
Quale significato ha rivestito la recente visita del presidente Rouhani in Italia?
Nel corso della storia l’Italia è stata sempre la porta d’accesso dell’Iran in Europa e il punto di congiunzione tra Iran e Europa. L’Italia, più che altri paesi europei, suscita da sempre nel popolo iraniano buoni ricordi, in virtù della vicinanza e dell’affinità tra i due paesi. Persino durante i periodi difficili in cui, per via di paesi terzi, si è creata una certa distanza tra l’Iran e l’Italia, quest’ultima è rimasta sempre lo Stato più amico dell’Iran in Europa. Perciò è naturale che il presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Hassan Rouhani, dopo la cessazione delle sanzioni imposte al nostro paese, abbia compiuto la sua prima visita ufficiale in Italia. Il significato di questa visita è stato quello di consolidare ancor di più le relazioni tra due paesi storici nella nuova era.
Fra i punti del suo intervento all’Italy-Iran Business Forum, il presidente ha sottolineato la lunga storia di collaborazione e le affinità culturali. Come giudica oggi le relazioni?
Italia e Iran, nel corso degli anni passati, hanno sempre mantenuto relazioni bilaterali in tutti campi: politico, economico, sociale e culturale.Durante gli ultimi due-tre anni, le relazioni economiche fra i due paesi erano state rallentate o fermate per i motivi ben noti a tutti noi. Il processo avviato fin dall’inizio dal governo del presidente Rouhani, così come la volontà degli alti dirigenti del governo, è stata quella di accorciare rapidamente la distanza creatasi nelle relazioni economiche. Oggi imprenditori industriali e soggetti attivi nell’economia dei due paesi sono impegnati a imprimere un impulso nel recupero – nonostante il presente clima di recessione economica – delle relazioni bilaterali, attraverso riunioni a carattere economico che rinnovino le storiche relazioni commerciali, soprattutto in campo petrolifero.Un buon esempio di ciò è stato l’ampio accoglimento da parte delle aziende italiane del Business Forum e dei panel specializzati in economia, che sono stati organizzati anche con il fattivo supporto e coordinamento di Confindustria e dell’Ice.
I ministeri dello Sviluppo economico e degli Esteri, Confindustria e l’Ice, coordinati tra loro, fino a questo momento hanno realizzato varie missioni di carattere economico in Iran, alle quali hanno partecipato imprenditori industriali e soggetti attivi nell’economia italiana. Una delegazione ha concluso i suoi lavori a Teheran proprio da pochi giorni.
Nel corso della visita è stata ribadita, inoltre, l’intenzione dell’Iran di lavorare per l’adesione al Wto, cosa che richiederà un aumento della competitività del suo sistema industriale. Quale contributo può dare l’expertise italiano?
In Iran sono state create le strutture necessarie per il raggiungimento degli obiettivi sopramenzionati, ovvero aderire al Wto nonostante fino a oggi i problemi politici, e non economici, ne abbiano ostacolato il successo. È da considerarsi, a tal proposito, che l’Iran è stato uno dei paesi firmatari della Dichiarazione di Havana (1948), detta “Dichiarazione del Commercio Mondiale”.
È naturale che una delle preoccupazioni principali di tutti i paesi nel momento della loro adesione al Wto consista nell’aumentare la potenzialità competitiva delle proprie industrie. Le industrie italiane, tramite la creazione di fabbriche e di linee comuni di produzione con gli omologhi iraniani, potranno aumentare le potenzialità competitive delle industrie iraniane e altresì trasferire le moderne tecnologie, nonché investire nelle aree di maggior sviluppo, contribuendo in tal modo a sostenere il mercato iraniano e quello dei paesi dell’intera regione. Tale relazione è una relazione basata su interessi reciproci e capace di garantire il futuro benessere per i due paesi.
Con l’Implementation Day, si è entrati nel vivo del processo di revoca delle sanzioni. Quali opportunità per le Pmi e in che settori?
