Negli anni ha sempre ha cercato di mantenere uno stretto contatto con il proprio territorio, la Amarù Giovanni di Gela, in provincia di Caltanissetta. Specializzata in meccanica di precisione, produzione di pompe e compressori, oltre che in vari tipi di manutenzione, la Pmi siciliana – 13 milioni di euro di fatturato nel 2020, a fronte di 196 dipendenti – continua a crescere negli anni nei mercati in cui è presente attraverso il lavoro delle proprie maestranze, nonostante la ricerca di personale si stia rivelando il problema di più difficile soluzione.
“Qui in Sicilia, dove per la maggior parte forniamo la nostra opera, il rapporto con il territorio non è mai mancato – spiega il titolare Rosario Amarù –. Vogliamo infatti dare un contributo per migliorare la condizione di più persone possibile, come avviene per esempio nella sede di Priolo, dove più del 90% di chi ci lavora è del luogo. Nel 1982, quando è partito tutto, eravamo in quindici, mentre adesso sfioriamo i duecento dipendenti, ma resta comunque tangibile la difficoltà di trovare manodopera qualificata”.
Tanto che ultimamente la Amarù Giovanni ha pure dovuto rinunciare ad un’importante trasferta di lavoro non potendo disporre di personale adeguato. “Dovevamo partire per la Spagna, ma non è stato possibile perché mancavano tecnici specializzati – conferma Rosario Amarù –. Per questo motivo resta decisivo il bacino di conoscenze garantito dalla scuola: abbiamo parecchi ex alunni degli istituti tecnici che sono già con noi. Ma purtroppo non basta, considerato anche che in questo momento abbiamo attivi quattordici cantieri, tra fissi e mobili”.
Un rapporto con la scuola e i ragazzi che si è fatto ancora più stretto a partire dal 2008, con la comparsa nel mondo dei fumetti di Isidoro, il paladino della sicurezza nei luoghi di lavoro. “L’idea nasce da un’esigenza e un bisogno ben preciso, quello di comunicare in maniera semplice ed efficace l’attenzione che mettiamo nel campo della sicurezza lavorativa – sottolinea Amarù –. Nato per le scuole, ora il fumetto con protagonista Isidoro, personaggio inizialmente imbranato che nel tempo riesce a diventare responsabile della sicurezza della propria azienda, ha avuto uno sviluppo anche nel mondo industriale”.
Tutte le scuole medie superiori di Gela sono state chiamate dare vita ad un gruppo composto da cento ragazzi, con cui la Amarù ha trattato temi realmente sensibili. “Nei quattro giorni che abbiamo passato assieme si è parlato di sicurezza anche stradale, di fatality, intesa come mancanza di attenzione nel mondo del lavoro, simulando pure una sorta di processo che prendeva in considerazione un caso specifico. E ai ragazzi abbiamo poi chiesto di scrivere una nuova storia per il nostro fumetto, compito toccato alla vincitrice del mini concorso Noemi Averna”.
Legame con la scuola del territorio che vivrà un ulteriore capitolo il 28 aprile, quando, nell’Istituto tecnico Morselli di Gela, si parlerà con gli studenti (anche via web) di cultura d’impresa e sicurezza nel solco del progetto “Sicuri si può, si deve!”. “Domani parlerò della sicurezza come investimento che porta valore e non come processo operativo che genera costi”, mette in chiaro Amarù.
Un’azienda, la Amarù Giovanni, che è sempre impegnata ad innovare, cercando allo stesso tempo di rispettare l’ambiente in cui opera mentre supporta la propria clientela. “Soprattutto con il retrofitting, processo con cui aggiorniamo i macchinari dei nostri clienti, ci preoccupiamo di risparmio energetico. Facciamo questo nell’ottica di farli consumare meno, utilizzando al meglio la metallurgia che hanno a disposizione. Oltre a ciò, siamo parecchio attenti a quanto di nuovo è arrivato nel campo del riciclo ambientale: che si tratti di carta, rifiuti e in particolare delle acque da utilizzare per irrigare le coltivazioni del nostro territorio. Il tutto per aiutare a garantire alle aziende che si affidano a noi un congruo bilancio di sostenibilità”, chiarisce Rosario Amarù.
Percorso commerciale e sociale che non è riuscito a fermare neanche il Covid-19, anche se, ovviamente, qualcosa è stato lasciato sul campo pure dalla Pmi di Gela. “Ci ha colpito nella prima fase, fermando una parte dell’attività per una quarantina di giorni. Ma siamo riusciti a mantenere intatta la forza lavoro pur con l’attività ridotta, ricorrendo a rotazioni aziendali. Il problema, se c’è stato, è venuto dal rallentamento dei processi produttivi nelle imprese clienti, situazione che ci ha di conseguenza costretto a ridurre i carichi. Una discreta botta considerato che, per esempio, nel 2018 avevamo raggiunto i 18 milioni di euro di fatturato”.
Per iscriversi all’evento del 28 aprile (ore 10-13) organizzato dalla Amarù Giovanni cliccare qui.