
Sessantotto oneri normativi che frenano la crescita delle imprese in Europa: sono quelli individuati da BusinessEurope in uno studio frutto di una consultazione che ha coinvolto tutti i suoi 42 membri provenienti da 36 paesi. Confindustria ha contribuito attivamente all’esercizio di mappatura degli oneri normativi da rivedere, eliminare o semplificare.
La consultazione ha identificato i principali carichi normativi in 11 settori chiave, nonché le soluzioni per rimuoverli. Le misure proposte intendono a ridurre i costi amministrativi, gli oneri di adattamento e le barriere regolatorie transfrontaliere, con l’obiettivo di migliorare la competitività delle imprese e stimolare gli investimenti in Europa. Inoltre, il documento servirà come input per il pacchetto Omnibus Semplificazione in preparazione da parte della Commissione europea e come base per le potenziali future Omnibus in altri campi normativi.
Il peso della burocrazia si fa sentire sempre di più in Europa
Le imprese che operano nell’Ue individuano nel carico normativo uno degli ostacoli principali alla crescita e agli investimenti. Più del 60% delle aziende europee considera la regolamentazione un freno allo sviluppo, mentre per il 55% delle piccole e medie imprese la burocrazia è il principale fattore limitante. Inoltre, molte associazioni imprenditoriali ritengono che un crescente onere normativo sia aggravato dalle modifiche legislative introdotte dalla Commissione europea.
A fronte di queste difficoltà, le imprese chiedono un cambiamento urgente e significativo, con una riduzione drastica del carico normativo come priorità assoluta.
In aggiunta, BusinessEurope ha proposto alla Commissione di fissare un obiettivo chiaro di riduzione del carico normativo, accompagnato da un programma specifico che stabilisca tempi, ambiti e modalità per attuare queste misure, garantendo così un reale miglioramento nel clima degli investimenti.
Infine, un passo ulteriore richiesto dalle imprese è l’applicazione dei principi di better regulation, con valutazioni d’impatto ex-ante ed ex-post, accompagnate da un monitoraggio indipendente delle normative da parte dell’organo di supervisione Regulatory Scrutiny Board, allo scopo di valutare anche la sostenibilità economica delle future leggi europee.