Attualmente il Parlamento iraniano sta valutando il disegno di legge sul sesto piano quinquennale sviluppo del paese, che sarà vigente alla fine del prossimo mese di marzo. Questa legge chiarirà quali saranno le principali priorità e l’indirizzo fondamentale dell’economia iraniana nei prossimi cinque anni.
Certamente negli ultimi giorni, durante la presenza in Italia della delegazione iraniana per le attività economiche, rappresentata ai massimi livelli, sono state esposte, nel corso delle varie sessioni di lavoro, le priorità economiche del paese.
Le priorità fondamentali per la nostra economia sono quelle relative ai progetti infrastrutturali: ad esempio in campo ferroviario, con speciale riguardo ai mezzi tecnici e alle tecnologie impiegate, o in ambito aeronautico e aerospaziale; oppure progetti in relazione con lo sviluppo agricolo, specialmente quelli connessi al miglioramento dell’uso dell’acqua e del suolo, progetti relativi ai settori dell’alta tecnologia in ambito farmaceutico, sanitario, biotecnologico, nanotecnologico e petrolifero/energetico.
Con il presidente Rouhani sembra essersi aperta per l’Iran una fase nuova nelle relazioni internazionali. Quali sono i principali aspetti della sua politica?
Il fondamento della politica estera del governo del presidente Rouhani è basato sull’interazione costruttiva con il contesto internazionale. L’attuale governo si impegna in questa direzione, creando un clima di fiducia, nell’espansione delle sue relazioni con altri paesi tramite una politica di distensione e un’adeguata gestione dei contenziosi, applicando una diplomazia attiva e dinamica. Così, mentre si armonizzano le relazioni dell’Iran con gli altri paesi, al contempo si prepara il terreno per uno sviluppo economico che proietti l’Iran come un paese obiettivo dell’economia mondiale per attrarre gli investimenti esteri e le tecnologie necessarie al paese.
Perciò come obiettivi della politica del presidente Rouhani si possono evidenziare sia lo sviluppo delle interazioni economiche con altri paesi, sia l’accesso ai mercati competitivi internazionali. Un esempio evidente in questo senso è ciò che è accaduto nel corso dei negoziati della Repubblica islamica dell’Iran con i paesi 5+1, ovvero la risoluzione del contenzioso. Si è creato un clima di fiducia, che è sfociato nella realizzazione del viaggio del presidente Rouhani in Italia e Francia al fine di sviluppare i rapporti politici e economici con questi due paesi.
Quale contributo l’Iran può assicurare nella lotta al terrorismo internazionale e all’estremismo religioso?
La Repubblica islamica dell’Iran costituisce un importante presidio nella lotta contro terrorismo, agendo logicamente con i fatti e non con le parole.
Nel 2014 il presidente Rouhani propose il progetto “WAVE” (un mondo senza estremismo e violenza) nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, affinché i leader di tutto il mondo si unissero contro questo fenomeno. Tale piano fu approvato all’unanimità.
Oggi tutti i leader discutono per far fronte al problema della violenza, dell’estremismo e del terrorismo. Appurato ciò, non si può negare che chiunque desideri prendere parte a una battaglia di tale portata, non possa non considerare anche la cooperazione con l’Iran, senza la quale il successo in tale proposito sarebbe improbabile. I provvedimenti adottati dal nostro paese per contrastare il terrorismo e l’avanzata del Daesh dimostrano quanto l’Iran abbia investito in questa lotta, anche più di quanto potesse. Gli osservatori internazionali sono consapevoli di questa realtà ed è probabile che ne tengano conto, senza però mettere in luce il ruolo determinante svolto dall’Iran. L’Italia e l’Iran hanno stretto alleanza in questo progetto.
Il presidente Rouhani e il premier Renzi, tramite un accordo, hanno sottoscritto il loro comune impegno nella lotta contro il Daesh e i gruppi terroristi legati a loro, nonché contro la violenza e l’estremismo, trattando più nel dettaglio anche delle loro future comunicazioni.