“La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. Il contributo che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche”. Così il ministro degli Esteri francese Robert Schuman iniziava il suo discorso pronunciato il 9 maggio 1950 a Parigi, nel quale, per la prima volta, veniva formulato un concetto di Europa simile a quello che conosciamo noi oggi, ossia di una stretta collaborazione economica e politica tra Stati in grado di superare le singole visioni nazionali. Nello specifico, l’intervento proponeva la creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, il nocciolo fondativo della futura Unione europea, tanto che, in occasione dell’anniversario della cosiddetta Dichiarazione Schuman, è stata istituita la Giornata dell’Europa.
Nel 2024 la data fa da spartiacque in un duplice senso: non solo segna i 74 anni trascorsi da quella giornata parigina, ma segna anche il mese esatto che separa i cittadini europei dalle urne dove dovranno esprimersi sulla composizione del prossimo Parlamento europeo. E nonostante il tempo passato e il fatto che la costruzione europea si sia nel frattempo ingrandita sino alle dimensioni attuali, le sfide geopolitiche e non che l’Unione si trova oggi ad affrontare, dalla Russia alla situazione in Medio Oriente, fino ai rapporti commerciali con la Cina, fanno suonare le parole pronunciate allora come attuali.
Di più, sembrano quasi delineare in maniera profetica un destino europeo: quello della necessità di uno sforzo continuo alla ricerca di compromessi e soluzioni che di volta in volta tengano legati gli interessi e i destini dei 27 Stati membri (ma che presto potrebbero aumentare), al fine di garantire a tutti una vita libera, prospera e soprattutto pacifica. Questo invito all’azione comune risuona anche nello slogan scelto per le elezioni europee di quest’anno: “Usa il tuo voto. O saranno altri a decidere per te”. La stessa frase verrà esposta oggi in 60 monumenti illuminati in altrettante città europee, come il Samuel Beckett Bridge e gli edifici del Parlamento nazionale a Dublino, il municipio di Vilnius, Fort St Angelo a La Valletta, il Palazzo presidenziale di Bratislava, piazza Cibeles a Madrid e il Parlamento nazionale di Bucarest, solo per citarne alcuni.
Sono oltre 40 le città coinvolte in tutta Italia, assieme a luoghi iconici quali il Colosseo di Roma, la Mole Antonelliana di Torino e Castel dell’Ovo a Napoli.
Con queste illuminazioni nelle città di tutto il continente, il Parlamento europeo e le autorità nazionali e locali collaborano per inviare un messaggio a 440 milioni di cittadini europei sull’importanza che queste elezioni europee avranno per il futuro di tutti, augurando la più ampia partecipazione al voto. Perché, come sottolineava Schuman 70 anni fa: “L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto”.
Maggiori informazioni legate alle iniziative in Italia in vista del voto sono disponibili qui.