
L’adozione del Piano Mattei a gennaio dello scorso anno ha rappresentato un passaggio fondamentale per conferire al continente africano quel ruolo strategico che merita, per il nostro Paese e per l’Europa. Come annunciato alla conferenza stampa di inizio anno dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Piano Mattei sta entrando nella seconda fase della sua implementazione e si arricchisce di cinque nuovi paesi: Angola, Senegal, Ghana, Mauritania e Tanzania. Uno dei risultati più evidenti raggiunti in questo primo anno, è stato quello di mettere insieme tutti gli attori del Sistema Paese che operano, su diversi livelli, con l’Africa stimolando una collaborazione più coordinata e sinergica.
Le imprese, incluse le Pmi, sono sempre più riconosciute come un attore fondamentale per operare insieme in questo continente, come dimostrato dalla partecipazione dei vertici del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, della Struttura di Missione del Piano Mattei, di ICE Agenzia e di Cdp, Sace e Simest all’assemblea pubblica di Confindustria Assafrica & Mediterraneo “L’imprenditorialità in Africa a un anno dal lancio del Piano Mattei | Progetti, opportunità e strumenti finanziari”, tenutasi lo scorso 22 gennaio a Roma, presso la sede di Confindustria.
Davanti una platea di oltre 180 persone, tra imprenditori italiani e diplomatici dei paesi dell’Africa e del Medio Oriente, il Consigliere diplomatico del presidente del Consiglio e coordinatore della Struttura di Missione Piano Mattei per l’Africa, Fabrizio Saggio, ha sottolineato proprio l’importanza del dialogo tra tutti gli attori coinvolti in attività in Africa: “Il Piano Mattei è un piano di interesse nazionale che punta a mettere a fattor comune le eccellenze del Sistema Italia con l’obiettivo di creare partenariati mutualmente benefici con il continente africano. Il 2025 sarà l’anno in cui vogliamo accelerare l’internazionalizzazione del Piano Mattei in particolare con l’Unione europea tramite il programma Global Gateway e tramite il PGII del G7”.
Triangolare le risorse, ad oggi disponibili, con i piani delle istituzioni finanziarie internazionali, come la Banca africana di sviluppo, sarà essenziale per realizzare una presenza più forte e strutturata in Africa e per finanziare progetti infrastrutturali ed energetici di ampio respiro, coinvolgendo nuovi partner internazionali, tra cui i Paesi del Golfo. Lo ha spiegato l’ad di Cassa Depositi e Prestiti, Dario Scannapieco, intervenendo all’assemblea: “Finora Cdp ha mobilitato oltre 3,6 miliardi di euro nella cooperazione internazionale, di cui il 50% nel continente, e con il nuovo Piano Strategico 2025-2027 rafforzerà ulteriormente la propria presenza, anche attraverso una più stretta collaborazione con le istituzioni finanziarie locali e globali. L’apertura di nuovi uffici di rappresentanza a Nairobi e Abidjan fungerà inoltre da ponte strategico per le realtà italiane interessate a investire in Africa”.
Il sostegno finanziario rimane una priorità imprescindibile per le imprese che operano in questi mercati che, intanto, stanno continuando a crescere a ritmi sostenuti: secondo le proiezioni della Banca Africana di Sviluppo, l’Africa registrerà un +4,1% nel 2025, superando la media mondiale del 3,2% e quella di altre regioni, tra cui l’area dell’euro ferma al 1,2%.
Grazie a queste misure, a questi dati positivi e al maggiore coinvolgimento di tutti gli attori del Sistema Paese, le nostre aziende possono guardare con maggiore fiducia alle opportunità presenti nel continente e ad una strategia industriale che privilegi lo sviluppo di partnership locali. In questo senso, un numero crescente di aziende e di associazioni italiane hanno cominciato a spingere il proprio sguardo oltre la sponda del Mediterraneo allargato e ad essere maggiormente presenti in Africa, sia in termini di export che per diversificare le proprie filiere.

EDMONDO CIRIELLI, VICE MINISTRO AFFARI ESTERI, E MASSIMO DAL CHECCO, PRESIDENTE CONFINDUSTRIA ASSAFRICA & MEDITERRANEO
Cambiare la percezione e lo storytelling sull’Africa in Italia è stato proprio uno dei principali obiettivi del quadriennio di Massimo Dal Checco da presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo: “Il nostro impegno – ha evidenziato – ha mirato ad accrescere la consapevolezza tra gli imprenditori italiani che i paesi del continente africano non sono più solamente mercati emergenti, ma partner strategici con cui condividere competenze, innovazione e visioni a lungo termine”.

ANTONIO GOZZI, SPECIAL ADVISOR CONFINDUSTRIA
Anche Antonio Gozzi, special advisor in Confindustria con delega all’autonomia strategica europea, piano Mattei e competitività, chiudendo i lavori dell’assemblea ha messo in luce i vantaggi comparati delle nostre aziende: “Se alla presenza delle imprese italiane riusciamo a dare un contesto strategico, di sistema Paese, di lungo periodo – ha spiegato –, facciamo un salto quantico, perché prima l’Italia questa cosa non è stata capace di farla quasi mai. Se un paese serio, gentile, empatico, riesce anche a fare sistema, il salto è clamoroso. Il compito di Confindustria – ha continuato Gozzi – è di essere in sintonia in questa fase. Dicendo: ci siamo. Compito nostro è promuovere la presenza di imprese private. Voglio discutere con le grandi partecipate una logica di filiera, aprire un confronto per capire come si può fare filiera ancora di più, perché le Pmi entrino in questa catena del valore”.
Forti del supporto delle istituzioni e delle associazioni, il settore privato italiano deve essere sempre più presente nel continente per contribuire ad uno sviluppo economico locale vicino ai valori di sostenibilità e integrazione sociale che caratterizzano il nostro sistema industriale. In questo senso, Confindustria Assafrica & Mediterraneo continuerà a favorire il dialogo tra il mondo imprenditoriale e quello istituzionale e a supportare le imprese associate nel promuovere progetti che portino valore aggiunto, occupazione e know how nelle filiere di produzione locali.