Struttura storica nel ristretto gruppo di hotel che hanno originato il mito turistico della Costa Smeralda, dal 1963 l’Abi d’Oru (l’Ape d’Oro) – otto milioni di euro di fatturato nel 2021 e 120 dipendenti – offre alla propria clientela servizi esclusivi ed una posizione a dir poco invidiabile nel cuore del golfo di Marinella. Vacanze a cinque stelle che il resort di base a Porto Rotondo, in provincia di Sassari, mette sul mercato seguendo le idee di una proprietà orgogliosamente sarda, determinata a continuare ad investire su questo gioiello da 150 camere per mantenerlo al top nonostante il periodo non certo facile che si è trovato a vivere il settore.
“Sono qui da cinque anni e non ne è trascorso uno senza che la proprietà abbia investito fortemente per garantire sempre standard elevatissimi ai nostri clienti – sottolinea Nicola Monello (nella foto in alto), direttore commerciale dell’Abi d’Oru –. Conseguentemente a queste scelte è raddoppiato il fatturato, successo raggiunto anche attraverso i servizi offerti dai quattro ristoranti, una Spa veramente bella, ma soprattutto dal colpo d’occhio regalato da un tratto di costa con una spiaggia attrezzata unica nel suo genere. E poi la differenza la fa la vicinanza all’aeroporto di Olbia: non passano infatti più di 15-20 minuti tra l’atterraggio e l’arrivo in albergo di chi viene a passare le vacanze da noi”.
Turisti esigenti, che si aspettano di godere di attenzioni sopra la media che il personale dell’Abi D’Oru è in grado di assicurare giornalmente. “Il nostro cliente tipo è per la gran parte italiano, a differenza di Porto Cervo dove hanno, come da noi, un turismo d’élite ma molto più internazionale. Il secondo mercato per numero di presenze è quello svizzero, mentre a seguire vengono con regolarità all’Abi d’Oru anche inglesi, tedeschi e francesi. Tra loro noti politici, artisti e sportivi che però non hanno voglia di venire paparazzati, ma desiderano invece tenersi fuori dai radar mediatici”.
Clientela a cui si vuole anche dare un quadro il più possibile dettagliato sui personaggi che hanno contribuito a dare lustro alla Sardegna nel passato. Un modo per fare conoscere l’isola pure attraverso figure capaci di lasciare un segno nella storia d’Italia e non solo. “E per questo motivo abbiamo dedicato alcune camere a chi è riuscito a rappresentare al meglio i tratti fondanti della nostra regione, come Grazia Deledda, Eleonora d’Arborea, Antonio Gramsci e Maria Lai”, conferma il direttore commerciale dell’Abi d’Oru.
E per poter mantenere un ruolo primario in un mondo competitivo com’è quello del turismo, i vertici dell’hotel di Porto Rotondo hanno dovuto prendere – soprattutto negli ultimi anni segnati dal Covid-19 – decisioni anche drastiche per garantire ai vacanzieri di ogni paese un soggiorno di alto livello. “Sono stati, come per molti altri del settore, tempi difficili quelli generati dalla pandemia e siamo così stati conseguentemente costretti ad adeguare la nostra offerta. Dopo aver investito nella sicurezza abbiamo diminuito il numero delle camere in vendita, come pure quello degli ombrelloni sulla spiaggia, mettendo i frequentatori dei ristoranti nella condizione di non rischiare di prendere il virus. E posso assicurare che tutt’ora i dipendenti indossano la mascherina”.
Scelte non sempre obbligate, che pur facendo fisiologicamente lievitare i costi di gestione del resort smeraldino, dall’altro lato hanno accresciuto la fiducia di una clientela che si è sentita tutelata pure quando ha dovuto decidere di rimandare il proprio soggiorno sul golfo di Marinella. “Sì, si è deciso di essere estremamente flessibili nel momento di una cancellazione, ben sapendo il costo che comportava – chiarisce Monello –. Modo di fare comunque premiante, considerato che siamo riusciti a non andare in perdita alla fine di un 2020 assai complesso, arrivando a mettere assieme l’80% del fatturato dell’annata precedente. Numeri molto positivi che stanno caratterizzando pure questo 2022”.
I problemi più pressanti e al momento con poche risposte concrete vengono invece dalla carenza di svariate figure professionali. Scarsità di “vocazioni” che ha finito per colpire duramente anche l’Abi d’Oru, costretto a far buon viso a cattiva sorte proprio nei momenti più affollati dell’anno. “In generale posso dire che non si trova personale, mentre nello specifico le figure maggiormente mancanti sono i camerieri di sala e ai piani, oltre che i componenti delle brigate di cucina. Talvolta in spiaggia può capitare di andare un attimo in affanno, ma in ogni caso i nostri standard abituali vengono sempre assicurati al cliente”.
Problematiche che, nei periodi di tutto esaurito in Costa Smeralda, vengono rese ancora più pesanti da gestire a causa della carenza di taxi, mancanza di personale che qualcuno pensa possa essere imputata ad un disservizio degli hotel della zona. “E non è assolutamente così. Il nostro fornitore di taxi ha molte macchine attive in meno rispetto al recente passato e credo faccia una gran fatica a trovare persone che vogliano dedicarsi a questa attività lavorativa”, conclude Nicola Monello.