anti Covid-19. “Come per molte altre aziende, la pandemia è stata un vero disastro. Siamo stati forzatamente fermi per tre mesi e a quel punto, avendo tecnici specializzati nei Dispositivi di protezione individuale, si è pensato di creare un prodotto completamente italiano, senza cedere alla tentazione di rivolgersi oltre confine per alcuni componenti. Una semimaschera, la Genesi Aere, magari meno bella da vedere rispetto ad altre perché orizzontale e a forma di “becco di papera”, ma di comfort e respirabilità nettamente superiori”, mette in chiaro il presidente di Somain.
Progetto mascherine che è piaciuto a parecchi grossi gruppi industriali italiani, a cui l’azienda di Brembate di Sopra ha già iniziato a vendere il proprio prodotto. “E sono soddisfatto pure di essere riuscito a fare tre nuove assunzioni per un progetto che ha richiesto grandi investimenti e ci vede presenti sul mercato, dopo le necessarie autorizzazioni, solo da settembre 2020. Dalle gare pubbliche, onestamente, mi sarei aspettato di più, ma teniamo duro”.
Nel frattempo, l’azienda presieduta da Cornali, con l’iniziativa “La solidarietà è nell’Aere” ha anche fatto qualcosa di importante e significativo per un territorio toccato duramente dal Covid-19. “Abbiamo donato 40mila mascherine Genesi Aere alle 65 Rsa (residenze sanitarie assistenziali, ndr) della bergamasca, obiettivo raggiunto che ci ha reso oltremodo felici. A febbraio prossimo, invece, pensiamo di dare vita ad un altro progetto, forse assieme alla Protezione Civile”.