Protagonista nell’introduzione di innovazioni tecnologiche in grado di portare tangibili evoluzioni nel settore vinicolo, Enomeccanica Bosio – 4 milioni di euro di fatturato nel 2022 e 18 dipendenti – continua a dimostrare come tradizione e novità possano andare perfettamente d’accordo anche in questo affascinante mondo.
Nel quartier generale di Alba, in provincia di Cuneo, si mettono a punto macchinari con una filosofia di funzionamento spesso particolare in termini concettuali, idee che hanno subito un’ulteriore accelerazione a partire dall’ottobre 2019, quando una cordata interna di cinque soci (nella foto in alto, da sinistra: Marco Scaglia, Enrico Barioglio, Gianni Siderot, Caterina Panero e Donato Vigliero) ha rilevato le quote dei Bosio ed iniziato a fare un restyling dell’immagine oltre che del logo, pur mantenendo il nome dell’azienda visto che il brand è conosciuto da oltre cinquant’anni nel mondo enologico.
“Da sempre ci occupiamo di macchine che vengono utilizzate nella post pigiatura, nella gestione del mosto e dei processi di fermentazione di vini rossi fino al momento in cui il prodotto è pronto per l’imbottigliamento – spiega Gianni Siderot, amministratore unico di Enomeccanica Bosio –. Siamo stati i primi a costruire impianti ad osmosi inversa applicata al processo mosto-vino e da qualche anno stiamo portando avanti un sistema di filtrazione tangenziale, vera e propria rivoluzione nel settore anche perché molto più green delle soluzioni usate in passato. Il motivo sta nel fatto che, a differenza di altri tipi di filtri, i nostri sono in ceramica e hanno un’enorme durata nel tempo non dando oltretutto scarti. In più, da un punto di vista organolettico e strutturale, i vini risultano acquistare ancora maggiore pregio”.
Senza alcuna improvvisazione e mettendo sempre il vino al primo posto nelle varie collaborazioni avute con altre imprese della zona di Alba, Enomeccanica Bosio ha puntato ad automatizzare al massimo il lavoro giornaliero rendendolo più smart attraverso l’introduzione delle linee guida di Industria 4.0. “L’obiettivo, mantenendo le prerogative qualitative di ogni vino, è quello di calarci con la massima attenzione possibile nel microcosmo costituito dalle singole case vinicole – chiarisce Siderot –. Un settore estremamente radicalizzato in cui ogni zona ha le proprie tradizioni. Noi, perciò, cerchiamo di innovare senza stravolgere equilibri che durano da decenni, perché crediamo fermamente che la storia conti. Siamo un team di ‘sarti della cantina’ anche disposti ad accettare compromessi, sempre nei limiti del possibile”.
Tra i tanti colpi di genio che, tra l’altro, hanno portato alla creazione di 13 brevetti, forse il più originale è stato quello legato alla richiesta fatta una ventina d’anni fa da alcuni clienti di riuscire ad aumentare la percentuale zuccherina nel mosto nelle annate in cui ce n’era bisogno. “Al tempo ci si serviva di macchinari grandi ed ingombranti e allora, quasi per caso, siamo venuti a conoscenza tramite un nostro fornitore negli Stati Uniti di queste membrane che venivano utilizzate per la desalinizzazione dell’acqua del mare. Per un produttore di zona in seguito abbiamo realizzato un piccolo prototipo ad osmosi che è stato provato sul mosto di moscato appena pulito e pigiato. E incredibilmente siamo riusciti ad aumentare in modo sensibile la zuccherinità, ma anche gli aromi di fondo. Ci si è così aperto un mondo”. Una scoperta al limite del casuale, che poi ha consentito alla Pmi piemontese di mettere in cantiere la produzione di una macchina ad hoc indispensabile, da quel momento, per questo genere di necessità. “Usando una membrana da 8 pollici siamo stati i primi ad adoperarla per il mosto, oltre ad aver creato una pompa che non esisteva fino a quel momento sul mercato. E abbiamo fatto tutto da noi. Devo dire, in ogni caso, che un aiuto fondamentale è venuto pure dalle aziende che ci hanno dato fiducia”.
Una clientela, principalmente produttori di vino di fascia medio-alta, che ha finito per crescere di numero e ha mostrato sempre maggiore interesse nel lavoro di Enomeccanica Bosio. In questo modo ha contribuito a valorizzarlo su una scala più ampia e di grande soddisfazione per chi continua ad impegnarsi per dare puntuale risposta ai desiderata delle case vinicole. “Ormai ci muoviamo in tutta Italia, ma siamo presenti con i nostri macchinari anche in Francia, Spagna, Stati Uniti e Australia, mentre, negli ultimi anni, ci stiamo aprendo a nuovi mercati come quelli di Grecia, Bulgaria e Georgia”.
Ricerca di nuovi scenari tecnologici e commerciali che passeranno pure per una rivisitazione dell’alcolicità di alcuni vini, come richiedono mercati emergenti in giro per il mondo. “In questo periodo stiamo valutando i passi da fare per rispondere alle necessità di chi vorrebbe un prodotto con un basso valore alcolico. Ritocchi e riduzioni che qui da noi, al momento, non si possono fare, ma per i quali ci stiamo preparando per tempo. La sfida sarà quindi riuscire a produrre vini top ma che abbiamo una minore gradazione”, conclude Gianni Siderot, amministratore unico di Enomeccanica Bosio.