Partita da zero con l’idea di diventare una ESCo (Energy Service Company) con l’obiettivo di riuscire ad autosostentarsi, in dieci anni la Coesa di Torino pare proprio aver raggiunto uno status di tutto rispetto nel nuovo ruolo di general contractor nel campo dell’efficienza energetica, potendo garantire, dal 2019, interventi dalla A alla Z dall’alto di competenze ormai riconosciutele in vari ambiti. La Pmi piemontese – 10,2 milioni di euro di fatturato nel 2021 a fronte di 30 dipendenti – ha tre linee principali di business, declinate in maniera innovativa da un punto di vista commerciale.
La prima è quella residenziale, che assorbe circa il 70% dell’impegno complessivo ed ha in carico le abitazioni private, ambito in cui Coesa interviene per la cura di batterie al litio e fotovoltaico, oltre che per installare l’intelligenza artificiale necessaria per governare gli stabili. La seconda linea, invece, si occupa dell’efficientamento della Pubblica amministrazione e in particolare di edifici NZEB – fabbricati con emissioni vicine allo zero –, mentre l’ultima ha un indirizzo industriale.
“Anche grazie ai vari bonus introdotti negli ultimi due anni dal governo siamo piacevolmente nell’occhio del ciclone, impegnati a dare risposte alle tante richieste arrivate. Mentre qualche tempo fa si faceva fatica a fare capire l’importanza dell’efficientamento energetico come attenzione per l’ambiente, ora è cambiato tutto visto che parecchi si sono resi conto che è molto più conveniente un impianto ad energia rinnovabile rispetto ad uno fossile”.
Tante le idee in fase di sviluppo, tra le quali la più futuribile è quella del fotovoltaico galleggiante, che prevede l’attracco e il posizionamento sul pelo dell’acqua dei pannelli solari. “Prima di tutto va studiato il bacino, come ex cave e altri invasi, ma anche il modo di impattare nella minore maniera possibile su flora e fauna del territorio – spiega Federico Sandrone (nella foto in alto), amministratore delegato e cofondatore di Coesa –. Un primo impianto, in grado tra l’altro di aiutare a limitare l’evaporazione dell’acqua, è in fase di autorizzazione. Purtroppo, al momento, questo genere di progetti sono rallentati dall’eccessiva lunghezza degli iter burocratici, tempistica che può allungarsi fino a due anni”.
Nel processo che porta poi a termine gli interventi, Coesa mantiene un ruolo primario anche a costo di doversi sobbarcare gli oneri di dinamiche non sempre scorrevoli. “La semplificazione energetica è sostanzialmente il nostro mantra. Vogliamo rendere agevole per il cliente l’accesso ad impianti green, cosa che al momento non è così immediata. In altre parole, noi ci prendiamo i mal di pancia, mentre chi ci dà fiducia può interfacciarsi con un unico interlocutore. Certe volte possono sembrare interventi banali, ma non lo sono”, conferma l’ad della Pmi torinese, azienda che finora ha operato principalmente in Piemonte, Liguria e Lombardia, ma è ormai pronta a creare altre due divisioni che si occuperanno di Nordest e Centro Italia.
Fisiologicamente poco toccata dall’impennata dei costi dell’energia, l’impresa guidata anche dall’altro cofondatore Dario Costanzo, ha invece avuto problemi con materiali quali batterie, pannelli, isolanti e pure con i sistemi galleggianti. “Le solite procedure si sono allungate e questo ci ha costretto di conseguenza a dilatare la forbice temporale delle consegne, in certi casi passata da tre settimane a tre mesi. Siamo riusciti a girare parte degli aumenti sugli utenti finali, per i quali resta comunque conveniente venire da noi, potendo, tra le altre cose, pianificare i loro investimenti sul lungo termine”.
Restando sempre attivi sui mercati per intercettare i più innovativi trend, i vertici di Coesa si stanno preparando ad allargare il proprio campo d’azione anche ad ulteriori ambiti. “La nostra intenzione è quella di puntare fortemente sull’agrovoltaico, sistema che integra produzione agricola e fotovoltaica sugli stessi terreni, ma anche sulla building automation, sostanzialmente sugli algoritmi di intelligenza artificiale che ci permettono di intervenire nella gestione dei palazzi sfruttando la nostra tecnologia proprietaria. Inoltre stiamo lavorando ad un impianto di teleriscaldamento e teleraffreddamento e siamo impegnati anche in uno scouting su pannelli fotovoltaici ad “origami”, molto leggeri da trasportare e soprattutto piegabili”, conclude Sandrone.